Te Deum di ringraziamento di fine anno 2019

Trascorriamo una serata di festa, ma vissuta con spirito cristiano: gioia, fraternità, ringraziamento e speranza.
Abbiamo ascoltato nel Vangelo:
“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”.
Quali cose?
– La Scrittura, la Parola di Dio annunciatale e che si va realizzando e che apre prospettive inspiegabili, inattese e sorprendenti;
– L’evento della maternità;
– la nascita di Gesù, figlio di Dio e suo, nato in una situazione di disagio, di povertà, carica di mistero;
– Il pellegrinaggio a Betlemme, a piedi, carico di disagi e di fatica, specie per Lei, in avanzato stato di gravidanza;
– anche l’adempimento rituale, previsto dalla Legge, della circoncisione del Bambino, quando gli viene imposto il nome di Gesù- Salvatore, Dio salva: “Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo“;
– La visita dei pastori: portatori della gioia, annunciata dagli angeli e primi evangelizzatori di Cristo;
– L’adorazione dei magi, riconoscimento di pagani-sapienti verso Gesù, dono di Dio, rivelato a loro e che Maria sola poteva comprendere;

Fin dalle origini, la Chiesa ha visto nell’omaggio dei pastori e dei Magi l’avvicinarsi a Dio di due categorie di esclusi: “ Si è manifestato ai primi sebbene non fossero dotti e agli altri sebbene non fossero giusti. Infatti la caratteristica della rozzezza dei pastori è l’ignoranza e delle pratiche sacrileghe dei Magi è l’empietà” (S. Agostino, Discorsi 200,3). Il ministero di Gesù sarà poi la conferma di questa predilezione per i lontani e tenderà a cercarli con amore preferenziale, arrivando fino a noi.

Gli eventi, che hanno accompagnato la nascita di Gesù, sono custoditi da Maria, nel suo cuore, che per la cultura del tempo, era sede dell’intelligenza e della volontà, e l’hanno accompagnata per tutta la vita futura per comprendere l’esperienza di Gesù e soprattutto il mistero della croce.

Anche Papa Francesco nel messaggio per la 53^ giornata per la pace, che si celebra il 1 gennaio, invita i cristiani a custodire nella mente e nel cuore gli eventi di Dio e gli orrori umani, quale premessa per aprire il cuore alla speranza:
Una speranza che viene alimentata dalla memoria degli orrori causati dalle guerre: sofferenze inaudite delle devastazioni, deportazioni, distruzioni delle bombe atomiche, che, dice il Papa, vanno assolutamente bandite dal consesso umano.
“Il servizio imprescindibile della memoria, che va custodita non solo per non commettere di nuovo gli stessi errori o perché non vengano riproposti gli schemi illusori del passato, ma anche perché essa, frutto dell’esperienza, costituisca la radice e suggerisca la traccia per le presenti e le future scelte di pace.
Ancor più, la memoria è l’orizzonte della speranza: molte volte nel buio delle guerre e dei conflitti, il ricordo anche di un piccolo gesto di solidarietà ricevuta può ispirare scelte coraggiose e persino eroiche, può rimettere in moto nuove energie e riaccendere nuova speranza nei singoli e nelle comunità”.
“La Pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica” è il titolo del messaggio pontificio per la pace 2020.
La pace è «un edificio da costruirsi continuamente»,[5] un cammino che facciamo insieme, cercando sempre il bene comune e impegnandoci a mantenere la parola data e a rispettare il diritto. Nell’ascolto reciproco possono crescere anche la conoscenza e la stima dell’altro, fino al punto di riconoscere nel nemico il volto di un fratello.
Il processo di pace è quindi un impegno che dura nel tempo. È un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia, che onora la memoria delle vittime e che apre, passo dopo passo, a una speranza comune, più forte della vendetta.

Alla pacificazione dei rapporti personali, oggi è va aggiunta in maniera improcrastinabile una pacificazione verso l’ambiente, promuovendo una conversione ecologica.
Un percorso e impegno, posti sotto la benedizione di Dio, che la Chiesa invoca fin dal primo giorno dell’anno:
“Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”.

Lo scorso anno dicevamo:
“Volgendo lo sguardo all’anno trascorso, ad una semplice rilettura dei fatti di cronaca, c’è da diventare pensosi.
Catastrofi, disgrazie e lutti a livello globale e nazionale a causa di sconvolgimenti climatici, alluvioni, terremoti, guerre, migrazioni forzate, politiche minacciose di potenze e prepotenze a livello mondiale e locale…quanta sofferenza di singole persone, famiglie e comunità!”.
Anche se la sensibilità ecologica sembra accresciuta, pochi sono stati gli interventi concreti per un cambio di direzione a livello globale e nazionale: qualche rattoppo, ma nessuna visione e progettualità. La stessa ricostruzione post terremoto procede con lentezza insostenibile. Sembra che manchi intelligenza, inventiva e capacità ricostruttiva e programmatica di governo e di impresa.
Pur con lo sforzo di due governi, la condizione sociale resta precaria.
La mancanza di lavoro con una disoccupazione ancora preoccupante, l’emigrazione giovanile, l’incapacità di affrontare con dignità il problema dell’integrazione dei migranti, la carenza di alloggi, la lentezza della burocrazia ad ogni livello, che a volte sembra accanirsi nel complicare piuttosto che risolvere i problemi della gente… Si sta rischiando di gettare nella rassegnazione inconcludente i residui sussulti di speranza.

Motivi di considerazione e di gratitudine per la nostra Diocesi sono la visita pastorale, che si è conclusa il giorno 8 dicembre u.s., il Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia, l’Assemblea Ecclesiale Regionale, il rinnovo degli Organismi di partecipazione parrocchiali e diocesani,
l’impegno di evangelizzazione e di carità delle parrocchie, delle associazioni e della Diocesi attraverso le molteplici iniziative di carità, di attenzione ai poveri, alle famiglie, ai migranti e richiedenti asilo; attraverso le iniziative culturali e formative promosse dall’ISTESS, dall’Istituto Leonino, dall’AC.
Ognuno potrebbe richiamare ragioni di gratitudine e di speranza nella propria vita e nella propria famiglia.
Vogliamo insieme ringraziare il Signore per ogni uomo o donna che, il Signore ha posto accanto a noi. Vogliamo pregare per i governanti, gli Amministratori, per la serena convivenza civile, per la pace nelle nostre famiglie e nelle nostre città.
Che il volto del Signore brilli sul volto di ogni persona, che vive sulla terra.
Il Signore doni a noi la sua Pace!