Festival spiritualità teresiana – “Teresa ed i sensi spirituali” il 3 ottobre

Quindicesimo appuntamento del Festival di spiritualità teresiana “Teresa tra azione e contemplazione”

Sabato 3 ottobre 2015 ore 16,30, presso la Basilica carmelitana di San Valentino Terni – “Teresa ed i sensi spirituali” conferenza a cura di padre Roberto Fornara Ocd,

Il corpo è stato da sempre tematizzato nella religione, tanto più che esso si manifesta in tutte le dimensioni delle religione: sociale, rituale, esperienziale, dottrinale, mitologica, etica.
Il corpo nel Cristianesimo è stato da un lato svalorizzato, perché considerato impuro, mortale, fonte di tentazione, secondo la prospettiva dualistica, di origine neoplatonica, che sancisce una netta dicotomia spirito-materia. Dall’altro è stato riabilitato come facente legittimamente parte del rapporto tra Dio e la persona, tanto più che il Cristianesimo è la religione dell’Incarnazione e che il corpo è secondo San Paolo il “Tempio dello Spirito”.
E` proprio alla dimensione sensoriale della prossimità con Dio che è dedicata questa conferenza, di cui Teresa d’Avila è un esempio emblematico. Basta pensare alla descrizione così vivida che Teresa fa delle sensazioni provate quando viene trafitta da un angelo con una freccia (Vita, 29, 15).
Tutti i grandi mistici descrivono i risvolti fisici (piacevoli e spiacevoli) delle loro estasi che suscitano interesse, ma al tempo stesso anche sospetto. Due sono gli ambiti principali dell’esperienza corporea nella mistica: la mistica della croce (esperienze di stigmatizzazione, il patimento di sofferenze come quelle di Gesù) e la mistica dell’amore (la sensazione di essere baciati/abbracciati/uniti a Gesù; la percezione di profumi che annunciano la presenza divina, etc.).
Soprattutto in questo secondo ambito si inscrive l’esperienza di Teresa che, da donna, non separa mai anima e corpo, come testimoniano i racconti delle sue esperienze mistiche contenuti nelle sue opere più spirituali.
Ma anche la preghiera teresiana, proprio perché è concepita come un “rapporto di amicizia”, non pretende la disincarnazione e la messa tra parentesi dei sensi da parte dell’orante. Al contrario Teresa suggerisce, a partire dal suo vissuto, di aprire allo Spirito i sensi perché essi, abitati/affinati dal Soffio divino, possano divenire strumenti di una conoscenza ancora più approfondita di Dio, che peraltro è pienamente afferrabile, così come suggeriva di fare Ignazio di Loyola nei suoi esercizi spirituali, dai nostri sensi nella “umanità” di Cristo. L’avevano ben compreso i Padri del deserto, a cui il Carmelo riformato non a caso si ispira, che predicavano non la “rimozione” dei sensi in quanto il corpo è “la tomba dell’anima”, ma che ipotizzavano la loro “trasfigurazione” (diventando “sensi spirituali”). I sensi spirituali non sono diversi da quelli materiali, ne sono l’ampliamento ed il fisiologico sviluppo/raffinazione della capacità di captare la qualità spirituale delle cose e dell’umano. I sensi purificati diventano allora non i nemici della preghiera, ma i suoi più fidi alleati.

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