Funerale Mons. Ausilio Zanzotti

Cari fratelli e sorelle, siamo nella Settimana Santa, di passione. Incamminati dietro a Gesù col desiderio di conoscere e di condividere i sentimenti del Maestro nell’ultima settimana della sua vita terrena. La Chiesa ci aiuta con la Liturgia e la Parola di questi giorni.
Prima Lettura, Isaia 42, 1-7 – Gesù ha lungamente meditato questa parola del profeta Isaia e ora la rilegge mentre la sua
attuazione sta per produrre le estreme conseguenze. “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui; Gesù sente su di sé lo Spirito mentre va verso la morte, dopo aver attuato la missione
affidatagli, nelle modalità volute dal Signore: “egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità”.
In questa settimana santa, davanti a don Ausilio, tutti coloro che lo hanno conosciuto, davanti alla sua bara, vedono scorrere la sua vita ora che egli è morto e tornato alla casa del Padre. Ognuno nella diversità della sua relazione con lui: chi lo ha conosciuto come uomo e sacerdote, chi lo ha avuto come maestro di cultura e di vita, chi lo ha avuto come padre e pastore. Tutti ne conservano il ricordo lieto, ammirato e riconoscente.
Come per Gesù, il Padre ha posto anche su di Lui il suo Spirito: nella rinascita battesimale e nella unzione della consacrazione sacerdotale.
Lo ha posto come luce per la gente, donandogli di incarnare la missione di Gesù, di rinnovare l’alleanza del popolo con Dio nell’annuncio della Parola e nell’Eucarestia.
Sei giorni prima della Pasqua, del suo Esodo Gesù sente il bisogno di ritrovarsi nella familiarità dei suoi amici, nella casa di Marta,ospite premurosa e servizievole del Signore, Lazzaro, segno vivente della potenza e dell’amore di Gesù, e Maria, la donna perdonata per il suo grande amore per Gesù. In questo brano, oltre alle persone menzionate, ognuna delle quali richiama di un aspetto del messaggio e del rapporto di amore per Gesù, vi è anche Giuda, gli apostoli, una grande folla.
La preziosità del profumo di puro nardo, utilizzato da Maria per profumare i piedi di Gesù, diventa l’oggetto che mette in evidenza la falsa attenzione di Giuda per i poveri, la grande devozione-amore di Maria per Gesù, l’umanità del corpo di Gesù, che viene come preparato per i giorni della passione e della sepoltura, il simbolo di tutti coloro che verso il corpo fisico e mistico di Gesù “sprecheranno” la propria esistenza come profumo prezioso di puro nardo.
E’ il profumo di migliaia di vite sprecate o valorizzate per rendere onore a Gesù e a tutti coloro che lo rappresentano in maniera privilegiata, i poveri, i sofferenti.
Quante volte sentiamo dire di suore, monache, religiosi, sacerdoti. .. che sprecano la loro esistenza in un ideale di contemplazione, di vita consacrata, di ministero, che potrebbero servire diversamente per risolvere situazioni più urgenti.
E’ il demone di Giuda, che è detto: “Diavolo e figlio della perdizione”, che si insinua in tanti, che pure
sono apostoli e discepoli del Signore, ma che vengono distratti dall’attaccamento al denaro, dal benessere immediato ed esteriore, da interessi mondani.
Don Ausilio, una vita trascorsa come profumo per il Signore per lungo periodo. Non era stanco, ben si addicono a lui le parole della Scrittura dette per Abramo: “Poi Abramo spirò e morì in felice canizie, vecchio e sazio di giorni, e si riunì ai suoi antenati” (Gn 25,8).
Ogni giorno ringraziava il Signore per i traguardi raggiunti: i vari giubilei sacerdotali, i 90 poi i 100 anni. Chiunque lo abbia conosciuto potrebbe raccontare le cose belle che il Signore ha compiuto tramite don Ausilio. Molti sono anche i fatti, gli aneddoti, la sua vena umoristica che resteranno impressi, come sue caratteristiche, in coloro che lo hanno conosciuto e frequentato. A me preme ricordarlo Cristiano fedele e uomo di fede, che aveva posto Dio sempre al centro della sua vita.
Mons. Bartolomeo Santo Quadri, Vescovo di Terni e Narni, Amministratore Apostolico di Amelia dal 1972 al 1983, lo delinea in questa dimensione: “Anche nei momenti non facili sapevi coltivare una profonda serenità e una robusta spiritualità cristiana e sacerdotale” .
La stessa dimensione è stata notata recentemente da un giovane vicario parrocchiale, Don Faustin Kalala Cimanga: “Da sacerdote, la sua è una vita centrata sull’Eucaristia cuore e sorgente della nostra fede, sulla preghiera del breviario, il rosario e sulla Santa Comunione quotidiana quando, per motivi di salute, non ha concelebrato. Sempre disponibile e presente in ufficio pronto ad accogliere chi capita per una confessione o per qualche altro motivo. Partecipa con piacere e ammirazione al catechismo degli adulti. Medita la parola di Dio, le meditazione e i commenti proposti per ogni giorno dell’anno liturgico. È un lettore dei giornali e dei libri di cultura per aggiornarsi sulla vita della chiesa e sulla vita
sociale. Da lui dobbiamo noi giovani sacerdoti, imparare l’importanza della lettura!
L’immagine più eloquente improntata nella mia mente è quella della sua assiduità alla messa, quella di un sacerdote anziano che non molla e non si rassegna mai ai capricci della salute e della vecchiaia. L’ho verificato ogni volta che con i suoi piccoli e pesanti passi si lasciava condurre, in processione, all’altare; ogni volta che con sforzo cercava di tenersi in piedi, a volte aggrappato all’altare, seguendo i movimenti e il ritmo della preghiera eucaristica che pochi parrocchiani, anche meno anziani, non sanno seguire con devozione. Non potendo più camminare, l’ho visto poco fa impaziente per la
carrozzella che tardava e che gli faceva mancare la concelebrazione. Don Ausilio è come un soldato deciso a cadere sul campo di battaglia. Che testimonianza per noi pigri frequentatori dell’Eucaristia!”.
Ministro di Dio e sacerdote della Chiesa, attento ai segni dei tempi, fedele al Concilio Vaticano II.
Mons. Franco Gualdrini, così lo ricorda in uno scritto per il 90° compleanno: “Qualche anno fa celebrammo il 600 del Suo Sacerdozio e potemmo riscoprire la sua spiritualità e il senso della preghiera, fonte della Sua zelante cura pastorale, della quale posso dare testimonianza, ma forse -ancor più- la possono dare tanti che l’hanno conosciuta. Desidero ricordare ancora la Sua attenzione alle novità del Concilio (non solo e non tanto nella visibilità della Liturgia, che pure è stata esemplarmente curata, ma intendo sottolineare le sue belle e apprezzate omelie (è una caratteristica non secondaria del Suo ministero). Ma dal Concilio è stata segnata la Sua sensibilità e di conseguenza la Sua cura pastorale. Ma desidero ricordare (anche qui il Concilio!) la sua bella e nuova chiesa, e la Fondazione San Cristoforo col Pago. Certo, a tutto perché non aggiungere la Sua capacità di amministratore?
Prima che io giungessi a Terni, Lei ha svolto lodevolmente altri ministeri. Altre persone ne potranno scrivere o parlare.
Personalmente è mio dovere, (e mia consolazione) testimoniare la Sua comunione, docile e responsabile, col Vescovo, la quale è sempre una medaglia del buon sacerdote.
Apostolo instancabile della nostra Chiesa particolare.
La lunga serie di compiti e responsabilità in ogni ambito e settore.
Insieme a tanti altri sacerdoti, don Ausilio ha scritto una lunga pagina di storia della nostra chiesa
particolare.
Un confratello ha scritto:”Era un prete vero!”.
A noi piace vederlo, con le sue simpatiche caratteristiche, vivo, nella vita dell’Eterno. Ancora in
cammino e a sostegno della nostra Chiesa e dei sacerdoti per l’edificazione del Regno di Dio.
Grazie al don Franco e alla comunità parrocchiale dei santi Lorenzo e Cristoforo.
Grazie ai medici.
Questa Eucarestia è di suffragio, ma anche di ringraziamento per la casa, e santa esistenza di don
Ausilio.