Corpus Domini 2017

Cari fratelli e care sorelle,
ricordiamo la solennità del Corpus Domini che nacque nel 1247 nella diocesi di Liegi, in Belgio, per celebrare la reale presenza di Cristo nell’eucarestia in reazione alle tesi di Berengario di Tours, secondo il quale la presenza di Cristo non era reale, ma solo simbolica. Il papa Urbano IV, con bolla Transiturus de hoc mundo dell’11 agosto 1264, da Orvieto dove aveva stabilito la residenza della corte pontificia (non andrà mai a Roma), estese la solennità a tutta la Chiesa. All’anno precedente si fa risalire tradizionalmente anche il Miracolo eucaristico di Bolsena, dove durante la messa celebrata dal sacerdote Pietro di Praga, dubbioso della presenza di Cristo, l’ostia prese a sanguinare. A seguito di questo miracolo venne istituita da papa Urbano IV la festa e la processione del Corpus Domini, il cui scopo era quello di celebrare la reale presenza di Cristo nell’Eucaristia
Di sera, provenienti da tutta la diocesi, siamo convocati per manifestare la fede, l’ adorazione e la gratitudine a Gesù, presente tra di noi nel sacramento dell’Eucarestia.
La Parola della prima lettura invita non solo ad riflessione filosofico-teologica-esistenziale sulla condizione di creature, di esseri umani, a partire dall’esistenza, singolare e collettiva di popolo, ma anche a fare memoria, non dimenticare, a ricordare il Signore Dio.
Non riguarda solo il popolo d’Israele, ma la nostra persona, nell’attualità. A noi vien detto non dimenticare:
-il Signore tuo Dio: Abbiamo dimenticato Dio o ce ne siamo fatti uno a nostro uso e consumo. Abbiamo sfrontatamente affermato: Dio è morto!
– che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; Ormai siamo stati assoggettati a schiavitù di ogni genere: civile, morale, politica, economica. Anche la nostra è una condizione servile: Chi può,negare ciò, osservando le tante manifestazioni di mercimonio, irrazionalità e prepotenze. E purtroppo sta prendendo piede la rassegnazione, l’assenteismo, l’astenzionismo, la sfiducia… Eppure possiamo verificare i risultati di libertà, di gioia, di umanità in chi si lascia ispirare e guidare dalla fede, dalla fiducia e dalla forza di Dio. Santi, Sante, interi popoli, che nella fede e nell’amore proveniente da Dio hanno conquistato la vita, la condizione di gioia e libertà.
– che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni. Tutti i giorni siamo testimoni personali del deserto grande e spaventoso , che noi stessi attraversiamo, dove prosperano le insidie e i veleni dell’odio, del rancore, della violenza, dell’orgoglio; i morsi della lussuria, dell’invidia, dell’avidità di denaro, dell’ambizione.
– terra assetata, senz’acqua; La nostra terra sta diventando assetata proprio materialmente per lo scempio e la devastazione della natura, della terra, della creazione e per l’accaparramento di violenti delle risorse idriche, ma arida anche per i tanti inquinamenti umani e morali.
– che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; Dio con la sua provvidenza, con le leggi sagge scritte nel cuore degli uomini ci conforta ispirando soluzioni inaspettate per alleviare e soddisfare l’arsura materiale e morale per tutti gli uomini, figli di Dio e fratelli.
– che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri. Dacci oggi il pane quotidiano: il pane che sazia la fame del corpo, il pane che soddisfa la fame di felicità; il pane della condivisione, il pane della concordia e della fraternità. Soprattutto il pane della spiritualità, il pane del cielo e della vita.
Nel Vangelo Gesù ribadisce fermamente: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo… Chi mangia questo pane vivrà in eterno»
Oggi siamo qui, perché in questa traversata dell’esistenza, deserto arido di stenti o oasi di benessere materiale, accogliamo questo pane, Gesù donato a ciascuno e a tutti per la vita del mondo.
Gesù, pane della vita; Gesù verità del nostro essere; Gesù via per l’eternità; Gesù chiave e risposta alle domande e agli aneliti del cuore umano.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno: oggi siamo qui per dire al mondo intero il segreto e il contenuto della nostra fede; siamo qui per sperimentare nella condivisione col popolo di Dio la verità della parola di Gesù.
Dio fedele, che nutri il tuo popolo con amore di Padre,
ravviva in noi il desiderio di te, fonte inesauribile di ogni bene:
fa’ che, sostenuti dal sacramento del Corpo e Sangue di Cristo,
compiamo il viaggio della nostra vita, fino ad entrare nella gioia dei santi,
tuoi convitati alla mensa del regno.

Nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro
In piazza della Repubblica

In questo luogo, teatro di manifestazioni di identità civile, di proposta, di protesta, di richiesta di giustizia, libertà, lavoro e di pane… questa sera noi cristiani siamo a manifestare, a manifestare con la presenza e la voce:
– La fede nella presenza del Signore Gesù tra di noi, nel mondo
– L’adorazione, la gratitudine e la lode per Colui che, fatto uomo, ha volontariamente donato la sua vita per l’umanità e per il mondo;
– la comune volontà di continuare e annunciare quanto Gesù ci ha consegnato ed affidato: l’amore, il perdono, la misericordia, l’unità e la pace.
– Il nostro attaccamento per la nostra città e la preoccupazione per la sorte e le sofferenze dei cittadini.
Ai nostri giorni, questa sera, la gente continua a chiedere a Gesù “Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo?”. Lo chiede a noi, suoi discepoli, visto che a Gesù non riesce ad arrivare.
Non bastano le nostre parole, i nostri argomenti logici quali dimostrazioni apodittiche della fede.
Non ha valore sufficiente la memoria dei prodigi compiuti da Dio nel deserto a favore del suo popolo: il dono della manna, la guarigione dai serpenti, il dono della sorgente dell’acqua dalla roccia.
E non convince neppure l’aver sfamato migliaia di persone nella moltiplicazione dei pani e dei pesci.
E inoltre, l’uomo digitale è troppo occupato o distratto per prestare attenzione a Gesù e riconoscere in Lui il pane di Dio che nutre e alimenta la vita degli uomini.
Gesù procura l’esistenza al mondo con il dono della sua vita, con la presenza di coloro che si sono nutriti del suo corpo e sangue e continuano ancora oggi a donare la vita agli uomini di oggi.
I discepoli di Gesù, i cristiani col cuore di Cristo, con la carità sono oggi il segno che Gesù ha posto nel mondo perché gli uomini di oggi credano.
Oggi abbiamo la responsabilità di offrire al mondo questo segno. La Chiesa, tutti i cristiani con la loro fede, speranza e carità, con lo stile di vita simile a quello di Gesù, siamo oggi Cristo prolungato nel tempo, che cammina accanto ad ogni uomo.
In queste nostre città noi cristiani, fedeli al mandato di Gesù, abbiamo un supplemento di responsabilità per integrare quanto manca, per debolezza o malizia, in termini di verità, di promozione della giustizia, della concordia e della pace.
Sull’esempio di Gesù, che ha assunto la condizione umana, anche negli aspetti di debolezza e di fragilità, per rinnovarla e salvarla, anche noi contando sulla forza del Pane eucaristico, vogliamo farci carico delle gioie e delle speranze dei nostri concittadini. La riflessione, il discernimento, il confronto dialettico, l’azione educativa, la preghiera e l’impegno specifico attivo, ciascuno secondo le proprie competenze e possibilità, saranno gli strumenti che siamo chiamati a mettere in campo per il bene comune.
Gesù, che ci guida nelle vie della nostra città, ci insegni a farci carico dell’uomo e ci doni la forza di osare e comprometterci.

Da questo luogo Gesù benedice la nostra città e i suoi cittadini di ogni credo e cultura.
Benedice i malati nel corpo e nello spirito: per loro invochiamo salute e verità.
Benedice i disoccupati e coloro che sono preposti a creare politiche adeguate per il benessere di tutti.
Benedice i giovani, i loro progetti e le loro speranze.
Benedici gli Amministratori, perché non si scoraggino di fronte alle difficoltà e si lascino guidare sempre dalla rettitudine, dallo spirito di servizio, dal disinteresse personale, dalla ricerca del bene comune.
Benedice tutti coloro che hanno bisogno di amore e di benedizione.
Grazie, Gesù per la tua presenza. Grazie perché sei con noi. Grazie per il tuo amore.