Nella cattedrale di Terni, giovedì santo 1 aprile, il vescovo Giuseppe Piemontese ha presieduto la celebrazione in “Coena Domini” in cui si ricorda l’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù nell’ultima cena, in tempo di Coronavirus con la presenza limitata di fedeli e senza il rito della lavanda dei piedi. Hanno concelebrato don Alessandro Rossini parroco della Cattedrale, don Carlo Romani, don Salvatore Ferdinandi vicario generale, don Antonio Maniero, padre Mario Lendini, don Roberto Cherubini parroco di Santa Croce.
Una celebrazione all’insegna della comunione e solidarietà manifestata nel significato profondo che ricorda l’istituzione dell’eucarestia e che apre il Triduo pasquale, ossia i tre giorni nei quali si commemorano la Passione, la Morte e la Risurrezione di Gesù, che ha il suo fulcro nella solenne Veglia pasquale.
“Con questa celebrazione diamo inizio al triduo pasquale – ha detto il vescovo – memoriale della Pasqua ebraica, il rinnovo della nuova ed eterna Alleanza, la celebrazione attualizzata della Pasqua del Signore. Nel racconto della lavanda dei piedi durante la cena, memoriale della Pasqua, esodo di Gesù, ci trasmette il senso, il significato della Pasqua di Gesù, la presentazione, la drammatizzazione, il complimento del suo amore, dell’amore di Gesù per noi fino alla pianezza, fino alla fine. La Pasqua del Signore si attualizza ogni volta che nell’amore laviamo i piedi gli uni agli altri. Facciamo Pasqua ogni volta che viviamo l’amore vicendevole”.
“Papa Francesco ha riassunto questo concetto “Fratelli tutti”; occorre partire da questa consapevolezza, sempre rinnovata, e crescere nell’amore, crescere nella fede, diffondere la speranza in tempo di pandemia attraverso l’amore vicendevole. Occorre che ci lasciamo ammaestrare, istruire, che ci lasciamo perdonare. Occorre che ci lasciamo nutrire da Gesù, curare la Gesù, che ci lasciamo amare da Gesù. La comunità ecclesiale celebrando il gesto più santo ed efficace della propria esperienza religiosa, l’eucarestia, vuol dare il proprio contributo per promuovere un senso alto del lavoro umano e l’edificazione di una nuova società. Il pane e il vino, frutto della terra e del lavoro dell’uomo, nell’eucarestia diventano Gesù Cristo, cibo e bevanda di vita, medicina che cura il corpo l’anima e lo spirito, debilitati da comportamenti autodistruttivi e dalla pandemia”.
Al termine della Coena Domini è seguita l’adorazione eucaristica personale all’altare della reposizione nella cappella della Madonna della Misericordia.
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