Pasqua 2018 – celebrazione della veglia pasquale

La nostra presenza qui questa notte, incontrare il Risorto, fare l’esperienza dei discepoli: lasciarci rivestire di Cristo, facendo memoria dei sacramenti pasquali: battesimo – Eucarestia.
Siamo discepoli del Risorto? Crediamo nella presenza viva in mezzo a noi del Signore Risorto? Siamo veramente convinti che la nostra vita è destinata alla risurrezione? E’ qui il discrimine tra il nostro modo di essere e gli altri che non credono e non hanno speranza.
Gli Evangelisti non intendono fare un rendiconto di cronaca, usano una modalità propria per narrare e annunciare la propria fede nella risurrezione.

Le donne andavano a fare visita al sepolcro.
Marco dice: andavano ad ungere il corpo morto di Gesù, ad imbalsamarlo
L’unica cosa capace di fare un uomo, è imbalsamare, costruire un monumento alla morte.
Chi ci rotolerà la pietra?: l’uomo vuole imbalsamare il cadavere ma è incapace di rotolare la pietra, spalancare la porta.
Al sepolcro le donne alzano lo sguardo: immagine di ciò che ha fatto l’umanità fino a quel momento: Le speranze dell’umanità guardando verso la terra, le risposte si ricercano dalla terra. Sulla terra si può allungare la vita, ma è solo prolungamento di una vecchiaia.
Di fronte, ad ogni sepolcro fare come le donne: alzare lo sguardo.
Quella pietra è stata rotolata da Dio.

Le donne entrano nel sepolcro. Vedono un giovane avvolto in una veste bianca splendente. Invece della morte trovano una vita giovane. Da quando nello sheol è giunto Gesù la vita è giovane.
Seduto alla destra, dove si aspettavano di trovare dei cadaveri, ma è tutto bello il mondo di Dio.
Le donne si spaventano (non la gioia), dominate dallo stupore – extasis come uscite da se stesse. Lo stesso quando si entra ne mondo di Dio.
Il giovane dice: non vi spaventate, cercate il Nazareno, il crocifisso:
gli estremi: Nazareth (dove tutto è cominciato), il crocifisso (dove tutto sembra finire).
Invito: andate, dite ai discepoli e a Pietro: Vi precede in Galilea.
Per noi, come per le donne, la risurrezione resta un mistero. Dov’è Gesù? Sì, è vivo, non è più qui. Ma dove si trova? Il suo modo di essere presente è cambiato. Non è più in un luogo.
E’ sempre altrove, sempre oltre, sempre davanti a noi: ci precede.
Fin dall’inizio del Vangelo Gesù chiede ai suoi discepoli: Venite dietro a me (Mt 4,19).
All’inizio si trattava di una sequela fisica: Gesù continuamente camminava e i suoi discepoli dovevano seguirlo.
Lo stesso invito rivolge anche a noi. Anche noi il Risorto precede, anche a noi mostra la strada.
Il solo modo per sapere dove andare è restare uniti a lui, fissare lo sguardo su di lui (cf. Eb 12,2).
La Galilea è il luogo nel quale tutto è iniziato: Gesù ha incontrato i discepoli per la prima volta, dove conducevano la loro vita ordinaria, pescavano, vivevano con la loro famiglia, la vita quotidiana. Ormai il luogo della presenza del Risorto è la nostra casa, il posto dove lavoriamo, dove cerchiamo lo svago, dove andiamo in vacanza. Là lo vedremo.
Possiamo allora accogliere l’invito del giovane uomo: Non abbiate paura (Mc 16,6).
La presenza del Risorto si fa ordinaria, vuole essere riconosciuta nel fratello o nella sorella, nell’amico, nel nemico, in coloro che non conosciamo, in ognuna delle persone che incontriamo. Ogni incontro può così diventare esperienza della resurrezione, ogni istante della nostra vita, anche quello apparentemente più insignificante, si trasforma in una soglia attraverso la quale varchiamo nella vita eterna.
L’augurio che formulo è che la nostra vita possa trovare consistenza e forza nella fede e nella presenza del Signore Risorto; che perciò non ci lasciamo prendere e vincere dalla paura di una vita riversa su se stessi, sulla terra; che abbandoniamo la tristezza scatenata dalla morte e da tutte le forze di morte diffuse nel mondo; che possiamo veramente incontrare il Risorto nella Galilea della nostra città e trasmettere e donare a tutti il supplemento della forza e dell’amore che ci viene dal Risorto.

Esprimiamo la nostra fede con le parole dell’antica Sequenza pasquale:
“Scimus Cristum surrexisse a mortuis vere: tu nobis victor Rex miserere, Alleluja!”.
Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi. Alleluja!”.
Buona Pasqua!