Festa di Santa Fermina 2021

Anche quest’anno la festa di in onore di santa Fermina, avviene in forma dimessa a causa della epidemia del Coronavirus e delle relative limitazioni.
In ogni caso intendiamo in questa celebrazione dare risalto ai nostri sentimenti di gioia e di festa.
Ribadiamo e rinnoviamo il gemellaggio e la comunione con la comunità civile ed ecclesiale di Civitavecchia, che insieme alla nostra Chiesa venera come patrona santa Fermina.
Un saluto ai canonici, confratelli sacerdoti, ai diaconi qui presenti.
Un saluto fraterno ai vescovi Gianrico e Luigi, ai fedeli e alle autorità e abitanti di Civitavecchia
Un saluto alle autorità, la sindaca Laura Pernazza, all’Ente Palio, ai rappresentanti dei comuni e dei castelli, che ancora una volta hanno compiuto il gesto di devozione dell’offerta dei ceri, simbolo della propria fede e della devozione alla Santa Fermina;
un saluto e a tutti i cittadini di Amelia e ai cristiani della diocesi di TNA.
Un pensiero particolare ai giovani, ai malati e agli anziani; pace a tutti voi qui presenti.

La prima lettura proclamata dal libro del Siracide esprime meraviglia e gratitudine dell’uomo malato e guarito, sottoposto alla prova e liberato, che ha attraversato il pericolo, ma è stato salvato, che ha superato il baratro della morte.
Ognuno di noi, guardando alla sua condizione, che ha attraversato vari stadi di sofferenza, può far sue queste parole, insieme a santa Fermina, passata attraverso le pene della persecuzione, ma sostenuta e liberata dalla morte.
“Allora mi ricordai delle tue misericordie, Signore, e dei tuoi benefici da sempre, perché tu liberi quelli che sperano in te, li salvi dalla mano dei nemici” (8).

La festa della nostra patrona ogni anno è come la porta che apre ad un nuovo anno liturgico, e ci incoraggia a ricominciare il cammino incontro al Signore, rinnovare il nostro itinerario di fede. La Chiesa cittadina e diocesana è caldamente invitata dalla testimonianza di Firmina e Olimpiade a stingersi attorno a Cristo che viene.
Quest’anno siamo coinvolti nel percorrere insieme la strada della riscoperta della nostra identità di Chiesa, popolo di Dio che cammina insieme verso il Regno. In maniera sinodale.
E proprio in questa circostanza mi rivolgo a tutti voi, cristiani di Amelia, per rispondere all’invito di papa Francesco per partecipare al sinodo dal tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Un percorso che vede coinvolta tutta la Chiesa nei prossimi due anni ed io mi auguro che anche voi, all’interno delle vostre parrocchie, diate un contributo per delineare responsabilmente il volto della Chiesa specie nel contesto della instabilità e indifferenza religiosa, aggravata dalla pandemia.

Cari fratelli e sorelle,
questa è l’ultima volta che presiedo come vescovo di questa chiesa particolare la celebrazione della Patrona santa Fermina. Desidero manifestarvi alcuni miei sentimenti, che riguardano questa comunità amerina e che affollano la mia mente in questi giorni di trasferimento.

Ho iniziato la permanenza in diocesi facendo gli esercizi spirituali proprio in Amelia, nel monastero di san Magno. E ora nella memoria di quei giorni e di tutti gli altri trascorsi nelle parrocchie e nelle contrade amerine, desidero esprimere il mio ringraziamento a tutti: cristiani, sacerdoti, religiosi, religiose e cittadini.
Un grazie particolare alle Istituzioni civili e militari, alla sindaca, al presidente e componenti ente Palio dei Colombi, al direttore e al personale dell’ospedale, agli Amici del Duomo.

Custodite e annunciate il Vangelo, parte integrante la vostra storia, cultura e tradizione,
Vangelo incarnato e testimoniato nelle persone, nelle strutture e nelle opere cristiane.
La testimonianza dei Santi: antichi e recenti, particolarmente la patrona Fermina e poi Olimpiade, la beata Lucia Bufalari, il servo di Dio il vescovo Loiali;
La testimonianza delle opere: questa cattedrale, le numerose chiese, monumenti eloquenti della fede dei vostri padri e delle comunità lungo i secoli;
Le comunità parrocchiali, i sacerdoti oggi presenti e quelli che si sono avvicendati, i diaconi: particolarmente caro mi è don Sandro Bigi v.m., e poi i religiosi e le religiose, il monastero con le monache di san Magno, la comunità Incontro, la cittadella della Carità.

So bene che viviamo in una società che si è laicizzata. E tuttavia nella vostra città non si manifestano quelle forme estreme di laicismo, che anche se appagano superficialmente la emotività di alcuni, possono demolire un patrimonio di cultura, di fede, di bellezza raffinata e di amore.
La comunità cristiana, il popolo di Dio, che in questa città è vivo e attivo, deve compiere un ulteriore slancio di consapevolezza, responsabilità e partecipazione per dare corpo e profumo al Vangelo, ricevuto in eredità dai vostri padri e che ancora oggi risuona nelle chiese, nelle comunità, nelle famiglie, negli eventi.
Alle istituzioni non chiediamo privilegi, ma il riconoscimento del bene, del bello, del contributo e della propulsione, che la Chiesa e i cristiani in passato e oggi forniscono al progresso di questa comunità.

In oltre sette anni ho avuto modo di imparare ad amare questa comunità. In collaborazione con le Istituzioni civili e con gli uffici competenti della diocesi abbiamo dato un contributo per arricchire e consolidare il patrimonio artistico di questa città. Dal completamento dei lavori sulla cattedrale fino allo smantellamento delle impalcature, che la ingabbiavano da tempi imperituri; al restauro delle chiese di s, Agostino, di S. Maria di Porta, all’imminente consolidamento della chiesa-oratorio della confraternita di San Girolamo di Posterola, restauro e avvio della cittadella della carità con le opere annesse.
La visita pastorale, si è dispiegata in un capillare e prolungato incontro con la gente dei paesi, dei borghi e dei castelli, di ogni estrazione e credo religioso e politico per seminare incoraggiamento e speranza.

Il rapporto rinvigorito con la comunità Incontro: dalla cordiale visita fatta a don Pierino, nei giorni successivi al mio ingresso ad Amelia, fino alla celebrazione del suo funerale (12-8-2014), all’apertura della porta della misericordia nell’anno santo all’interno della Comunità, a tanti momenti solenni e speciali con i ragazzi e tutto il personale.

Alla comunità cristiana, alle parrocchie della città e della forania rinnovo l’invito a procedere in maniera sinodale, camminare insieme, ascoltando tutti e valorizzando le esigenze e gli apporti di tutti: semplici, poveri, dotti e benestanti.
Una raccomandazione, già formulata a conclusione della visita pastorale, e ora riproposta con calore: non vivere la vita della parrocchia in maniera autoreferenziale, quasi chiesa autonoma e indipendente. Costruite la comunione, testimoniando la chiesa sinodale, sacramento di unità del genere umano.

E infine rinnovate l’entusiasmo in questo tempo di pandemia, assumendo e realizzando il programma condiviso a settembre e rilanciato nel fascicolo sinodale: ”Annunciare il vangelo in tempo di rinascita”. Sostenuti e guidati dai nostri santi, che vivono con noi e in mezzo a noi: Fermina, Olimpiade, i santi patroni delle nostre comunità, il servo di Dio Mons. Vincenzo Loiali.
A tutti comunque dico il mio grazie, su tutti invoco la benedizione del Signore.

+ P. Giuseppe Piemontese OFM Conv
vescovo