Filmfestival Popoli e Religioni – apertura dedicata alle vittime degli attentati di Parigi. Il cardinale Bassetti: “gesti disumani”

E’ stata dedicata alle vittime degli attentati di Parigi la giornata di apertura dell’undicesima edizione del festival Popoli e Religioni, aperta al Cityplex Politeama di Terni con il film “Paradiso perduto” di Alfonso Cuaron e con l’inaugurazione alla quale sono intervenuti la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, il cardinale Gultiero Bassetti presidente della Ceu, il vescovo Giuseppe Piemontese, il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, l’assessore alla cultura Giorgio Armillei, il presidente della Fondazione Carit Mario Fornaci, il presidente onorario del festival Krzysztof Zanussi.

Il cardinale Gualtiero Bassetti nel corso dell’intervento all’inaugurazione del filmfestival Popoli e Religioni ha fatto riferimento agli attentati di Parigi: “Il terrore vuol dire paura e il terrorismo vuol impaurire e creare questo tipo di situazioni. La cosa migliore per reagire è quella dell’accoglienza, dell’integrazione e del dialogo perchè non sono le religioni la causa delle discriminazioni e delle lotte. Sono dei fanatismi, degli eccessi, che possono prendere a volte qualche pretesto religioso, manifestati da uomini che non vengono da esperienze religiose, ma che ne hanno preso qualche ideologia estrema. Le religioni sono sempre fondamento di dialogo, di pace e di misericordia”.
“Con dolore profondissimo – ha aggiunto il cardinale Bassetti – lasciatemi dire che i drammatici attentati di Parigi di ieri sera, si collocano senza dubbio nella categoria del disumano. Azioni e gesta di una violenza cieca e inqualificabile, che hanno colpito uomini e donne totalmente innocenti, uccisi solamente perchè abitavano in quei terribili momenti i luoghi degli attentati. Questa follia terroristica, che uccide in nome di un furore ideologico che ha la presunzione di richiamarsi a un dio onnipotente, non può avere in nessun modo una giustificazione sociale, culturale, politica e tantomeno religiosa.
Le religioni, e soprattutto le tre grandi religioni monoteiste, ebraica, cristiana mussulmana, non hanno nulla a che vedere, in quanto tali, con questi episodi, perchè sia l’islam che l’ebraismo che il cristianesimo, partono dal presupposto e dalla concezione di un Dio misericordioso. Allora è chiaro che coloro che seguono questo Dio devono avere il cuore stesso di Dio nei rapporti con i loro fratelli. Un sociologo ha detto che questa è una guerra di tipo nuovo, quasi una guerra liquida dove il terrore e la morte esplodono all’improvviso senza campi di battaglia definiti e con eserciti apparentemente invisibili. Ma nulla è invisibile all’occhio sapiente di Dio, il cui giudizio insindacabile si baserà sulla capacità d ogni uomo di generare amore, e non certo quello di diffondere odio e morte. Noi siamo stati creati ad immagine di Dio e siamo per generare, dare e produrre solo amore, accoglienza, rispetto, sentimenti di fraternità. Davanti a questa scia di morti il mio pensiero va alle vittime e alle loro famiglie, il volto della morte dell’innocente è anche il volto di Gesù e noi oggi guardiamo a quel volto con speranza e fede certa, non in cerca di una vendetta ma per chiedere implorati solo la giustizia di Dio per queste povere vittime. Il secondo pensiero si rivolge invece a questa umanità martoriata da questi atti disumani, da gesti violenti con un particolare riferimento all’Europa segnata dal sangue e dagli attentai terroristici. Anche in questo caso non chiediamo vendetta ma che il soffio dello Spirito Santo possa ispirare tutti i governanti per poter fornire una risposta credibile a questi gesti irresponsabili”.

Anche il vescovo Giuseppe Piemontese nel suo saluto all’inaugurazione del festival ne ha sottolineato l’aspetto di una festa dell’incontro di persone di diversa cultura e religioni diverse. “Dopo quanto accaduto a Parigi, forse, dobbiamo togliere questa parola festa per preferire un momento di riflessione e di assunzione di responsabilità da parte di tutti noi – ha detto il vescovo -. Questo evento che va avanti da tanti anni e organizzato con impegno dall’Istess, vuole favorire e mettere insieme culture, popoli e religioni diverse per una convivenza pacifica e per crescere insieme all’interno della nostra città e della nostra regione, nella direzione di ciò che abbiano in comune, nello stile del dialogo attraverso lo scambio di esperienze di storie e di valori di culture che vengono riproposte attraverso le immagini del cinema”.
“Il tema del paradiso perduto ci riporta ad una realtà che non si può raggiungere in pienezza – ha concluso il presule – anzi a volte questo paradiso diventa una nostalgia, di ciò che noi desideriamo profondamente e che ricerchiamo con tanta insistenza, ma che non riusciamo a raggiungere. Questa nostalgia può anche accontentarci, in attesa di una pienezza, se la sentiamo e sperimentiamo con grande impegno e grande umanità. Pensiamo che il vero paradiso dato all’uomo è quello che ha promesso e ci dà Gesù attraverso una pienezza di umanità e di spiritualità”.