Amelia – Santa Fermina 2021. Mons. Piemontese: “Dare corpo e profumo al Vangelo, ricevuto in eredità dai vostri padri e che ancora oggi risuona nelle chiese, nelle comunità, nelle famiglie, negli eventi”

Celebrata solennemente ad Amelia la festa di santa Fermina, patrona della città e copatrona della diocesi. Il pontificale è stato presieduto nella concattedrale dal vescovo Giuseppe Piemontese, che ha celebrato la sua ultima festa della patrona di Amelia come vescovo diocesano. Erano presenti i sacerdoti della vicaria di Amelia e Valle Teverina, del capitolo della concattedrale e i sindaci di Civitavecchia, Amelia, Alviano, Attigliano, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina e Penna in Teverina, animata dalla corale “Amerina”.
La celebrazione è stata introdotta dalla rievocazione storica della pesatura e offerta dei ceri, secondo gli Statuti del 1346 e dall’accensione dei ceri con la “Fiaccola S. Fermina” portata da Civitavecchia in staffetta dalle associazioni sportive di Civitavecchia e Amelia, seppur in forma ridotta e nel rispetto delle disposizioni anti Covid.
“La festa della nostra patrona ci incoraggia a ricominciare il cammino incontro al Signore – ha detto il vescovo -, rinnovare il nostro itinerario di fede. Quest’anno siamo coinvolti nel percorrere insieme la strada della riscoperta della nostra identità di Chiesa, popolo di Dio che cammina insieme verso il Regno. In maniera sinodale. mi auguro che anche voi, all’interno delle vostre parrocchie, diate un contributo per delineare responsabilmente il volto della Chiesa specie nel contesto della instabilità e indifferenza religiosa, aggravata dalla pandemia”.
Il vescovo Piemontese ha poi rivolto parole di ringraziamento alla comunità, alle istituzioni civili e militari e di saluto nella sua ultima celebrazione di Santa Fermina, ricordando le opere fatte, la visita pastorale e i tanti momenti di incontro condivisi: “In oltre sette anni ho avuto modo di imparare ad amare questa comunità. Ho iniziato la permanenza in diocesi facendo gli esercizi spirituali proprio in Amelia, nel monastero di San Magno. E ora nella memoria di quei giorni e di tutti gli altri trascorsi nelle parrocchie e nelle contrade amerine, desidero esprimere il mio ringraziamento a tutti: cristiani, sacerdoti, religiosi, religiose e cittadini. Un grazie particolare alle Istituzioni civili e militari, alla sindaca, al presidente e componenti ente Palio Colombi, al direttore e al personale dell’ospedale, agli Amici del Duomo”.
E quindi l’esortazione alla comunità amerina: “Custodite e annunciate il Vangelo, parte integrante la vostra storia, cultura e tradizione, Vangelo incarnato e testimoniato nelle persone, nelle strutture e nelle opere cristiane. La testimonianza dei Santi: antichi e recenti, particolarmente la patrona Fermina e poi Olimpiade, la beata Lucia Bufalari, il servo di Dio il vescovo Loiali; La testimonianza delle opere: questa cattedrale, le numerose chiese, monumenti eloquenti della fede dei vostri padri e delle comunità lungo i secoli. La comunità cristiana, il popolo di Dio, che in questa città è vivo e attivo, deve compiere un ulteriore slancio di consapevolezza, responsabilità e partecipazione per dare corpo e profumo al Vangelo, ricevuto in eredità dai vostri padri e che ancora oggi risuona nelle chiese, nelle comunità, nelle famiglie, negli eventi.
Alle istituzioni non chiediamo privilegi, ma il riconoscimento del bene, del bello, del contributo e della propulsione, che la Chiesa e i cristiani in passato e oggi forniscono al progresso di questa comunità”.

L’OMELIA DEL VESCOVO