Pasqua 2019 – messa crismale

“Con l’unzione dello Spirito Santo
Tu, o Padre, hai costituito il Cristo tuo Figlio, Pontefice della nuova ed eterna alleanza,
e hai voluto che il suo unico sacerdozio fosse perpetuato nella Chiesa.
Egli comunica il sacerdozio regale a tutto il popolo dei redenti,
e con affetto di predilezione sceglie alcuni tra i fratelli
che mediante l’imposizione delle mani fa partecipi del suo ministero di salvezza”.

Il prefazio di questa Messa del crisma illustra in chiara sintesi il mistero che stiamo celebrando e consente a tutti noi, qui radunati di sentirci avvolti come in un abbraccio dalla Santissima Trinità, non solo quali creature, ma nella condizione di popolo sacerdotale, istituito da Cristo, unico sacerdote della nuova alleanza.
Ma oggi è particolarmente la festa di quei fratelli, che “scelti con affetto di predilezione e mediante l’imposizione delle mani” e con l’unzione crismale, sono stati resi partecipi del ministero di salvezza a favore di tutto il popolo. Presbiteri e diaconi, che oggi celebrano il giorno della loro nascita quali “Cristi”, unti col sacro Crisma, scelti e inviati a coltivare e diffondere il buon profumo dell’amore del Padre, trasmesso da Gesù Cristo per lo Spirito Santo.
Per ognuno di noi questo è giorno di memoria, ricordi, gratitudine, emozione, commozione per il giorno santo della Sacra Ordinazione. Siamo tutti qui, sul presbiterio, presbiteri e diaconi, anziani e giovani, sani e malati, di fronte all’assemblea che adora, loda, ringrazia e benedice per chi generosamente ha risposto alla chiamata e ha disposto l’esistenza secondo i disegni del Signore a totale beneficio di tutto il Popolo Santo fedele di Dio.
Alcuni, carichi di anni e ricchi di meriti e di gratitudine, rendono lode per il giubileo sacerdotale:
80 anni di presbiterato (1939) di mons. Giuseppe MARINOZZI, parroco emerito di Sambucetole
Nato a Chianni (Pisa) il 26 ottobre 1915, Ordinato il 23 luglio 1939

65 anni di presbiterato (1954) di mons. Carlo ROMANI,
Nato a Terni (TR) il 13 maggio 1930, Ordinato il 27 giugno 1954

50 anni di presbiterato (1969) di mons. Salvatore FERDINANDI,
Nato a Guardea (TR) il 24 novembre 1943, Ordinato il 20 luglio 1969

40 anni di presbiterato di don Guido TESSA Sdb
Nato a Querceta (LU) il 3 novembre 1951, Ordinato il 6 ottobre 1979

In questa S. Messa, chiamati a rinnovare le promesse sacerdotali, verifica della nostra fedeltà a Cristo, sommo ed eterno sacerdote, ci interroghiamo se nei molti o pochi anni di Presbiterato, ci siamo lasciati conformare a Cristo. Egli è l’unico sacerdote, capo, guida, maestro, formatore, pastore della comunità-popolo sacerdotale, radunato nell’unità dal Padre per lo Spirito Santo. E noi, dietro a Cristo, con le nostre povere persone, ma con la forza di Dio, ne continuiamo la missione.
Oggi, in modo particolare vorrei sollecitare la comune riflessione sul compito di ogni sacerdote, che è quello di essere in Cristo e con Cristo, mediatore tra Dio e gli uomini. Una missione irrevocabile, nobile e altissima, che il sacerdote ha l’obbligo di conoscere per essere in piena intimità con Dio e con gli uomini.
Mediatore. Secondo il dizionario e il linguaggio corrente, mediatore è persona o ente che interviene per determinare l’incontro e l’accordo di due parti, specialmente in ambito commerciale e diplomatico. E’ elemento determinante nello stabilire un rapporto di conciliazione o di compromesso. E’ colui che si adopera per creare collegamento, accordo, armonia, pace in vista di risultati e di progetti di benessere delle persone, di gruppi, società, popoli.
Il mediatore mette in campo interventi preventivi, intelligenti e ricostruttivi per raggiungere gli obiettivi e compiere la sua missione. Conosce le esigenze e le richieste delle parti, sa toccare le corde giuste per trovare soluzioni e risultati.
Il prete mediatore si attrezza di doti e competenze umane, morali, intellettive, scientifiche, affettive e soprattutto spirituali e pastorali adeguate. Si tiene costantemente al passo e aggiornato.
E’ continuamente in contatto con le parti: con gli uomini, vivendo in mezzo a loro, conoscendo il loro mondo e facendo proprie le loro necessità; con Dio, utilizzando i mezzi più idonei: la preghiera in tutte le varie forme, la meditazione e il discernimento a partire dalla Parola di Dio, lo studio della teologia, la celebrazione dell’Eucarestia e dei sacramenti, per tenere viva, attuale e gioiosa l’Alleanza rinnovata da Gesù nel suo Sangue, nell’Eucarestia sacramentale e nell’Eucarestia della vita.

Mediatori non intermediari
Papa Francesco commentando questo tema invita a non confondere la funzione di mediatore con quella di intermediario.
L’intermediario si distingue per l’interesse che vuol ricavare nell’opera prestata: denaro, prestigio, influenza, gratificazioni affettive. L’intermediario si qualifica a volte, come “faccendiere” che, sfruttando le proprie conoscenze, diventa negoziatore di affari poco onesti o addirittura illeciti.
L’ intermediario guarda alla singola situazione per ricavare il massimo di interesse. Non gli importa, né si dà pena che il risultato finale sia il benessere comune, la concordia, la pace, l’armonia e la comunione.
Il compito di ogni sacerdote è chiaro: è quello di essere mediatore tra Dio e gli uomini. Il mediatore, il sacerdote, il parroco, dice Papa Francesco “perde se stesso per unire le parti, dà la vita, se stesso, il prezzo è quello: la propria vita, paga con la propria vita, la propria stanchezza, il proprio lavoro, tante cose, per unire il gregge, per unire la gente, per portarla a Gesù”. (Dicembre 09, 2016)
Siamo chiamati dunque, ad essere mediatori e mediatori che si santificano e che santificano il popolo e al quale annunciano e donano l’amore di Dio e lo conducono nella sfera della SS. Trinità.
Una mediazione è efficace quanto più è vissuta in stretto contatto di comunione con Cristo, unico mediatore, e con il Presbiterio, collegio dei sacerdoti, guidato dal vescovo.
Ritorna centrale il tema della “Comunione”, parte del nostro cammino pastorale e inizio dell’impegno missionario nella chiesa e nel mondo perché “la comunione è già missione!”

Tutta la celebrazione odierna ci parla ed insegna le vie della comunione e della missione.
Spesso siamo convinti che la comunione è opera nostra, frutto dei nostri sforzi. E invece essa è dono e opera di Dio, da invocare, accogliere e custodire. Gesù stesso, nell’ultima cena, invoca dal Padre tale dono per i suoi discepoli: “Padre, che siano una cosa sola… perché il mondo creda!”.
Proprio in questa celebrazione vengono benedetti gli Oli santi, riferimento e strumenti dei Sacramenti dell’Iniziazione cristiana, che aggregano al Corpo di Cristo, la Chiesa, e consacrano il Popolo santo fedele di Dio, popolo di sacerdoti, re, profeti, martiri.
La Parola di Dio nella prima lettura e soprattutto nel Vangelo recita: “lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio…”. E’ lo Spirito che proclama l’anno di grazia, il tempo ormai benedetto del Popolo di Dio.
Vogliamo ricordare che la comunione viene invocata, realizzata ogni volta che è celebrata l’Eucarestia, come preghiamo nella epiclesi, “per la comunione al corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo” (Preghiera eucaristica 2)
La grazia della comunione al Corpo e al Sangue di Cristo ci fa diventare un solo corpo nella Chiesa intera, nella Diocesi, nelle parrocchie, nel Presbiterio, nella famiglia, nella comunità religiosa.
La Preghiera eucaristica 4, insieme al frutto della comunione, dono dello Spirito, indica un altro frutto della partecipazione all’Eucarestia: “A tutti coloro che mangeranno di quest’unico pane e berranno di quest’unico calice, concedi che, riuniti in un solo corpo dallo Spirito Santo, diventino offerta viva in Cristo, a lode della tua gloria”.
La grazia e il frutto della Comunione sacramentale è diventare il suo Corpo vivente, nell’attualità del mondo, percorso da frammentazione, conflitti diffusi e permanenti, divisioni in ambito globale, civile, familiare ed ecclesiale. E qui si rivela urgente il nostro compito di sacerdoti mediatori.
Purtroppo, a volte, ci riveliamo preti intermediari impacciati, distratti, interessati e assenti, per cui la comunità si sparpaglia, si sbanda e cammina in maniera disordinata e confusa.

Lo strumento principale per realizzare la Comunione nel Presbiterio e tra il popolo, è la Celebrazione quotidiana dell’Eucarestia (“uniti a Cristo”), che si manifesta ancora più chiaramente nella concelebrazione col Vescovo, come avviene in questa giornata, e nell’offerta della nostra vita a Dio e ai fratelli nel prolungamento del Sacrificio Eucaristico quando usciamo dalla chiesa.

Lunedi scorso, nella meditazione proposta al ritiro del clero, P. Mariano Pappalardo ci ha ricordato che: “Nell’Eucaristia di questa sera, nella quale ciascuno celebra e rende grazie per il proprio sacerdozio, dovrà sentire riecheggiare nel proprio cuore le parole di S. Agostino: ‘In mensa Dominica misterium vestrum positum est’, sull’altare del Signore è adagiato il mistero che il presbiterio è “segno e strumento di unità e della concordia, per essere “un cuor solo e un’anima sola”. L’unità del presbiterio è già vangelo predicato nella sua integrità. Di conseguenza l’unità del presbiterio, sarà di esempio e di stimolo per la comunione nelle comunità ecclesiali”

Comunione e missione nella Diocesi
In questi anni stiamo perseguendo, nella nostra Diocesi, tale programma con cura e decisione. Alcuni passi sono stati compiuti. La visita pastorale, le assemblee ecclesiali, i convegni diocesani, gli incontri mensili del clero, i consigli pastorali e presbiterale, la festa di san Valentino, le stazioni quaresimali, la veglia di Pentecoste, la processione Eucaristica del Corpus Domini, le feste patronali… sono state occasioni per invocare la comunione, costruirla e manifestarla nel cammino quotidiano e ordinario di Sinodalità ecclesiale e di carità e nel contempo sono percorsi di missione perché in essi si annuncia il Vangelo.

In particolare la visita pastorale ha portato ogni comunità a riflettere su se stessa, sulla propria fede e a discernere in forma comunitaria vie nuove di comunione e di evangelizzazione.
Per il cammino concorde e unitario della nostra Diocesi, è in progetto una stagione di rinnovamento degli organismi di partecipazione e di comunione: Consiglio Pastorale Parrocchiale, Consiglio Pastorale Foraniale, Consiglio Pastorale Diocesano, Consiglio Presbiterale, Collegio dei Consultori…
Inoltre indicazioni di contenuti e di proposte pastorali ci sono state offerte:
– dal documento di preparazione dell’Assemblea ecclesiale regionale del prossimo ottobre ma anche dai recenti documenti pontifici, quali
– L’Esortazione Apostolica Gaudete et exultate (19-3-2018) che ci invita ad accogliere e riconoscere il dono dello Spirito Santo che ci santifica e ci rende mediatori di santità;
– L’Esortazione Apostolica Cristo vive (25-3-2019) che ci aiuta ad aprirci alla novità di Dio, manifestataci dai giovani e mettere la nostra vita a servizio, come mediatori, delle giovani generazioni perché anch’essi accolgano Cristo al fine di realizzarsi come persone, cittadini e cristiani.
Soprattutto questo testo dovrà coinvolgerci nella comprensione, nel discernimento per poter ringiovanire in Gesù Cristo, la fede delle nostre comunità.

In questa giornata vogliamo pregare con gratitudine per la santificazione dei nostri presbiteri e diaconi.
Ricordiamo quelli che sono tornati alla Casa del Padre nell’ultimo anno:
1. Don Gianni Colasanti, (*Terni 25/6/1940 – † Terni 6 maggio 2018)
2. Don Marcello D’Artista (*Popoli (PE) 24 agosto 1981 – † Roma 12 luglio 2018)
3. Don Sesto Luigi Nespoli (*Castel Gabbiano -CR 24-9-1944 – † Terni 21 settembre 2018)
4. Don Gabriele Amorosi – (* Narni 03/06/1937 – † Rignano Flaminio Roma 2 marzo 2019)
5. Diacono Claudio Morando (*Agna-Padova il 04.02.1931 – † Terni 26 febbraio 2019)
Ci sentiamo uniti, inoltre, ai nostri confratelli che non possono essere qui con noi perché ammalati o anziani, o perché impegnati in missioni lontane: don Sergio Vandini, don Sergio Raparelli, don Andrea Piccioni.
Invito inoltre a rallegrarci per alcuni eventi di gioia e di grazia, e motivi di speranza per la nostra Chiesa:
l’Ordinazione diaconale dei due nostri seminaristi Daniele Martelli e Giuseppe Zen, che avverrà alla ripresa dell’anno pastorale, in autunno.
L’Ordinazione presbiterale di P. Massimiliano Collodi dei Ricostruttori nella Preghiera di Stroncone, che avrà luogo il prossimo 15 giugno in questa cattedrale di S. Maria Assunta in Terni.
Ci rallegriamo per la recente Ordinazione presbiterale, avvenuta il 16 febbraio 2019, di P. Gennaro Borriello e di P. Agostino Aurilia della Società Divine Vocazioni di Amelia.

Vogliamo cogliere l’occasione per esprimere la nostra gratitudine a tutti per le fatiche e la dedizione a servizio del popolo di Dio e delle nostre città. La preghiera, la correzione fraterna, la simpatia e la vicinanza della comunità aiuteranno tutti noi ad essere mediatori generosi e fedeli al Signore.
Grazie fratelli! La comunione nel Presbiterio e la continua e comune celebrazione dell’Eucarestia santificherà noi, insieme a tutto il popolo santo fedele.

Affidiamo la nostra Chiesa e le nostre persone a Maria, Madre della Chiesa e dei sacerdoti. Qui la veneriamo col titolo speciale di Madonna della Misericordia. Da Lei vogliamo imparare la misericordia verso i peccatori, verso ogni uomo o donna che incrociamo ed anche verso noi stessi.
A lei chiediamo il dono di nuove vocazioni per la nostra Diocesi. A lode di Dio!

+ P. Giuseppe Piemontese OFM Conv
Vescovo di Terni-Narni-Amelia