Amelia – celebrazioni per l’80° anniversario della Consacrazione episcopale del Servo di Dio Mons. Vincenzo Lojali

Mons. Vincenzo Lojali fu consacrato vescovo il 2 ottobre 1938, prese possesso della diocesi il successivo 24 novembre, solennità di Santa Fermina patrona di Amelia e della diocesi.
Nella prima lettera pastorale traccia il suo programma: “ il criterio, la guida, la luce che deve illuminare ogni azione, ogni passo del vescovo non può essere che la carità”.
Per motto del suo stemma episcopale adotta il passo tratto dalla II lettera di Paolo ai Corinzi:
“Impendam et super impendar” Spenderò il mio ma di più spenderò me stesso per le anime vostre.
Al suo servizio di vescovo intende imprimere un’andatura comunitaria, il contatto umano e fraterno saranno le prerogative del suo cuore di pastore: “ con il nostro buon popolo ci proponiamo di fare la conoscenza individuale portando personalmente la pastorale benedizione in ogni famiglia; specialmente andremo in cerca, come il pastore divino, delle pecorelle smarrite, dei poveri, dei bisognosi, per riversare su di loro le inesauribili ricchezze del Cuore sacratissimo di Gesù…”.
Per Lojali l’umiltà fu una regola di vita e ancor più una virtù del suo ministero.
A conclusione degli esercizi spirituali con l’episcopato umbro, nel 1957, affermava: “Nutro per gli eccellentissimi confratelli una sincera venerazione, reputandomi davvero l’ultimo di loro, sebbene cominci ad essere uno dei più anziani di episcopato, Non so come mai il Signore abbia voluto farmi vescovo…certo perché mi ha amato più degli altri. Devo quindi come Pietro rispondere: Tu sai tutto, tu sai che ti amo”. Non oso aggiungere “più di costoro” perché mi stimo l’ultimo dei miei confratelli e dei miei preti”.
Leggendo gli scritti di Mons. Lojali ci si rende conto di come, a distanza di anni, quelle che furono le sue virtù siano oggi così in sintonia con le parole di Papa Francesco quando afferma che: “Il pastore deve avere la potenza e l’autorità che aveva Gesù, quella dell’umiltà, quella della mitezza, della vicinanza, della capacità di compassione, della tenerezza”.(18/9/2018)
Vicinanza con il popolo, carità, umiltà sconvolgenti, ma anche fede profonda, spirito di servizio, ricchezza interiore, povertà francescana animata da distacco queste sono le note salienti di questo padre e pastore la cui fama di santità dopo la morte è andata crescendo.
Ed è stata la stessa diffusa fama di santità che nel 1984 ha spinto il santo popolo di Dio, per ventotto anni oggetto delle sue cure pastorali, ha chiedere l’introduzione della causa di Beatificazione e Canonizzazione di Mons. Lojali ad appena diciotto anni dalla santa morte.
Dopo il nulla osta pontificio del 1992 e la costituzione del Tribunale, l’iter diocesano si concludeva l’11 marzo 2000. Tutta la documentazione è ora presso la Congregazione per le Cause dei santi.
A diciotto anni dalla chiusura della fase diocesana, è vivo desiderio che quanto prima si possa concludere quella attuale: la redazione della “Positio sulle virtù e fama di santità del Servo di Dio” da sottoporre all’esame della Congregazione. L’ottantesimo anniversario della Consacrazione episcopale di Mons. Lojali è occasione per ricordare e approfondire nella preghiera e nella lode la sua fama di santità e trasmetterla alle giovani generazioni come preziosa eredità spirituale.

Domenica 14 ottobre alle ore 11 nella Concattedrale di Amelia tutti i fedeli delle vicarie di Amelia e della Valle teverina si ritroveranno insieme per la Solenne concelebrazione presieduta da Mons. Salvatore Ferdinandi, vicario generale. Al termine verranno letti brani tratti dalla prima lettera pastorale “Pace e Gaudio” e ci si raccoglierà in preghiera presso tomba del Servo di Dio.