Celebrazione all’Acciaieria di Terni della Domenica delle Palme

La messa che dà inizio alla settimana santa, ai giorni santi della passione morte e risurrezione del Signore è preceduta dalla benedizione delle palme e dalla processione con le palme per commemorare l’ingresso di Gesù in Gerusalemme.
L’anno liturgico dà la possibilità non solo di ricordare o ripetere quasi in un sacra rappresentazione la vita del Signore, ma nella Liturgia riviviamo, quali protagonisti, insieme a Gesù, i misteri che Egli ha vissuto. Andiamo dietro a Gesù, passo dopo passo, con le nostre pene e fatiche, col nostro lavoro, progetti e speranze.
Iniziamo la settimana santa in questo luogo: tempio della vostra operosità, del vostro lavoro, di successi e insuccessi, ma anche della vostra lode a Dio, religione del lavoro e della fatica quotidiana, della vostra partecipazione all’ opera creatrice di Dio Padre.
Nella celebrazione, nella Parola di Dio, nel confronto con Cristo, uomo fedele al disegno di Dio fino alla morte, alimentiamo la nostra fede, la vita cristiana e anche le nostre relazioni interpersonali.
Nella prima e nella seconda lettura viene preannunziata la condizione di Gesù, figlio- servo che si relaziona agli uomini sottoponendosi alla volontà del Padre e affermando la sua personalità, il suo messaggio con l’umiltà, la non violenza e la dignità.
Nel Vangelo ripercorriamo la narrazione della passione di Gesù, il suo umile e fedele percorso verso la morte per affermare l’amore di Dio e suo per l’umanità, fino alla fine: oltre ogni misura, fino alla morte.
Collegando questa assemblea liturgica particolare, composta da operai, dirigenti, imprenditori e familiari con la vita e la passione del Signore ci rendiamo conto che la vita vera viene accolta, trasformata e nobilitata da Gesù. Le nostre quotidiane sofferenze e fatiche acquistano un senso in quell’operaio, carpentiere-maniscalco, che dopo aver nobilitato e santificato per 30 anni il suo lavoro quotidiano, strumento di umanità e dignità dell’esistenza umana, richiama tutti a cercare e dare un senso ultimo e definitivo all’operosità umana.
Gesù, l’ artigiano di Nazaret dopo averci annunciato e proposto il Vangelo delle beatitudini, ne certifica la validità subendo la passione e la morte. Con la sua passione e morte vuole dire che Dio è padre di tutti gli uomini, vuole la felicità di tutti, che questa felicità si incontra quando siamo poveri in spirito, cerchiamo la concordia e la misericordia, siamo operatori di pace, siamo miti, perdoniamo e amiamo i nemici.
Ma sulla terra tutto ciò, si realizza parzialmente.
Oggi Cristo rivive la passione insieme a tutti coloro che soffrono a causa di malattie, provocate dall’avidità e dall’ingordigia degli uomini, dall’inquinamento, dalla disoccupazione, dalle guerre e dalle violenze di ogni genere, dall’odio.
La passione di Cristo santifica la passione degli uomini e la trasforma in germe di amore, di risurrezione e di vita e celebrata in questo luogo, diventa lievito di speranza per la grande famiglia delle Acciaierie, santificazione del lavoro e premessa di traguardi ambiziosi per la città e tutti i protagonisti di questa impresa.
All’inizio di questa settimana Santa vorrei ricordare le parole del messaggio di Papa Francesco all’inizio della quaresima 2017.
Ricordandoci la parabola del povero Lazzaro seduto a mendicare briciole di pane che cadevano dalla mensa del ricco epulone, siamo invitati a ripensare le relazioni che instauriamo con tutti coloro la Provvidenza ci pone accanto. A cominciare da qualunque povero Lazzaro che incrociamo nella nostra vita

“Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore. Anche il povero alla porta del ricco non è un fastidioso ingombro, ma un appello a convertirsi e a cambiare vita”.
Nella gerarchia di valori da rispettare: prima viene Dio da conoscere, ricercare, amare con tutto se stessi e quindi i fratelli che ci vivono accanto. “Ascoltino Mosè e i Profeti” dice Abramo al ricco, se gli uomini vogliono salvarsi. Indicando così che la vera bussola dell’esistenza è l’ascolto e la pratica della Parola di Dio, il Vangelo. E alla luce di questa Parola impariamo ad accogliere il prossimo, che in Cristo, sono tutti gli uomini, nostri fratelli, specie quelli meno fortunati, i poveri, i disoccupati, i profughi, gli immigrati.
In una sintesi mirabile, papa Francesco dice: “Il vero problema del ricco, la radice dei suoi mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio e quindi a disprezzare il prossimo”.
Nei giorni santi della Passione, Gesù ci ricorda con l’esempio e il dono della sua vita, la verità di queste parole,.
Da questo luogo di fatica, creatività e solidarietà impariamo a riprogettare la nostra vita a partire dal grande patrimonio che Gesù ci ha lasciato: il dono della sua vita nella sua passione, morte e risurrezione.