Concattedrale Narni – celebrazione della Pasqua di Risurrezione 2019

Celebrata la Pasqua di Risurrezione, il 21 aprile, nella Cattedrale di Narni dal vescovo Giuseppe Piemontese. La Risurrezione del Signore è per i cristiani il giorno della nuova creazione: in Cristo fiorisce la vera vita e la speranza. La Chiesa, nata dalla Pasqua di Cristo, custodisce questo annuncio e lo trasmette in vari modi ad ogni generazione: nei sacramenti lo rende attuale e contemporaneo ad ogni comunità riunita nel nome dei Signore. La Risurrezione è la dimostrazione massima della divinità di Gesù, che, in prima persona, indica il valore della sofferenza, comune a tutti gli uomini, che trasfigurata dalla speranza, conduce alla Vita Eterna, per i meriti della Morte e Resurrezione di Cristo.
All’inizio della celebrazione con il rito dell’aspersione con l’acqua lustrale, benedetta nella veglia pasquale è stata fatta memoria del Battesimo, per mezzo del quale siamo stati immersi nella morte redentrice del Signore per risorgere con lui alla vita nuova.
“Questa celebrazione ricca, densa di gioia esprime la nostra fede in Gesù, che dopo la sua passione e la sua morte è risorto – ha detto il vescovo -. Il mistero pasquale riguarda Gesù, ma anche la vita di ciascuno, è il punto fondamentale della nostra fede. Tutta la natura, l’evolversi delle stagioni, la storia, le vicende di ognuno riproducono il mistero pasquale, il passaggio dalla morte alla vita, dalla sofferenza alla guarigione, dal pianto alla gioia, dalla tristezza alla consolazione. Anche nella nostra vita di battezzati, attraversando vicende tristi, di sofferenza, umiliazione, specie quando quella sensazione di sconfitta indugia e sembra non passare o abbandonarci, siamo assaliti dal dubbio”.
Il mondo è pieno di ingiustizie, che pesano anche sulla nostra pelle, sulle nostre famiglie. La povertà e la miseria affligge tante popolazioni del mondo e tanta gente, anche a noi vicina. La violenza e la guerra sono focolai accessi in tante parti del globo. La menzogna si diffonde in maniera sempre più veloce e avvelena i rapporti umani. E noi, che pure abbiamo raccolto la testimonianza che Gesù è risorto, restiamo dubbiosi, incerti, sfiduciati. Oggi, giorno di Pasqua, incontriamo il Signore Risorto nei segni e nelle parole che ci ha detto e che oggi assumono il significato di prova della nostra fede. Troviamo una comunità di discepoli, ognuno dei quali ci racconta di aver incontrato il Signore Risorto. Persone in carne e ossa, santi e beati, che proprio qui, in questo luogo hanno vissuto e dato testimonianza del loro incontro con Gesù, donando anch’essi a vita per amore, per la salvezza dei fratelli. Sono i nostri santi: Giovenale, Cassio, la beata Lucia, Francesco, Domenico, Chiara, Valentino, Fermina, Giunio Tinarelli, i nostri nonni e tanti amici che ci hanno trasmesso il segreto della loro vita felice: Gesù è risorto e vive in mezzo a noi e con noi. Troviamo qui la Parola, che Gesù ci ha annunciato e che a noi, tardi a credere, come ai discepoli di Emmaus, spiega il disegno di Dio e il suo modo di vincere l’odio, la violenza e la morte.
Siamo invitati a sederci attorno alla mensa eucaristica, dove Gesù spezza il pane e si dona a noi come cibo di vita eterna e bevanda di salvezza”.

L’OMELIA DEL VESCOVO