Natale 2017 – celebrazione prenatalizia al Tubificio Ast di Terni

Seguendo una antica tradizione, la città, rappresentata dalle Istituzioni si ritrova attorno alla grande famiglia delle Acciaierie, ai lavoratori, impiegati, dirigenza, proprietà per uno scambio di auguri in una delle feste più importanti e sentite dell’anno. L’atmosfera natalizia ravviva i ricordi, accende la speranza, rafforza le attese di benessere e l’impegno per un futuro migliore.
Tutto ciò lo sintetizziamo ed esprimiamo con le espressioni degli auguri reciproci, ma soprattutto con la celebrazione dell’Eucarestia nella quale le parole che pronunziamo sono rese efficaci dalla presenza di Gesù Cristo, che rinnova il mistero del Natale.
La nostra attenzione viene richiamata dai canti, dai colori della liturgia
Il viola della penitenza, del lutto e della speranza, proprio delle domeniche di quaresima e di avvento, oggi, nell’imminenza del Natale cede il posto al rosa della speranza, prossima a realizzarsi, della gioia pregustata a causa dell’evento imminente della nascita di Gesù.
Il Natale, nei pochi spazi che ci vengono lasciati liberi dallo stordimento del consumismo e dalle maniere di questi giorni,quasi di sfuggita apre il cuore alla speranza, attesa di un messia.
Quale Messia aspetta o cerca l’umanità? Quale Messia aspettiamo noi?
Al tempo di Gesù vi era una forte attesa del Messia: del Salvatore, del nuovo re di Israele, del nuovo legislatore, di colui che avrebbe colmate le attese del popolo. Ma i soggetti o protagonisti di tale personaggio spesso erano confusi e il popolo con i sacerdoti, gli scribi, i farisei e i capi in genere non davano orientamenti precisi.
Perciò quando sentono parlare di Giovanni Battista inviano i loro discepoli ad interrogarlo, ad intervistarlo poiché percepiscono dei segni messianici nell’esperienza di Battista: chi sei?

Nel Vangelo troneggia la domanda rivolta a Giovanni: chi sei?
Giovanni è personaggio centrale nel Vangelo, Gesù dirà: tra i nati di donna non vi è uno più grande di Giovanni Battista.
Rgli viene definito::Il Precursore (Sinottici) – il testimone della luce – la Voce ( Giovanni Evangelista)
Giovanni lo presenta come Testimone della luce. Ha visto Gesù: l’uomo, ma è andato oltre, ha visto la luce che rivelava il volto autentico di Dio e il volto dell’Uomo riuscito, agnello del riscatto.
Venne come testimone della luce. Gesù: io sono la luce del mondo. Ai discepoli dità: voi siete la luce del mondo, chiamati a riflettere la luce nuova.
Anche noi saremo testimoni della luce se la vita sarà splendida della luce di Gesù.

Dunque chi sei? Cosa il Battista pensa di se stesso, quale è la tua identità, visto che sembri il Messia?
“Io non sono il Cristo”,
Sei Elia (libro dei re: Elia tornerà prima della venuta del messia):” non lo sono”
Sei il profeta? Era quel personaggio promesso da Mosè: Dio invierà un profeta pari a lui.
Battista non rientra nei loro schemi e attese.
I profeti non sono catalogabili: parlano in nome di Dio, diversi e strani che inquietano le coscienze.
Tre risposte, quasi irritate: Non sono io il Cristo… non lo sono… no…
Ma chi sei?
IO Voce di uno…
Ognuno di noi in forza del battesimo e voce
Distinguere la voce dalla Parola, che è Gesù che ci parla di Dio e dell’uomo.
Noi siamo voce come Battista.
Giovanni è la voce. Del Signore invece si dice: «In principio era il Verbo» (Gv 1, 1). Giovanni è la voce che passa, Cristo è il Verbo eterno che era in principio. Se alla voce togli la parola, che cosa resta? […] Vediamo in proposito qual è il procedimento che si verifica nella sfera della comunicazione del pensiero. Quando penso ciò che devo dire, nel cuore fiorisce subito la parola. Volendo parlare a te, cerco in qual modo posso fare entrare in te quella parola, che si trova dentro di me. Le do suono e così, mediante la voce, parlo a te. Il suono della voce ti reca il contenuto intellettuale della parola e dopo averti rivelato il suo significato svanisce. Ma la parola recata a te dal suono è ormai nel tuo cuore, senza peraltro essersi allontanata dal mio. Non ti pare, dunque, che il suono stesso che è stato latore della parola ti dica: «Egli deve crescere e io invece diminuire»? (Gv 3, 30). Il suono della voce si è fatto sentire a servizio dell’intelligenza, e poi se n’è andato quasi dicendo: «Questa mia gioia si è compiuta» (Gv 3, 29). Teniamo ben salda la parola, non perdiamo la parola concepita nel cuore. Vuoi constatare come la voce passa e la divinità del Verbo resta? Dov’è ora il battesimo di Giovanni? Lo impartì e poi se ne andò. Ma il battesimo di Gesù continua ad essere amministrato. Tutti crediamo in Cristo, speriamo la salvezza in Cristo: questo volle significare la voce. E siccome è difficile distinguere la parola dalla voce, lo stesso Giovanni fu ritenuto il Cristo. La voce fu creduta la Parola; ma la voce si riconobbe tale per non recare danno alla Parola. Non sono io, disse, il Cristo, né Elia, né il profeta.

Non è il messia che voi vi aspettate: state attenti che la luce è in mezzo a voi: parola – Vangelo – luce di Dio.
Quale Messia aspettiamo noi?
La risposta parte dalla considerazione che Dio risponde ai nostri bisogni, ma va oltre: dà senso alle nostre domande.
Da questo luogo non possiamo non volgere lo sguardo alle persistente Incertezze e alle corrispondenti speranze nel mondo del lavoro: tutto in movimento… incerto e instabile
Una crisi… infinita con qualche timido accenno di ripresa non risolutivo nel mondo del lavoro,
Un mondo di sofferenza interiore, mista di nostalgia, malinconia, rimpianti.
Impoverimento della città, del territorio privato delle forze giovani, creative e innovative.
I giovani costretti ad emigrare
Oltre600 giovane della Provincia di Terni che hanno lasciato la città per emigrare all’estero nel solo 2016
E spesso cerchiamo e ci affidiamo a qualche messia, qua e là, che risolva i nostri bisogni.
Le prime avvisaglie della presenza di Messia risolutori ci giungono dalle imminenti: politici che si presentano come odierni messia, capaci di assicurare ricchezza, sicurezza, benessere, giustizia.

Quale messia aspettiamo: non riconosciamo la luce perché avvolti dalle tenebre.
Riconociamo la luce di Cristo.
Altrimenti le nostre attese solo sul biologico.
Egli è in mezzo a voi, è la luce, il senso della vita… ma i vostri interessi sono altri.
Se non accogliamo la luce la vita non avrà senso.

Il Messia è in mezzo a noi: la Parola, i sacramenti, la capacità di discernere, di adoperarci con l’intelligenza per trovare soluzioni giuste, appaganti, realistiche che tengano conto della mente, del cuore, della solidarietà, della giutizia, dell’etica e della morale.
Testimoni: i tanti uomini e donne che indicano la strada giusta: Madre Teresa, Papa Giovanni Paolo II, Papa Benedetto, Papa Francesco, tanti uomini giusti di vari popoli e religioni.

Un natale della identità che porta all’interiorità
Un natale che da senso all’esistenza
Un natale del mistero della vita, dell’universo, di Dio in esso
Dio che si fa uomo per accompagnarci alla scoperta della vita vera.
Contempliamo lo sguardo di un bambino: vi leggiamo il mistero di Dio.
Accompagniamoci alla vita di un uomo, ogni uomo: giovane, anziano, sano o malato, lavoratore o disoccupato, concittadino o straniero…
Impariamo da Gesù: è venuto in mezzo a noi per aiutarci a sentirci tutti fratelli e figli di Dio.

Non va confusa con la fantasmagoria delle luminarie che invadono le nostre strade dando loro l’apparenza di un Luna Park e facendo scomparire Colui che attendiamo, la Luce vera.
Non ci stordiamo nelle luci delle feste dell’Inverno o di Babbo Gelo, attendiamo il Figlio di Dio, Luce dalla Luce.