Pasqua 2017 – Celebrazione della passione del Signore del venerdì santo

Nella cattedrale di Terni, venerdì santo 14 aprile il vescovo Giuseppe Piemontese ha presieduto la celebrazione della Passione del Signore con la lettura del Vangelo della passione e l’adorazione della croce.
“E’ una giornate di contemplazione del dolore e sofferenza di Cristo, della sua solitudine, del suo sentirsi abbandonato da tutti anche dal Padre – ha detto il vescovo -, incompreso e tradito dagli amici – ha detto il vescovo -. Oggi celebriamo il nostro eroe, Gesù, che ci ha salvati col dono della sua vita. Eleviamo in alto il trofeo, simbolo della nostra vittoria: la croce di Cristo. Contempliamo la passione non come espiazione, ma come espressione di amore di Dio Padre per il Figlio e per noi. Grazie, Gesù. Aiutaci a scoprire il valore della vita nostra e degli altri. A non appropriarci di quanto ci è stato affidato da custodire. Fa che siamo accanto a te per guarire, sanare, promuovere e farci carico di tutti coloro che la Provvidenza ci fa comunque incontrare, buoni e cattivi, retti e malvagi”.
Gesù a chi si trovava sotto la sua croce, non chiese praticamente nulla: l’unica richiesta fu quella di poter soddisfare la propria sete. E viene accontentato con una spugna intrisa d’aceto. Il vescovo ha ricordato le tante forme di sete del mondo di oggi a cominciare da dai cinquanta milioni di uomini e donne dell’Africa che vivono nella carestia per mancanza di pioggia; la sete di lavoro con i 3 milioni e mezzo di disoccupati del nostro paese;
la sete di amore e di rispetto i sette milioni di donne italiane che hanno subito qualche forma di violenza dal loro partner; la sete di tolleranza i 215 milioni di cristiani perseguitati in ogni parte del mondo “Oggi Cristo ha sete della nostra sete: di serenità, di salute fisica e morale, di concordia nelle nostre famiglie, di aria e atmosfera pura e sana, di lavoro onesto per ogni uomo o donna delle nostre parrocchie e città, di unanimità nelle relazioni vicendevoli, di accoglienza di chiunque è bisognoso di un tetto o uno spazio nel nostro cuore” ha concluso il vescovo.

 

OMELIA DEL VESCOVO