Consiglio pastorale diocesano 20 settembre 2015

Consiglio Pastorale Diocesano n. 3

1. Comunione e Missione nel segno della Misericordia
La definizione degli obiettivi e del programma pastorale diocesano per l’anno 2015-16 sta proseguendo in un iter fatto di ascolto e di confronto del vescovo con i Presbiteri, i diaconi e i laici in momenti informali e assembleari nel Consiglio pastorale diocesano, nelle assemblee del clero e con i responsabili dei vari uffici pastorali della curia diocesana. L’assemblea odierna rappresenta l’ultimo passaggio di consultazione e di confronto prima della stesura definitiva, che verrà presentata nell’Assemblea ecclesiale del 11 ottobre 2015.
L’Assemblea del clero, celebrata a Foligno nei giorni 21-23 giugno 2015, è stata lo spazio prolungato e proficuo di ricerca di linee comuni di programmazione per l’anno pastorale 2015-16, oltre che di vita fraterna tra presbiteri e diaconi..
Riprendendo e integrando quanto era stato da me illustrato e poi sostanzialmente condiviso dal CpD del 17-5-2015, ho proposto, quali temi programmatici per l’anno 2015-16 il binomio Comunione e Missione.
Partendo da una analisi, sostanzialmente condivisa, della realtà diocesana, bisognosa di un supplemento di comunione, realizzata attorno alla Parola, all’Eucarestia e che si esprime nella carità, sono stati evidenziati alcuni luoghi e modalità della comunione.
Si è ribadita la centralità del vescovo e della cattedrale, delle celebrazioni diocesane, da lui presiedute, e dei percorsi pastorali diocesani del passato quali segni visibili, luoghi teologici e percorsi comuni per edificare la comunione.
Siamo non una diocesi e molte chiese, non una Chiesa, federazione di parrocchie “autocefale”, ma un’unica Chiesa comunione, “manifestazione concreta dell’unica Chiesa in questo territorio”, che si edifica attorno a Cristo, Parola e Pane.
I doni e i carismi, di cui è ricca la nostra diocesi: gruppi, movimenti, associazioni, religiosi… attraverso la propria specifica testimonianza, inserita nella comunione diocesana, partecipano alla comune missione della nostra Chiesa particolare.
La comunione si traduce in missione, costituendo essa stessa primo elemento decisivo della missione.
Nelle giornate di Foligno abbiamo proposto alcune linee di missione, mutuate dal Concilio Vat.II, attualizzate dalla EG, nello stile proposto da papa Francesco: quello del pastore che precede il gregge, lo accompagna e lo segue.
Sono state ribadite l’attenzione alle relazioni umane, alla vivacità del linguaggio (con particolare riguardo all’omelia), l’attualità della comunicazione, la necessità di una conversione personale e pastorale, che si avvalga di uno stile collegiale con l’apporto degli organismi di partecipazione.
Abbiamo declinato contenuti e metodo della missione sulle cinque vie di Firenze: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare (cfr Relazione del vescovo a Foligno, pag. 6 e riproposte qui, in appendice).
L’anno Santo della Misericordia, provvidenziale tempo di grazia, diventa la categoria con la quale leggeremo e programmeremo la comunione e la missione; sarà sintesi, proposta, contenitore, paradigma, binario sul quale veicolare il nostro programma e percorso pastorale in questo anno 2015-2016.
Prima di presentare le proposte, emerse nel gruppo di lavoro, che ha lavorato durante l’estate, e integrate da quelle del clero nella riunione del 7-9-2015 per l’anno santo della misericordia, desidero proporre anche in questa sede, le linee principali che emergono dai due documenti papali riguardanti l’Anno Santo: Misericordiae Vultus (=MV) (11-4-2015) e la lettera al Presidente del Pontificio consiglio per la NE (1-9-2015) (=Lettera), con un accenno al messaggio dei Vescovi Umbri sul Giubileo Straordinario della Misericordia (2-8-2015).
Questo Consiglio pastorale potrà valutare ed integrare le ampie proposte emerse nelle consultazioni precedenti.
Mi rendo conto che per i sacerdoti sarà una riproposizione di quanto presentato nella loro riunione del 7-9-2015: lo farò in forma sintetica, affidando il testo alla lettura personale. Credo comunque che l’approfondimento dei temi e la partecipazione e l’apporto di tutti: clero, religiosi e laici, alla formazione delle proposte e del programma pastorale faccia parte dello stile comunionale e sinodale, che è già parte del piano pastorale dei prossimi anni e che ci aiuterà a crescere nel nostro essere chiesa.
2. Capisaldi dell’Anno della Misericordia
Misericordiosi come il Padre, dunque, è il “motto” dell’Anno Santo. (MV13)
Servire l’uomo in ogni sua condizione, in ogni sua infermità, in ogni sua necessità. (MV4)
E’ sempre attuale il compito di riscoprire la nostra identità di Chiesa. Siamo chiamati a farlo in questo nostro tempo: distratto, indifferente, che propone il culto delle libertà individuali senza limiti, dei diritti senza doveri, dell’intolleranza religiosa, del localismo esasperato in contrapposizione e reazione alla globalizzazione, che assiste con indifferenza e cinismo a violenze inaudite e al diffondersi dei “germi di una terza guerra mondiale” (Mattarella) o come dice Papa Francesco “Siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli.”.
All’interno delle società di antica cristianità si verifica una attenzione formale alla chiesa e ai suoi insegnamenti, ma una presa di distanza reale dai valori evangelici veri e propri: concezione distorta dell’uomo (umanesimo), della famiglia, ormai fragile e indebolita da malattie, che stanno diventando croniche (separazioni, divorzio, aborto, metodi procreativi artificiali), sperimentazioni senza limiti sull’uomo, omosessualità, teoria gender…; giustizia, pace, salvaguardia del creato quali mete titaniche se non miraggi; finanza creativa ed economia di sfruttamento, ecc.
I cristiani stessi, protesi in un movimento di avvicinamento alla fede, sono spesso scoraggiati e in pericolosa dissociazione tra fede e vita.
I papi invitano ad una NE. Papa Francesco ha proposto ai cattolici un programma attuale di NE, che partendo dalle ricchezze e proposte del Concilio Vaticano II, ne ha sintetizzato il messaggio nelle encicliche Evangelii Gaudiun e Ludato sii. Ha posto al centro l’uomo nella sua dignità, quello stesso uomo che Paolo VI, a conclusione del Concilio, definì “uomo fenomenico” “quasi drizzato davanti al consesso dei Padri conciliari” , e che oggi Papa Francesco definisce “uomo periferico” al quale va annunciata in forma privilegiata la gioia del vangelo in una visione globale che tiene conto di Dio, dell’uomo e del creato, affidato alla custodia dell’uomo.
A questa società frammentata, distratta, allegra e impaurita allo stesso tempo, intenta in una “festa dei folli” la Chiesa propone di leggersi e di ritrovarsi con la categoria della Misericordia in un Anno Santo, scandito da riflessione, rientro in se stessi, recupero della ricchezza nascosta in ognuno e soprattutto dall’incontro con Cristo, il volto misericordioso del Padre.
Dal punto di vista contenutistico papa Francesco invita a rileggere il Concilio Vaticano II, a 50 anni dalla sua conclusione, ancora non pienamente attuato, ma ancora pienamente attuale. E dal Concilio, in particolare dalle parole dei due papi del Concilio, Giovanni XXIII e Paolo VI, e di san Giovanni Paolo II, Papa Francesco mutua la categoria della misericordia, quale sintesi della proposta evangelica con la quale avvicinare l’uomo di oggi e ridargli speranza, sull’esempio di Gesù.
“Tornano alla mente le parole cariche di significato che san Giovanni XXIII pronunciò all’apertura del Concilio per indicare il sentiero da seguire: «Ora la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore … La Chiesa Cattolica, mentre con questo Concilio Ecumenico innalza la fiaccola della verità cattolica, vuole mostrarsi madre amorevolissima di tutti, benigna, paziente, mossa da misericordia e da bontà verso i figli da lei separati». (MV4)
Sullo stesso orizzonte, si poneva anche il beato Paolo VI, che si esprimeva così a conclusione del Concilio: “Vogliamo piuttosto notare come la religione del nostro Concilio sia stata principalmente la carità … L’antica storia del Samaritano è stata il paradigma della spiritualità del Concilio … Una corrente di affetto e di ammirazione si è riversata dal Concilio sul mondo umano moderno. Riprovati gli errori, sì; perché ciò esige la carità, non meno che la verità; ma per le persone solo richiamo, rispetto ed amore. Invece di deprimenti diagnosi, incoraggianti rimedi; invece di funesti presagi, messaggi di fiducia sono partiti dal Concilio verso il mondo contemporaneo: i suoi valori sono stati non solo rispettati, ma onorati, i suoi sforzi sostenuti, le sue aspirazioni purificate e benedette … Un’altra cosa dovremo rilevare: tutta questa ricchezza dottrinale è rivolta in un’unica direzione: servire l’uomo. L’uomo, diciamo, in ogni sua condizione, in ogni sua infermità, in ogni sua necessità”. (MV4)
In sintesi: Misericordia, amore, fiducia, medicina, comprensione, ripartenza.
RIFLESSIONE TEOLOGICA
Misericordia, sintesi del mistero cristiano
“Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth” (MV1)
Obiettivo anno santo
“Ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre. È per questo che ho indetto un Giubileo Straordinario della Misericordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti”. (MV3)
Nel volto di Gesù cogliere l’amore della Trinità
“Con lo sguardo fisso su Gesù e il suo volto misericordioso possiamo cogliere l’amore della SS. Trinità. La missione che Gesù ha ricevuto dal Padre è stata quella di rivelare il mistero dell’amore divino nella sua pienezza. «Dio è amore» (1 Gv 4,8.16), afferma per la prima e unica volta in tutta la Sacra Scrittura l’evangelista Giovanni”. (MV8)
La Misericordia, architrave della chiesa, segno della sua credibilità.
“L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia. Tutto della sua azione pastorale dovrebbe essere avvolto dalla tenerezza con cui si indirizza ai credenti; nulla del suo annuncio e della sua testimonianza verso il mondo può essere privo di misericordia. La credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole.
La Chiesa «vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia». Forse per tanto tempo abbiamo dimenticato di indicare e di vivere la via della misericordia. La tentazione, da una parte, di pretendere sempre e solo la giustizia ha fatto dimenticare che questa è il primo passo, necessario e indispensabile, ma la Chiesa ha bisogno di andare oltre per raggiungere una meta più alta e più significativa”. (MV10)
La Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona. La Sposa di Cristo fa suo il comportamento del Figlio di Dio che a tutti va incontro senza escludere nessuno.
Il suo linguaggio e i suoi gesti devono trasmettere misericordia per penetrare nel cuore delle persone e provocarle a ritrovare la strada per ritornare al Padre”. (MV12)
3. Orientamenti pastorali
Obiettivo:Misericordiosi come il Padre.
“Vogliamo vivere questo Anno Giubilare alla luce della parola del Signore: Misericordiosi come il Padre. L’evangelista riporta l’insegnamento di Gesù che dice: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). È un programma di vita tanto impegnativo quanto ricco di gioia e di pace. L’imperativo di Gesù è rivolto a quanti ascoltano la sua voce” (cfr Lc 6,27). (MV13)
Percorso per raggiungere l’obiettivo
“Per essere capaci di misericordia, quindi, dobbiamo
– in primo luogo porci in ascolto della Parola di Dio.
– Ciò significa recuperare il valore del silenzio per meditare la Parola che ci viene rivolta.
– In questo modo è possibile contemplare la misericordia di Dio e assumerlo come proprio stile di vita”. (MV13)
I luoghi della Misericordia per raggiungere l’obiettivo (Misericordiosi come il Padre)
A. Centralità della chiesa locale e della cattedrale (non sono previsti pellegrinaggi a Roma, forse quello regionale). (MV. 3).
“La domenica successiva, la Terza di Avvento, si aprirà la Porta Santa nella Cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano. Successivamente, si aprirà la Porta Santa nelle altre Basiliche
Papali. Nella stessa domenica stabilisco che in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli…, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia.
Ogni Chiesa particolare, quindi, sarà direttamente coinvolta a vivere questo Anno Santo come un momento straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale. Il Giubileo, pertanto, sarà celebrato a Roma così come nelle Chiese particolari quale segno visibile della comunione di tutta la Chiesa”. (MV3).
B. Aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali (15)
“In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza dei popoli ricchi. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo”. (MV15)
C. Dedicarsi alla Nuova Evangelizzazione nella pastorale ordinaria, senza trascurare di raggiungere il maggior numero di persone “in situazione”, privilegiando alcune agorà o periferie dove annunciare il Vangelo della misericordia: cultura, famiglia, giovani-studenti, profughi, mondo del lavoro, carcere, ospedale, addetti alla cosa pubblica (autorità, comune, tribunale). (definire come e chi coinvolgere).
D. Nelle opere di misericordia, da riscoprire e fare.
“È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina” (MV 15)
“Ogni volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà certamente l’indulgenza giubilare” (Lettera al Pontificio Consiglio, 4)
E. Centralità del sacramento della Riconciliazione (17)
“Poniamo di nuovo al centro con convinzione il sacramento della Riconciliazione, perché permette di toccare con mano la grandezza della misericordia. Sarà per ogni penitente fonte di vera pace interiore”.
“Non mi stancherò mai di insistere perché i confessori siano un vero segno della misericordia del Padre. Non ci si improvvisa confessori. Lo si diventa quando, anzitutto, ci facciamo noi per primi penitenti in cerca di perdono. Non dimentichiamo mai che essere confessori significa partecipare della stessa missione di Gesù ed essere segno concreto della continuità di un amore divino che perdona e che salva. Ognuno di noi ha ricevuto il dono dello Spirito Santo per il perdono dei peccati, di questo siamo responsabili. Nessuno di noi è padrone del Sacramento, ma un fedele servitore del perdono di Dio. Ogni confessore dovrà accogliere i fedeli come il padre nella parabola del figlio prodigo: un padre che corre incontro al figlio nonostante avesse dissipato i suoi beni”. (MV17).
F. I missionari della misericordia
“Chiedo ai confratelli Vescovi di invitare e di accogliere questi Missionari, perché siano anzitutto predicatori convincenti della misericordia. Si organizzino nelle Diocesi delle “missioni al popolo”, in modo che questi Missionari siano annunciatori della gioia del perdono”. (MV18)
I Pastori, specialmente durante il tempo forte della Quaresima, siano solleciti nel richiamare i fedeli ad accostarsi «al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia”. (MV18).
G. L’indulgenza
“Vivere dunque l’indulgenza nell’Anno Santo significa accostarsi alla misericordia del Padre con la certezza che il suo perdono si estende su tutta la vita del credente. Indulgenza è sperimentare la santità della Chiesa che partecipa a tutti i benefici della redenzione di Cristo, perché il perdono sia esteso fino alle estreme conseguenze a cui giunge l’amore di Dio. Viviamo intensamente il Giubileo chiedendo al Padre il perdono dei peccati e l’estensione della sua indulgenza misericordiosa (MV22).
H. La misericordia possiede una valenza che va oltre i confini della Chiesa.
“Questo Anno Giubilare vissuto nella misericordia possa favorire l’incontro con queste religioni e con le altre nobili tradizioni religiose; ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione”. (NV23)
Integrazioni di Papa Francesco nella Lettera al Pontificio consiglio NE
– Breve Pellegrinaggio verso la porta santa: (n.1)
“Per vivere e ottenere l’indulgenza i fedeli sono chiamati a compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione.
È importante che questo momento sia unito, anzitutto, al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della santa Eucaristia con una riflessione sulla misericordia. Sarà necessario accompagnare queste celebrazioni con la professione di fede e con la preghiera per me e per le intenzioni che porto nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero.
– Gli ammalati e le persone anziane: (n.2)
Penso, inoltre, a quanti per diversi motivi saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, in primo luogo gli ammalati e le persone anziane e sole, spesso in condizione di non poter uscire di casa.
Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova, ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione, sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare.
– I carcerati… la cappella e la porta della loro cella (n.3)
Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa.
– I defunti (n. 5)
L’indulgenza giubilare, infine, può essere ottenuta anche per quanti sono defunti
– Facoltà di assolvere il peccato di aborto (n.6)
Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al Sacramento della Confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre. Anche per questo motivo ho deciso, nonostante qualsiasi cosa in contrario, di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono. I sacerdoti si preparino a questo grande compito sapendo coniugare parole di genuina accoglienza con una riflessione che aiuti a comprendere il peccato commesso, e indicare un percorso di conversione autentica per giungere a cogliere il vero e generoso perdono del Padre che tutto rinnova con la sua presenza.
– La fraternità di san Pio X (n. 7)
… per mia propria disposizione stabilisco che quanti durante l’Anno Santo della Misericordia si accosteranno per celebrare il Sacramento della Riconciliazione presso i sacerdoti della Fraternità San Pio X, riceveranno validamente e lecitamente l’assoluzione dei loro peccati.
Messaggio dei vescovi umbri
La geografia della nostra regione: le vie della misericordia che l’attraversano
San Francesco e il perdono della Porziuncola: voglio mandarvi tutti in Paradiso.
– Concetto biblico della misericordia, corso di Assisi-ITA
– Guardare alle condizione sociale delle famiglie: fondo di solidarietà
– 30° anniversario spirito di Assisi.
– Pellegrinaggio regionale a Roma?
4. Conclusione
E ora iniziamo il pellegrinaggio.
Varcare la Porta Santa della Cattedrale è il momento culminante del pellegrinaggio dell’Anno Santo, che dovrà iniziare al momento della preparazione e avere un seguito o completamento.
I luoghi della preparazione sono il cuore di ognuno, l’ambiente familiare, le parrocchie, le comunità religiose, i gruppi, i movimenti e le foranie.
In ognuno di questi luoghi ci si prepari secondo le indicazioni del Papa.
Le foranie in particolare si confrontino individuando iniziative comuni per la preparazione, i luoghi della catechesi e del sacramento della riconciliazione.
Si pensi anche al seguito e al prolungamento nel tempo con frutti di conversione e opere di carità, segno della misericordia e dell’Indulgenza ricevuta e ora condivisa.
Misericordia et laetitia
Prima concludere vorrei ricordare che tra i tanti significati di Giubileo quello della gioia non è secondario; la gioia che scaturisce dall’incontro e dalla festa col Padre misericordioso per il perdono ricevuto e condiviso. Sulla Chiesa, sulle nostre comunità, sull’umanità e su ciascuno di noi sta per riversarsi un diluvio purificatore di grazia, di perdono e di misericordia. Nello stemma del mio episcopato ho voluto ricordare il rapporto di Francesco d’Assisi con la misericordia, che ha ottenuto e praticato specie con i lebbrosi (facere misericordiam), e con la gioia, la letizia che scaturisce dalla consapevolezza di essere in pace con Dio, i fratelli e la creazione tutta. “Voglio mandarvi tutti in Paradiso”, disse Francesco gioioso nell’annunciare l’indulgenza della Porziuncola.
Auguro che ciascuno di voi e tutta la nostra Chiesa particolare possa assaporare nel profondo del cuore la gioia di sentirsi “graziato”, secondo il proprio bisogno e l’auspicio di Francesco d’Assisi e di Papa Francesco.
Col pensiero rivolto alla Madre della Misericordia.
“La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Nessuno come Maria ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fatto uomo. Tutto nella sua vita è stato plasmato dalla presenza della misericordia fatta carne. La Madre del Crocifisso Risorto è entrata nel santuario della misericordia divina perché ha partecipato intimamente al mistero del suo amore.
Scelta per essere la Madre del Figlio di Dio, Maria è stata da sempre preparata dall’amore del Padre per essere Arca dell’Alleanza tra Dio e gli uomini”. (MV24)
La Madonna della Misericordia, patrona della Diocesi accompagni il cammino della nostra Chiesa particolare e di ciascuno di noi..