Cattedrale di Terni, celebrazione del Te Deum. Mons. Piemontese: “la tendenza a rinchiudersi nel recinto sicuro del benessere privato, mette al bando la tradizionale solidarietà del nostro popolo e perfino il dialogo e la relazione con vicini e estranei”

Celebrata dal vescovo Giuseppe Piemontese nella Cattedrale di Terni la solenne messa di ringraziamento di fine anno con il canto dell’antico inno del “Te Deum”. Alla celebrazione erano presenti i canonici della Cattedrale di Terni, il sindaco di Terni Leonardo Latini, Walter Pennestrì della Prefettura di Terni, il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Flamini, Chiara Pellegrini direttrice della Casa Circondariale di Terni, cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme, i rappresentanti delle autorità militari e il gonfalone del Comune di Terni e della Provincia.
«La celebrazione di fine anno – ha detto il vescovo – è l’occasione per dire il nostro personale e comunitario grazie a Dio per l’anno appena trascorso e per quanto vissuto in ambito religioso, civile e sociale. Un momento nel quale si intrecciano memoria, ringraziamento, invocazione per l’anno nuovo, nel nome di Maria Madre di Dio».
Nell’omelia molti sono stati i riferimenti del vescovo a quanto accaduto in ambito politico, sociale nell’anno trascorso «che hanno inciso un segno indelebile e che influiranno nel futuro della nostra storia personale, della società e della Chiesa», dalle catastrofi, disgrazie a livello globale causate dagli sconvolgimenti climatici, alluvioni, terremoti, alle guerre, migrazioni forzate, politiche minacciose di potenze e prepotenze a livello mondiale e locale che hanno portato sofferenza di singole persone, famiglie e comunità.
«Anche in Italia, i cittadini dovrebbero essere convocati e indotti ad una riflessione seria – ha detto il vescovo – sia sulle ricorrenti calamità a causa di terremoti, dissesti provocati da condizioni climatiche eccezionali avverse, disgrazie causate da incuria, superficialità e disonestà umana, sia per le forme di illegalità di lieve e di grave entità. L’evento politico e sociale più importante dell’anno sono state senza dubbio le elezioni politiche l’avvio del nuovo governo nazionale, dalle scelte incerte e fortemente osteggiate da una parte dei cittadini».
A livello locale sono state ricordate le elezioni per il rinnovo dell’Amministrazione comunale «alla quale auguriamo ogni successo nel governo della città, nell’interesse di tutti i cittadini di qualunque appartenenza politica, in primis delle persone bisognose, dei poveri, degli immigrati. Vorrei sottolineare la preoccupazione, a livello nazionale e locale, per un inverno demografico foriero di sterilità generalizzata e dell’avvento di una società di vecchi. La disoccupazione, specie quella giovanile tende ad accelerare tale fenomeno perché spinge i giovani ad emigrare. Inoltre, desta preoccupazione la tendenza a rinchiudersi nel recinto sicuro del benessere privato, che mette al bando in maniera irrazionale la tradizionale solidarietà del nostro popolo e perfino il dialogo e la relazione con vicini e estranei. Il tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti e dei richiedenti asilo, purtroppo non governato in maniera adeguata, sta diventando fortemente divisivo sia per la complessità della sua conduzione sia per la violenza di un vento decisamente contrario alla umana pietà e anche ad una ragionevole soluzione».

 

L’OMELIA DEL VESCOVO