Assemblea ecclesiale per l’inizio del cammino sinodale

Nel cammino verso Gerusalemme, Gesù educa le folle e i suoi discepoli; in particolare si sofferma a illustrare tre temi specifici: Manifestare la sua identità; indicare le caratteristiche del vero uomo riuscito; Definire le qualità dei suoi discepoli.
E’ una scuola fatta di convivenza, di cammino sulle strade della Palestina, nella direzione di Gerusalemme, meta dove si manifesterà la sua gloria.
Anche la nostra comunità, con l’inizio del cammino sinodale, si pone alla scuola di Gesù.

Di fronte alla pretesa (è questo il senso delle parole “vogliamo”) di Giacomo e Giovanni di essere “primi ministri” (sedere alla destra e alla sinistra) nel Regno, e alla indignazione degli altri dieci nella prospettiva di vedersi scavalcati nella gerarchia tutta umana dei figli di Zebedeo, Gesù ribadisce la sua identità e la finalità della sua missione: Il Figlio dell’uomo sarà consegnato…
“non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.
Il Figlio dell’Uomo, cioè Gesù, l’uomo che Egli propone come modello, sarà consegnato; Dio lo donerà agli uomini quale espressione suprema di amore, quale agnello immolato per riscattare, convincere e cambiare i cuori di lupi che si sbranano nella competizione per il potere e il dominio oppressivo e condurli nell’ovile del Buon Pastore, nella famiglia del regno dove tutti sono fratelli, gareggiano nel servirsi e amarsi.

Nella definizione della nuova umanità, proclamata e iniziata da Gesù, le relazioni, i criteri di importanza e di grandezza non sono quelli correnti del dominio, ma del dono e del servizio.
Essere cristiani significa dire si o no a questa proposta di uomo… presentata da Gesù nei suoi discorsi e nell’esempio della sua vita.
Gesù non contesta il desiderio degli apostoli di essere grandi e primi, ma invita a realizzare l’ordine di grandezza e la gloria, non quella perseguita da coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni che dominano e opprimono, ma quella che risplende davanti agli occhi di Dio e che è testimoniata da Gesù con il dono della vita e col servizio.
“Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti”.
Gesù propone se stesso come modello di servo (diaconos), espressione che indica un servizio spontaneo, e di schiavo (doulos) cioè colui che non è padrone di sé.
E’ un potere completamente diverso da questo mondo.
… servo di tutti, non solo di quelli gradevoli, simpatici, familiari
Servizio anche del nemico perché il Figlio del’Uomo è venuto per dare la vita in riscatto, dona la vita per darci la liberta. E la libertà suprema dell’uomo è quella che non è condizionato da nulla che possa impedirgli di donare la vita.

All’avvio del cammino sinodale Gesù, attraverso il Vangelo, ci propone il suo progetto di comunità, la sua carta “costituzionale”, alla quale tutti i partecipanti devono aderire: ognuno è servitore di tutti.
Una chiesa comunione, nella quale tutti sono diaconi, servitori e schiavi gli uni degli altri.
Camminiamo insieme verso Gerusalemme, la pienezza del Regno formandosi all’amore vicendevole, seguendo le strade di Dio, con l’amore di Gesù: bevendo il suo calice (condividere lo stesso destino) e ricevendo il medesimo battesimo (scendere in fondo, simbolo della morte, immersione nel simbolo della morte).
Solo così si costruisce la vera gloria, quella di Gesù nel dono totale di sé, fino alla Risurrezione.
Tuttavia, come gli apostoli, nonostante gli insegnamenti di Gesù, continuiamo a ricercare i primi posti, riconoscimenti e forme di potere.
Un pensiero di conforta: Gesù rispetta la lentezza dei discepoli nel capire, anche la nostra che abbiamo ascoltato questo messaggio tante volte. Un giorno arriveremo a capire che servire significa amare.
Il cammino che iniziamo ci pone su questa strada con la fiducia che lo Spirito ci aiuterà ad apprendere lo stile di Gesù.