Pasqua 2019 – celebrazione della messa crismale. Mons. Piemontese: “Siamo di fronte all’assemblea che ringrazia e benedice per chi generosamente ha risposto alla chiamata e ha disposto l’esistenza a totale beneficio della comunità ecclesiale”.

Le celebrazioni del triduo pasquale sono precedute dalla Messa Crismale del mercoledì santo, presieduta nella cattedrale di Terni dal vescovo Giuseppe Piemontese, alla quale hanno preso parte i sacerdoti delle 81 parrocchie della diocesi, religiosi e diaconi, religiose, gruppi di cresimandi di alcune parrocchie di Terni, i rappresentanti dei consigli pastorali parrocchiali e numerosi fedeli. Il servizio liturgico è stato curato dai seminaristi della Diocesi e dagli accoliti; i canti sono stati eseguiti dal Coro della diocesi diretta da don Sergio Rossini.
Il vescovo ha benedetto gli oli sacri che saranno usati nell’amministrare i sacramenti: l’olio dei catecumeni col quale sono unti coloro che vengono battezzati; del crisma, una mistura di olio e essenze profumate usata nel battesimo, nella cresima, nella ordinazione di sacerdoti e vescovi, nella dedicazione delle chiese; l’olio degli infermi, che viene utilizzato per dare conforto ai malati e per accompagnare all’incontro col Padre, i moribondi fortificati e riconciliati.
«La Messa crismale è una delle principali manifestazioni della pienezza del sacerdozio del Vescovo e un segno della stretta unione dei presbiteri con lui – ha ricordato il vescovo – con la partecipazione di tutte le componenti della Chiesa. Ma oggi è particolarmente la festa di quei fratelli, che con l’unzione crismale, sono stati resi partecipi del ministero di salvezza a favore di tutto il popolo. Presbiteri e diaconi, scelti e inviati a coltivare e diffondere il buon profumo dell’amore del Padre, trasmesso da Gesù Cristo per lo Spirito Santo. Per ognuno di noi questo è giorno di memoria, ricordi, gratitudine, emozione, commozione per il giorno santo della Sacra Ordinazione. Siamo tutti qui di fronte all’assemblea che adora, loda, ringrazia e benedice per chi generosamente ha risposto alla chiamata e ha disposto l’esistenza a totale beneficio della comunità ecclesiale».
Ricordando l’opera pastorale dell’anno trascorso ha evidenziato l’importanza della comunione e della mediazione dei sacerdoti per essere «testimoni di Cristo, nell’attualità del mondo, percorso da frammentazione, conflitti diffusi e permanenti, divisioni in ambito globale, civile, familiare ed ecclesiale. Si rivela urgente il compito di sacerdoti mediatori coloro che si attrezzano di doti e competenze umane, morali, intellettive, scientifiche, affettive e soprattutto spirituali e pastorali adeguate. Si tengono costantemente al passo e aggiornati. E’ continuamente in contatto con le parti: con gli uomini, vivendo in mezzo a loro, conoscendo il loro mondo e facendo proprie le loro necessità; con Dio, utilizzando i mezzi più idonei: la preghiera in tutte le varie forme, la meditazione e il discernimento. L’unità del presbiterio è già vangelo predicato nella sua integrità. Di conseguenza l’unità del presbiterio, sarà di esempio e di stimolo per la comunione nelle comunità ecclesiali».
Infine, facendo riferimento al clero della diocesi ha ricordato i sacerdoti scomparsi nel 2018: Don Gianni Colasanti, Don Marcello D’Artista, Don Sesto Luigi Nespoli, Don Gabriele Amorosi e il diacono Claudio Morando; i sacerdoti che operano in terre lontane e gli anniversari dell’ordinazione sacerdotale negli 80 anni di presbiterato di mons. Giuseppe Marinozzi, i 65 anni di presbiterato di mons. Carlo Romani, i 50 anni di presbiterato di mons. Salvatore Ferdinandi e i 40 anni di presbiterato di don Guido Tessa Sdb.

L’OMELIA DEL VESCOVO

 

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