Iniziativa Batti5: precisazione della diocesi su alcune affermazioni comparse su UmbriOn

Umbria On del 06 agosto ha scritto:
“Che la Diocesi di Terni, Narni e Amelia debba risparmiare per tentare di tappare la voragine di debiti nella quale è precipitata negli ultimi anni è cosa risaputa. Se ne è parlato tra le altre cose, infatti, di recente all’istituto Leonino di Terni. E di conseguenza, a risentirne sono anche le chiese distribuite sul territorio. Lo sa bene Don Angelo, parroco della chiesa del Cuore Immacolato di Maria a Campomicciolo di Terni, che si trova costretto a chiedere aiuto ai suoi parrocchiani”.

Dispiace leggere una notizia, che pure ha il pregio di informare i lettori sull’iniziativa di un parroco zelante che si preoccupa della sua chiesa, condita col veleno della polemica ormai stantia, che non tiene conto della complessità della realtà e non sa vedere gli aspetti positivi dei fatti.

E’ vero, la Diocesi di Terni-Narni-Amelia “sta risparmiando” e, come ogni famiglia, è impegnata a semplificare e razionalizzare le proprie esigenze, iniziative e bilanci non solo per ripianare i debiti del passato, ma per una maggiore adesione ai criteri evangelici, quotidianamente proposti da Papa Francesco.
L’affermazione che “di conseguenza, a risentirne sono le chiese distribuite sul territorio” esprime una chiara disinformazione dell’Autore di Umbria On, che come tanta altra stampa ha confuso causa ed effetti e non è di aiuto né ai lettori (che non capiranno la realtà), né al parroco don Angelo di Campomicciolo (che non si vedrà aiutato dai parrocchiani), né alla Diocesi che sarà bollata per tutta l’eternità oltre che come la Diocesi della voragine, anche di insensibilità.
Qualche elemento di chiarimento potrà aiutare chi è in buona fede:
Molti dei debiti della Diocesi (purtroppo non tutti) sono stati originati da una errata concezione ecclesiale, presente nei fedeli, in alcuni sacerdoti e in molti cittadini, stampa compresa, cioè che la Diocesi abbia l’obbligo di accollarsi tutte le spese e il finanziamento delle chiese distribuite sul territorio. Così è avvenuto, in molti casi in passato, per troppa generosità dei vescovi, per congiuntura economica e per disinteresse di sacerdoti e parrocchiani. E così si è contribuito a creare “la voragine di debiti nella quale è precipitata negli ultimi anni”(ma i debiti vengono da più lontano)..
Certo la Curia diocesana non può estraniarsi, ma una parte importante in questa operazione di “costruirsi la propria chiesa” spetta ai fedeli delle parrocchie interessate e anche alle altre parrocchia della Diocesi in segno di solidarietà. Così avviene in tante parrocchie di altre diocesi.
Il parroco don Angelo di Campomicciolo, con la sua lodevole iniziativa, sta ricordando ai suoi parrocchiani questo dovere di compartecipazione, che dalla Diocesi è stato abbondantemente compiuto.
La situazione attuale deve aiutare tutti a prendere consapevolezza di una maggiore corresponsabilità e comunione ecclesiale, che si esprime nella condivisione dei progetti, nella gestione delle risorse e nella assunzione delle responsabilità, anche economica, da parte di ciascuno per quello che gli spetta. A volte, nel passato recente o remoto, qualcuno di questi passaggi è mancato.

Attualmente le poche risorse, a disposizione della Diocesi, sono spese per la gestione ordinaria, per la carità, per l’Istituto Leonino a beneficio della formazione dei giovani della Città e delle loro famiglie. Non saranno certamente le parrocchie a pagare i debiti della diocesi, ma esse, in spirito evangelico e secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica (nn.2041-2043), dovranno «Sovvenire alle necessità materiali della Chiesa stessa, secondo le proprie possibilità», a cominciare dalle necessità della propria chiesa.