Arte in carcere – esposizione all’auditorium San Domenico di Narni

Le opere artistiche del progetto “Arte in Carcere” saranno in esposizione dal 21 al 28 maggio 2017 presso Auditorium di San Domenico in Narni nell’ambito della manifestazione Enredadas Italia 2017 “el Tempo, la Muerte, el Amor” un grande evento internazionale che promuove la conoscenza attraverso l’Arte, nato dall’idea di Angeles Saura, professoressa di Belle Arti presso l’Università Autonoma di Madrid, con l’intento di creare un “intreccio”, da qui il nome enredadas, tra artisti che gravitano nel mondo dell’arte e dell’educazione artistica.
Le opere di “Arte in carcere” sono state realizzate nel laboratorio artistico, attivo da quasi quindici anni all’interno del carcere, e che rappresenta una delle varie modalità di solidarietà grazie all’Associazione di volontariato San Martino che gestisce le opere segno della Caritas Diocesana.
“Dopo aver partecipato nella primavera del 2004 ad un corso di formazione “Help aiuto per il carcere” della Caritas Diocesana entrai in carcere mettendo a disposizione la mia esperienza artistica di pittrice ai detenuti che l’avessero richiesta – spiega Gisella Manuetti Bonelli curatrice del progetto -. Si formò presto un gruppo di detenuti interessati, forse all’inizio solo per trascorrere un po’ di tempo fuori dalla propria cella ma in seguito iniziarono a partecipare alle lezioni con più interesse e assiduità. Nacque un laboratorio dove dar sfogo ai propri pensieri, alle proprie attitudini risvegliate con disegni colori, tele e pennelli e subito nacque il progetto Arte in carcere, era l’autunno del 2004. Ben presto tra i detenuti si sviluppò una carica positiva fra umanità, nuovi propositi, voglia di riscatto, andare avanti con energia e dimostrare di saper fare qualcosa di bello attraverso la creatività. Si iniziò a produrre diverse opere pittoriche abbastanza interessanti che negli anni successivi ci portarono ad organizzare numerose mostre sia dentro la casa circondariale di Terni che fuori con molto interesse della cittadinanza. Con il sostegno e la fiducia della Casa Circondariale di Terni, il Comando della Polizia Penitenziaria e il sostegno anche economico della Caritas – Associazione San Martino, a tutt’oggi il laboratorio è ancora efficiente, è frequentato da 15 detenuti di varie nazionalità e grado di istruzione. Nonostante siano trascorsi tredici anni da questa mia indicibile esperienza sono ancora convinta che ogni forma di espressione artistica nel contesto penitenziario e non solo contribuisca a smussare il carattere un po’ spigoloso del detenuto e favorire la risocializzazione superando le barriere della diversità sia di razza che di religione. La creatività può favorire la libertà di espressione e può facilitare il pensiero di progettare una vita anche per il dopo pena. Ritengo che ogni opera prodotta da ciascun detenuto, anche se la strada è lunga per essere considerata opera d’arte è sempre un gesto d’amore”.