Parrocchia Santa Maria Regina – inizio della visita pastorale

Con l’accoglienza e la preghiera è iniziata la visita pastorale del vescovo nella parrocchia Santa Maria Regina a Terni. Ad accoglierlo il parroco don Gabriel Mario Caranta, il parroco emerito don Sandro Sciaboletta, la comunità dei fedeli e rappresentanti delle varie realtà parrocchiali.
Il parroco ha presentato la parrocchia e la storia della comunità, che negli anni ha dato vita a tante iniziative nella catechesi e carità, una tra le prime della città grazie all’opera dei sacerdoti e collaboratori.
“La catechesi è stata sempre la preoccupazione primaria di questa comunità – ha detto il parroco – rivolta ai fanciulli e ai ragazzi per la loro formazione cristiana con i genitori che venivano incontrati ogni mese. E poi la catechesi per gli adulti e l’approfondimento dei documenti conciliari con incontri settimanali. Attualmente si cerca, soprattutto nei momenti forti dell’anno liturgico, di presentare pratiche catechetiche per approfondire la propria fede e vivere con più intensità le celebrazioni liturgiche”. Nella parrocchia svolgono il loro servizio i ministri straordinari della comunione eucaristica e qui si sono formati i primi diaconi permanenti. Molto curata anche l’animazione liturgica e il coro. La parrocchia è stata la prima in diocesi ad avviare qualche decennio fa i corsi di preparazione al matrimonio e il consultorio “La famiglia” che trovo sede presso la parrocchia di San Cristoforo. Una comunità parrocchiale attenta alle povertà vicine e lontane, dove operano la conferenza di San Vincenzo, la Caritas parrocchiale e l’associazione “Diamoci una mano” che, in diversi modi, ma anche in comunione, cercano di aiutare i poveri che sono in parrocchia e anche fuori. Da ricordare poi l’impegno in favore della popolazione del Kosovo e il gemellaggio con la parrocchia dei Santissimi Angeli Custodi di Ferizaj, che ha portato all’adozione di famiglie kosovare da parte di 150 famiglie della parrocchia. Sono stati portati in Italia per cure mediche 87 bambini nei vari ospedali e 56 adulti, è stato costruito il villaggio di un centro sociale, si è contribuito con macchinari dismessi dalla ASL ad attrezzare le parti dell’ospedale di Ferizaj. Ancora oggi anche se in modo molto più dimesso continuano i rapporti con il Kosovo.

Coinvolgere i giovani come continuità di presenza. Con catechesi dopocresima, e incontri, campo scuola e fare comunità. Farli interessare a che i beni sono di tutti e riuscire coinvolgerli per mantenere i beni e poterlo utilizzare anche a chi viene dopo
Ricreare un gruppo per la formazione dei fidanzati, e formazione delle famiglie per il servizio delle coppie dei corsi prematrimoniale.