Esequie di mons. Lorenzo Civili

Partecipazione spirituale di mons. Paglia e di mons. Vecchi e di altri sacerdoti, lontani dalla Diocesi.
La vita di ogni cristiano e specialmente di un sacerdote è annuncio attuale delle beatitudini, predicate e annunciate da Gesù alle folle e ai discepoli.
Anche nella nostra diocesi, tra di noi, in questi ultimi tempi, la lieta notizia del Vangelo delle beatitudini è risuonata attraverso l’esistenza benedetta di alcuni sacerdoti, che nel giro di poco o tanto tempo, hanno concluso l’esistenza terrena: oggi Don Renzo Civili, due anni orsono don Sandro Bigi e meno di un mese fa don Maurizio Cuccato: testimoni, ognuno secondo la propria misura e caratteristica, dell’annuncio-comandamento di Gesù:
“beati i poveri, beati quelli che sono nel pianto, beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, beati i misericordiosi, beati i puri di cuore, beati gli operatori di pace…”.
In ognuno abbiamo visto splendere la parola di Gesù, abbiamo visto anche la fatica di raggiungere l’obiettivo e l’ideale della piena conformazione a Gesù. Ma ognuno, e in particolare questa sera don Renzo, come l’Apostolo, ora comunica a noi: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” (2Tim, 4,7).

Mons. Civili nella sua lunga esistenza, ha combattuto la battaglia della fede, del Vangelo, della giustizia, della cultura cristiana.
Il suo apostolato ha avuto come spazio privilegiato e prolungato il cuore stesso della cristianità, Roma, al servizio della Santa Sede a favore di tutta la Chiesa in qualità di protonotario apostolico e di giudice rotale.
Il suo legame con la nostra Diocesi è stato sempre vivo, soprattutto attraverso la comunità Amerina, sia quella cristiana, in qualità di vicario generale, parroco, vicario giudiziale; sia quella civile, per la quale ha contribuito alla riscoperta della identità, di altri parlerà. Negli ultimi anni la sua presenza in Amelia si era fatta più stabile e viva con la Messa nella concattedrale, l’assistenza spirituale della “Confraternita della morte e dell’orazione”, e rettore di S. Maria di Porta.

Nei confronti della mia persona aveva manifestato particolare affetto e simpatia. Era stato lui, in qualità di protonotario apostolico a firmare la bolla di nomina della mia persona a vescovo di Terni-Narni-Amelia. Durante gli esercizi spirituali trascorsi in Amelia, prima della Ordinazione episcopale, incontrai per caso mons. Civili mentre si recava a celebrare: “Lei non mi conosce, io invece la conosco” mi disse, rimanendo in macchina, “vedrà che si troverà bene in questa diocesi”. Ovviamente solo nei giorni seguenti seppi il nome de mio illustre interlocutore.
Infine, soprattutto nell’ultimo anno, durante le visite nella sua abitazione, confermando col gesto della mano, e quasi sottovoce, mi diceva:”Coraggio, vada avanti! La direzione è quella giusta e la gente l’apprezza!”. Non meritavo tanta benevolenza, ma le sue parole indicavano attenzione alla diocesi e affetto per la mia persona.
Ognuno di noi potrebbe esprimere un ricordo o qualche parola di particolare attenzione.
Noi,questa sera, vogliamo vederlo come avvolto dal Signore e trasformato dalla sua Parola.
“Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio…” ci annuncia il libro della Sapienza, che esprime insieme speranza e ammonimento.
Parola di speranza: Dio si prende cura, custodisce nelle sue mani coloro che nella vita hanno risposto alla Sua Chiamata e cercato e seguito la giustizia, cioè la santità. La vita, accolta e vissuta come prova, attraverserà purificazione e avrà come sbocco la pace: quella di Dio.
Parole di ammonimento e richiamo alla responsabilità: la vita è una prova, che consiste nel perseverare nella verità e nell’amore e dovrà attraversare la verifica del giudizio.
Una volta i cristiani sapevano del giudizio, quale epilogo di ogni esistenza e monito per una esistenza di responsabilità. Siamo consapevoli di dover, anche noi rispondere al giudizio di Dio, che verterà soprattutto sulla osservanza del comandamento dell’amore?

Mons. Renzo ha raggiunto 91 anni di età, 67 di sacerdozio (il 2 luglio), di servizio di Dio, di amministratore dei Santi Misteri, di apostolato sacerdotale in mezzo al popolo di Dio.
Siamo qui per ringraziare Gesù sommo sacerdote e buon pastore per aver associato a sé questo suo servo e per il bene che attraverso don Renzo ha operato nella Chiesa e anche verso di noi.
Ma siamo qui anche per la preghiera di suffragio per lui. Siamo consapevoli della fragilità umana e perché l’opacità e la debolezza può riguardare anche le scelte quotidiane compiute dai santi.

Mentre celebriamo questa eucarestia carica di speranza per il nostro fratello don Renzo e per tutti noi, la Chiesa ci invita a proiettare le sguardo nell’Aldilà attraverso la lettura dell’Apocalisse.
Contempliamo la Gerusalemme nuova, la città santa, con Cristo risorto seduto in trono, scende dal cielo per la festa nuziale tra Dio e l’umanità, tra Dio e l’anima, tra Cristo e la Chiesa.

Questa cattedrale, nella sua configurazione architettonica, sospesa tra cielo e terra, esprime e rappresenta tale immagine giovannea e la realtà dell’incontro tra Dio e l’anima, tra Cristo e la Chiesa. E’ la raffigurazione plastica della nuova Gerusalemme, che scende dal cielo, con Maria ss. Assunta, incoronata regina della Chiesa, della Diocesi, delle nostre anime e anche di don Renzo, che ora contempla Dio faccia a faccia.

Mentre la nostra chiesa particolare, unita, in comunione col vescovo, con i presbiteri, vivi e defunti, e con tutto il popolo di Dio rinnova la fede e la speranza nella risurrezione, vogliamo pregustare nell’Eucarestia un anticipo dell’incontro con lo sposo divino.
Chiediamo a Gesù che doni a noi il dono della Comunione e la passione per la missione nell’annuncio del Regno.
Chiediamo a Gesù il riposo eterno per questo suo ministro defunto don Renzo, ma chiediamo anche con insistenza e fiducia di inviare nuove vocazioni e ministri santi nella nostra Chiesa.