La chiesa di Sant’Antonio di Padova in Terni è stata eletta Santuario con Decreto del Vescovo Vincenzo Paglia il 13 Giugno 2010

Questo tempio fu edificato in onore di sant’Antonio, il quale, secondo la tradizione, per raggiungere Assisi sia passato nel territorio dell’antico abitato di Interamna.
Già verso il 1218 san Francesco fu presente in questa parte dell’Umbria e in seguito alla sua predicazione penitenziale-esortativa alcuni vollero unirsi ai frati Minori, tra cui Berardo da Calvi, Pietro da Sangemini, Ottone da Stroncone, Accursio e Adiuto.
Raggiunta Assisi furono inviati in missione presso i saraceni, e precisamente i mussulmani del Marocco; raggiunsero il Portogallo e si fermarono a Coimbra, nel Monastero di Santa Croce. Si imbarcarono poi dalla Spagna per il Marocco con don Pedro, infante di Portogallo che li accolse nella propria casa a Marrakech. Qui, sprezzanti del pericolo, cominciarono a predicare la fede di Cristo nelle vie e nelle piazze. Condotti dinanzi alle autorità locali e imprigionati, furono rilasciati con l’ordine di non predicare più il nome di Cristo! Ma continuarono con estremo coraggio ad annunciare il Vangelo e per questo furono crudelmente torturati e infine decapitati il 16 gennaio 1220. Quando la notizia raggiunse san Francesco questi esclamò: «Ora posso dire di avere veramente dei frati Minori». In fondo essi ottennero la palma del martirio, ossia della testimonianza radicale del Vangelo fino a dare la vita, e questo non fu l’ultima motivazione che spinse lo stesso frate Francesco a recarsi in Oriente dove incontrò il sultano Malek-el-Kamil. Quando i corpi dei cinque frati uccisi a motivo della fede dal Marocco giunsero a Coimbra, la loro testimonianza impressionò talmente il canonico agostiniano Fernando da Lisbona, che volle entrare nei frati Minori onde anche lui conseguire la vittoria del martirio, verso il quale aveva una grande ammirazione come testimoniano alcuni passaggi dei suoi Sermoni. Prendendo l’abito minoritico, cambiò anche il nome in quello di Antonio e imbarcatosi verso le terre del Marocco, a motivo di un naufragio si ritrovò in Sicilia, da cui raggiunse Assisi per partecipare al Capitolo dei frati Minori.

Incontrato san Francesco presso la Porziuncola, al termine del raduno, dopo un periodo di vita eremitica, raggiunse Padova dove si dedicò alla predicazione fino alla sua morte; canonizzato nel Duomo di Spoleto da papa Gregorio IX sarà ricordato come sant’Antonio di Padova e il suo culto ebbe una diffusione straordinaria.
La tradizione vuole che per raggiungere Assisi passò anche per il territorio di Terni-Narni-Amelia e in questo modo restituì quanto ricevette dalla testimonianza dei Protomartiri francescani. Parafrasando un’espressione dei primi secoli cristiani, possiamo dire che “il sangue dei protomartiri francescani fu il seme della vocazione minoritica di sant’Antonio di Padova” in onore del quale il nostro predecessore Cesare Boccoleri eresse questa chiesa consacrandola il 13 giugno 1935 e al cui interno noi oggi collochiamo le reliquie dei Protomartiri giunte appositamente dalla Diocesi di Coimbra. La partecipazione assidua ai sacramenti da parte dei fedeli, che dalla città e dal circondario continuano ad accorrere in questo luogo, nonché la santità che queste mura richiamano, mi permettono oggi 13 giugno 2010, nella ricorrenza dei 790 anni dal martirio dei santi frati minori Berardo da Calvi, Pietro da San Gemini, Ottone da Stroncone, Accursio e Adiuto (1220-2010), di elevare questo edificio a

Santuario antoniano dei Protomartiri francescani

Si concede l’indulgenza plenaria, secondo le disposizioni della Penitenzieria Apostolica a chi si reca in questo luogo con atteggiamento personale di conversione, alle solite condizioni: il 16 gennaio, festa dei Protomartiri Francescani; il 13 giugno, solennità di sant’Antonio; il 2 agosto, per il Perdono d’Assisi; il 4 ottobre, solennità di san Francesco d’Assisi e una volta all’anno in un giorno scelto dal fedele.

E poiché tutto il territorio di Terni fu santificato dalla presenza di questi santi francescani, oggi è possibile chiamare a pieno titolo questo lembo di terra umbra la Valle dei Protomartiri, incastonata tra la Valle Spoletana, tanto cara al Santo di Assisi, la Valle Santa di Rieti e la Tuscia Viterbese che a Bagnoregio diede i natali al dottore serafico san Bonaventura.

Auspico che questo nuovo Santuario con la Parrocchia sia per tutti, in particolare per i giovani e le famiglie, luogo di santificazione, perché, come fecero Francesco, Antonio e i Protomartiri francescani, seguano le orme del Signore Gesù, che è via, verità e vita.

Terni, 13 giugno 2010

 

LA CHIESA DI SANT'ANTONIO A TERNI

La chiesa è situata nel centro di Terni nei pressi della stazione ferroviaria, costituente parrocchia e edificata a partire dal 1923. Luogo aperto all'accoglienza e alla carità, nello spirito della comunità francescana a cui è affidata la parrocchia.
La chiesa è stata ideata dal terziario francescano Aristide Leonori e padre Mario Mazzarra; realizzata dall'architetto Cesare Bazzani fra il 1923 e il 1935. Nella chiesa sono conservate le reliquie dei Santi Protomartiri Francescani, raffigurati, assieme a scene della loro vita, da una grande tavola di Piero Casentini. Di fronte c'è una reliquia del corpo di sant'Antonio e una tavola sempre di Piero Casentini con una nuova iconografia del Santo di Padova.
Tra le opere presenti si segnalano una tela dipinta a olio raffigurante Santa Rita da Cascia, realizzato nel 1938 dalle Suore Francescane Missionarie di Maria di Roma; un mosaico raffigurante San Francesco d'Assisi, San Luigi IX e Santa Elisabetta d'Ungheria eseguita dalla Scuola Vaticana del Mosaico; una statua di Padre Pio da Pietrelcina eseguita da artisti di Ortisei, in provincia di Bolzano.
La statua in marmo bianco del Sacro Cuore di Gesù è opera dello scultore ternano Guglielmo Colasanti (1889-1944).
La Via crucis in rame sbalzato, come le porte, sono opera di Nadia Lucidi, mentre le ventidue vetrate policrome di Vittorio Cecchi rappresentano temi sacri tra cui le virtù teologali, ossia fede, speranza e carità, episodi della vita di san Francesco, la prudenza e la temperanza, simboli di sant'Antonio quali il giglio, la barca, i libri, i miracoli.

 

Chiesa di Sant’Antonio in Terni. Santuario antoniano dei protomartiri francescani

Introduzione di

Mons. Vincenzo Paglia Vescovo di Terni-Narni-Amelia

Da vagabondi a pellegrini

Un santuario nella città: così si presenta la chiesa di Sant’Antonio di Padova in Terni da quando vi sono state deposte le reliquie dei Protomartiri francescani, ossia i santi Berardo da Calvi dell’Umbria, Pietro da San Gemini, Ottone da Stroncone, Adiuto e Accursio da Narni († 1220). Nell’attuale cultura definita post-moderna tutto appare mobile, tanto che qualcuno l’ha definita una società liquida. L’uomo cammina, non solo nelle strade trafficate della città, ma soprattutto attraverso la rete informatica che fa vivere in tempi ristretti – bastano pochi secondi perché una notizia si diffonda – e spazi dilatati così che dal proprio computer si dialoga tranquillamente con l’estremo opposto del pianeta.

Camminare, un aspetto fondamentale dell’uomo: un bambino compie un passaggio fondamentale quando comincia a camminare e un altro è quando non si riesce più a camminare! Eppure se il cammino non ha una meta è un vagabondaggio. Se una volta il gruppo musicale I Nomadi cantava “Io, vagabondo che son io vagabondo che non sono altro /soldi in tasca non ne ho ma lassù mi è rimasto Dio” riconoscendo almeno un punto di riferimento, oggi sembra proprio che neppure questo sia rimasto. Così il “cuore vagabondo” è diventato un cuore impaurito e la spensieratezza facilmente si trasforma in panico.

Ma quando c’è una meta, un obiettivo allora tutto cambia: il camminare diventa un pellegrinaggio, il vagabondo un pellegrino. E proprio passando in treno accanto al Santuario dei Protomartiri francescani di Terni – come già fece il beato Giovanni XXIII diretto a Loreto e Assisi onde pregare per il concilio Vaticano II che sarebbe iniziato dopo pochi giorni – sia il beato Giovanni Paolo II nel 2002 sia papa Benedetto XVI il 27 ottobre 2011 hanno ricordato l’importanza di essere “pellegrini della verità, pellegrini della pace”. E la verità e la pace sono partecipare alla vita di Gesù Cristo e camminare con lui per le strade del mondo e soprattutto in quelle dei cuori per tessere una società che sia sempre più secondo il cuore di Dio.

Così hanno cercato di vivere i santi, così ha vissuto san Valentino di Terni, così hanno testimoniato i primi frati Minori uccisi in Marocco quando san Francesco era ancora vivo. Questo amore senza limiti – davvero eucaristico – è il modo con cui i cristiani camminano dietro a Gesù. Non si è più vagabondi girando attorno alle mode o attorno a se stessi, ma come pellegrini ci incamminiamo verso il Regno del Padre che sta nei cieli.

Il santuario di Sant’Antonio di Padova in Terni è una sosta salutare in questo cammino. Entrandovi, gustiamo già la bellezza della celeste Gerusalemme in compagnia dei Protomartiri francescani.

+ Vincenzo Paglia

Vescovo di Terni-Narni-Amelia