40° Convegno delle Caritas diocesane. “Giovane è…#unacomunitàchecondivide”

“Giovane è…#unacomunitàchecondivide” – 40° Convegno delle Caritas diocesane. Apertura del presidente cardinale Francesco Montenegro. “Lasciamoci dunque interpellare e poniamoci in ascolto in maniera sempre nuova, dinamica, generativa – ha esortato il card. Montenegro – per opporre alla società dello “scarto” un nuovo modello che non metta da parte gli esclusi; per costruire un ecosistema favorevole all’uomo, verso quella “ecologia integrale” indicata da Papa Francesco nella Laudato Si’”.
Secondo giorno con l’intervento del cardinale Bassetti. La sua relazione dedicata alla dimensione comunitaria dell’esistenza umana e al ruolo dei giovani, facendosi accompagnare da «due icone del Nuovo Testamento dalla forte incidenza eucaristica: la descrizione della prima comunità cristiana (At 2, 42-47) e il racconto dei discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-53). Bassetti ha detto: «una volta che come Chiesa abbiamo chiarito la necessità di un accompagnamento e un’accoglienza autenticamente eucaristica dei giovani, possiamo provare, sulla base della nostra esperienza e della nostra storia, ad aiutarli ad individuare le sfide che si trovano a dover affrontare».
Il presule umbro ha relazionato sul tema “Per uno sviluppo di comunità, il ruolo dei giovani”, aggiungendo lui stesso il sottotitolo: “Il fondamento eucaristico della presenza sociale dei discepoli”. Il presidente della Cei ha citato anche l’umanesimo fiorentino fino a soffermarsi sul “sindaco santo” Giorgio La Pira. «Se c’è una ragione fondamentale e centrale per cui La Pira può essere canonizzato – ha detto – è questa: l’aver preso sul serio la forza profetica dell’Eucaristia», da dove «sono scaturite la sua sorprendente libertà e creatività in politica». Parlando della Chiesa, «credibile presenza solidale nella vita dei giovani», Bassetti ha messo in risalto la testimonianza di fede e carità di La Pira quando, «alla fine della messa di san Procolo, distribuiva il pane, non come atto di carità spicciola, ma come il primo atto concreto di solidarietà. Questo atto sarebbe stato insufficiente e insignificante se non fosse stato anche il primo atto di lotta politica… Non vi parlo di La Pira perché lo consideri un santino da replicare, ma perché la sua vita costituisce una testimonianza preziosa di come la carità che il discepolo sperimenta nella Eucarestia sappia farsi carità creativa: esattamente come per i discepoli di Emmaus. La Chiesa italiana ha ancora la possibilità di interloquire con molti giovani, il Vangelo è capace di riempire i loro cuori».