Movimento Cristiano lavoratori – congresso provinciale. Ventura rieletto presidente

Alla presenza dei dirigenti nazionali del Movimento Cristiano lavoratori, si è tenuto il 2° Congresso dell’Unione provinciale del Mcl che ha riconfermato alla guida per il prossimo quadriennio l’Avv. Ermanno Ventura, eletto Presidente con voto unanime, ed ha altresì proceduto al rinnovo del Consiglio provinciale.
Sono stati inoltre eletti i due vice presidenti nelle persone di Diego Piergrossi e Ilaria Petrini nonché il segretario Daniele Alcidi e l’amministratore Lorenzo Valentini.
Lavoro e famiglia i temi toccati nella relazione congressuale del Presidente. Riaffermare l’essenzialità del lavoro per la dignità dell’uomo e per lo sviluppo di tutta la comunità; i giovani e la formazione: i giovani rappresentano il presente della nostra comunità ternana, non solo il futuro. La formazione è importante per far emergere la persona: in gioco c’è il suo sviluppo integrale e la sua piena e responsabile partecipazione alla vita della comunità;
Famiglie in difficoltà, una fiscalità che impedisce o rallenta una sana imprenditoria, vecchie e nuove povertà sempre più evidenti. Tutto ciò ha contribuito nel corso di questi ultimi anni ad alimentare la sfiducia dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni, viste come entità lontane dai bisogni e dalle aspettative della comunità civile, una comunità che non si sente più rappresentata e che, al contempo, si sente esclusa da ogni forma di partecipazione.
Oggi diventa sempre più urgente riannodare i fili di una società sfilacciata e in profonda crisi valoriale; una crisi valoriale che è strettamente collegata alla crisi economica.
Una più convinta e forte partecipazione all’interno dei processi sociali e politici è possibile, come possibile è una visione dell’uomo e del lavoro dell’uomo che rimetta concretamente la persona umana al centro.
Come non può esserci dignità se non attraverso il lavoro, così non può esserci sviluppo se non attraverso il lavoro. Lo sviluppo del Paese non può avvenire senza il lavoro e il lavoro, almeno quello vero, non si può creare per legge.
Terni e la sua provincia possono e debbono uscire da una crisi diventata strutturale affidandosi ad un’idea di sviluppo in cui operino di concerto il sistema industriale, il mondo dei servizi, dell’agricoltura, dell’artigianato, delle professioni e del terzo settore. Lo sviluppo deve essere una responsabilità di tutto il territorio ternano, di tutte le forze del lavoro, di tutta la comunità, affinché sia uno sviluppo solidale e sussidiario, e sia, quindi, capace di far crescere tutti senza lasciare indietro nessuno.
Un primo segnale in questa direzione è la partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa, un concetto, o meglio una visione del mondo del lavoro, che caratterizza il MCL fin dalle sue origini. La partecipazione dei lavoratori non può essere limitata alla partecipazione agli utili, ma, nel rispetto delle differenti responsabilità e competenze, deve essere estesa alla gestione dell’impresa. Si tratta di portare avanti una visione delle relazioni industriali che non si basi sul conflitto, di cui portiamo ancora le ferite, ma che sia aperta ad una cooperazione responsabile in cui sia chiaro che il bene non può che essere raggiunto insieme.
Altra grande opportunità per Terni è la famiglia. Sulla famiglia si fa tanta retorica, ma per la famiglia si fa poco se non cercare di diluirne il senso e i legami. Eppure la famiglia è essenziale, un’ovvietà che purtroppo non è più tale e che vogliamo ribadire. L’inverno demografico rappresenta la più grave minaccia che il nostro Paese deve affrontare, per questo sono necessarie e urgenti politiche che valorizzino il ruolo della famiglia. In particolare sono urgenti interventi che incidano sul rapporto tra famiglia e lavoro. Non si tratta solamente di armonizzare i tempi di vita e di lavoro – dai congedi parentali alla possibilità di contratti flessibili, part time o del telelavoro -, ma di dire con forza che la famiglia non è contro il lavoro, perché la forza dei suoi legami, la gratuità dei suoi rapporti, la capacità di far fronte molto spesso a delle sfide drammatiche, sono una risorsa per un mondo del lavoro in cui al centro è la dignità della persona.