Narni – celebrazione per la dedicazione della Cattedrale 2017

Questa Chiesa, che per secoli è stata cattedrale, chiesa madre della diocesi, e in parte continua ad esserlo, è stata dedicata una prima volta il 13 febbraio 1145 da papa Eugenio III e una seconda volta, dopo lavori di ristrutturazione, il 20 ottobre 1728 ad opera del vescovo Terzago.
Siamo qui radunati per ricordarne l’atto di nascita , il momento nel quale terminati i lavori, si decise di destinare esclusivamente a Dio, alla sua adorazione questo tempio.

E’ la festa della Dedicazione della Cattedrale, la chiesa centrale dove si trova la cattedra, segno della missione del vescovo e quindi segno dell’unità dei fedeli raccolti intorno a lui.
Ma la celebrazione di oggi dà modo di ricordare anche qual è il significato delle cattedrali e di tutte le altre chiese.
Di solito si considera una chiesa come la “casa di Dio”.
Ma come si può pensare di chiudere tra quattro muri, per quanto ampi e ornati, Colui che – come riconobbe Salomone dopo aver costruito il maestoso tempio di Gerusalemme – neppure i cieli possono contenere?
Il nome “chiesa” significa assemblea, comunità; quindi propriamente designa l’insieme dei cristiani, o un loro gruppo, riunito a celebrare i divini misteri. Di solito ciò avviene in appositi edifici, ai quali è stato dato lo stesso nome del gruppo che vi si raduna.
Dunque la chiesa-edificio è soltanto un segno della Chiesa-comunità; è questa che conta, e sussiste anche quando celebra la Messa in mezzo a un prato. La chiesa di pietra è la casa degli uomini che vi si raccolgono, e solo indirettamente è la casa di Dio, nel senso che Dio vi si fa presente in modo speciale; dagli uomini costruita apposta per ritrovarvisi a pregare, di norma in quella casa lo incontrano: lì ascoltano la sua Parola, lì ricevono i sacramenti, cioè la sua Grazia, crescono come famiglia di Dio.
Seconda lettura: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?”.
La consapevolezza di essere tempio di Dio richiede attenzione e rispetto verso se stessi, battezzati, cresimati, ordinati e santificati dai sacramenti; inoltre attenzione e venerazione reciproca per la presenza dello Spirito in ognuno.
Ne scaturisce una relazione interpersonale… sacerdotale: costruiti sul fondamento che è Gesù, formiamo un solo tempio, un solo altare, una sola chiesa.
E’ questa allora l’occasione per verificare e costruire la nostra comunione attorno a Gesù.
L’impressione è che a volte siamo non un tempio ben costruito e ordinato, un altare scompaginato attorno a Gesù, ma pietre sparse, isolate, spigolose, inservibili Qualche volta ci divoriamo gli uni gli altri, incuranti della nostra dignità di tempio dello Spirito Santo, di ministri della Chiesa di Dio, di apostoli dell’amore di Dio e della sua alleanza, di sacerdoti del “tempio di Dio che si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli”
E invece siamo un unico altare, un unico presbiterio, un unico corpo: quello di Cristo.
Origene ci ammonisce:
“Anche noi adoperiamoci per avere tutti un unico parlare, un unico sentire, niente facendo per contesa, né per vana gloria, ma fermi nello stesso sentimento e nella stessa convinzione, perché possiamo anche noi diventare pietre atte all’altare”.

Nel Vangelo Gesù, in veste inedita di fustigatore di coloro che hanno trasformato il tempio di Dio in luogo di mercato, vuole rivelare che il suo corpo, la sua presenza di Risorto è il vero luogo dell’incontro con Dio.
Nella tradizione secolare della Chiesa custodiamo e tramandiamo l’annuncio di questa presenza: parola, pane, eucarestia, carità, servizio, preghiera.
E in questo luogo, sperimentiamo in maniera particolare e sacramentale tutto ciò. In questa cattedrale.
Anche noi, chiesa di Terni-Narni-Amelia siamo destinatari e depositari di questa presenza, che vogliamo aiutarci a scoprire sempre di più per tramandarla, annunciarla e trasmetterla alle generazioni future. Gesù ci ha affidato questo ministero, a noi come Chiesa.
Diciamo grazie alle generazioni di cristiani che ci hanno trasmesso la buona notizia di Gesù e che hanno sperimentato la presenza del Signore in questo luogo.
E’ qui che tanti santi, Giovenale, Cassio, Lucia Broccadelli… e tanti sacerdoti, canonici, parroci, religiosi/e e fedeli laici lo hanno realmente incontrato e si sono santificati.

Il Signore doni a noi di incontrarlo, di sperimentare la sua presenza nella nostra vita e di essere grati e degni annunciatori del suo amore operante ed efficace.