Narni – cerimonia dell’offerta dei ceri

Questa sera rievochiamo e rinnoviamo il gesto delle autorità comunali della città di Narni, delle sue contrade e dei rappresentanti delle arti, per l’offerta dei ceri a san Giovenale nelle mani del suo successore il vescovo di Narni.
Un gesto, che si ripete da secoli, che inserito nella rievocazione e nella ripresentazione di antiche tradizioni, si purifichi sempre di più fino ad esprimere nella verità ciò che vuole significare.
Tradizione e folklore devono convergere nella chiarificazione e nel rafforzamento del rapporto identitario della città e di tutti noi attorno a san Giovenale e a ciò che a lui premeva: l’adesione religiosa, l’amore per Dio e la cura per la città che gli era stata affidata.
Gli stessi statuti di questa città (Statuti del 1371), sottoscritti anche dal vescovo del tempo, come è rappresentato in questa cattedrale, sono il riferimento rinnovato di una relazione già inscindibile tra la città di ieri e di oggi verso san Giovenale e la chiesa particolare.
Viene spontaneo chiedersi circa l’offerta dei ceri: quale è il senso dell’offerta dei ceri? I ceri, quelli autentici, profumati sono opera delle api e non di sostanze miste e inquinanti. La cera si usa per la pulizia, la lucidatura, per dare brillantezza I ceri restano il mezzo insostituibile per fare luce nelle notti oscure, quelle antiche e quelle moderne soggette a black out, fonte di sicurezza Essi sono espressione di coraggio e di speranza: ceri nei luoghi di attentati, nei cimiteri, dinanzi alle immagini dei cari defunti.
Sono simbolo di fede e di preghiera, espressione di devozione della persona verso Dio e i santi che si prolunga nel tempo per la durata della fiamma.
Questa sera i ceri sono segno di gratitudine e di affetto verso san Giovenale. L’offerta dei ceri rappresenta l’offerta della nostra persona a Dio per amore di san Giovenale, infatti come diceva s. Ireneo di Lione, “vera gloria di Dio è l’uomo vivente”.
La vita dell’uomo è la cosa più preziosa che esista sulla terra. La simbolica liberazione del prigioniero di questa sera, in nome e memoria di san Giovenale, ci ricordi tale preziosità di ogni vita umana, di qualunque colore cultura, di
qualunque condizione sociale o provenienza, dal primo istante del suo concepimento fino all’ultimo respiro. E oggi, nella nostra evoluta società, non sembri una cosa scontata.
Abbiamo notizia e assistiamo in diretta, sui media, alla presenza della schiavitù in tante parti del mondo, all’asservimento di uomini da parte di altri uomini. Questa sera, mentre siamo emotivamente presi dalla rievocazione di fatti della nostra storia e dalla memoria di san Giovenale, lasciamoci muovere e guidare dal nostro Santo verso una umanità nuova e una promozione di pace, libertà e amore per Dio e per gli uomini.
Auguro che in questi giorni di festa non prevalga l’uomo pagano che è in ognuno (con tutto ciò che comporta: slealtà, volgarità, ubriacatura, sregolatezze nell’uso di sostanze di ogni genere) ma il cittadino nobile, che sa unire la gioia, l’allegria alla sana armonia dello stare insieme agli altri nell’amicizia e nella festa … nel nome di san Giovenale.
Formulo l’augurio che viviate questi giorni nella serenità, nella lealtà e allegria, ma anche nella riscoperta del vostro amore per san Giovenale e di quei valori, civili e cristiani, che costituiscono la vera nobiltà delle vostre contrade e della vostra città, nel passato e nel presente.

San Giovenale 2016 - offerta dei ceri (12)

 

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