Narni – Offerta dei Ceri in Cattedrale per la festa di San Giovenale

Questa sera rievochiamo e rinnoviamo il gesto delle autorità comunali della città di Narni, delle sue contrade e dei rappresentanti delle arti, per l’offerta dei ceri a san Giovenale nelle mani del suo successore il vescovo di Narni.

Un gesto, che si ripete da secoli, che inserito nella rievocazione e nella ripresentazione di antiche tradizioni, mi auguro non si fermi all’aspetto pittoresco, ricco di folklore, ma che sia colto nella verità di un rapporto di filiale devozione che lega tutti voi al vostro santo patrono Giovenale.

San Giovenale e la sua chiesa diocesana, che hanno contribuito e definire i fondamenti e i contorni culturali e sociali di questa città, hanno a cuore il benessere civile e cristiano di oggi come di ieri.

Gli statuti di questa città (Statuti del 1371), sottoscritti anche dal vescovo del tempo, come è rappresentato in questa cattedrale, possono ancora oggi dire qualcosa a tutti noi.

Viene spontaneo chiedersi circa l’offerta dei ceri: E’ veramente segno di gratitudine, di devozione, di affetto per San Giovenale? È riconoscimento e condivisione del progetto di vita cristiana proposto e predicato da san Giovenale? Mi auguro che insieme all’offerta dei ceri voi rinnoviate anche l’amore e la devozione a san Giovenale e al Vangelo, di cui il santo vescovo è stato ministro e testimone fino alla martirio.

Questa sera, nell’ambito della festa, avviene anche la simbolica liberazione del prigioniero.

Potrebbe far sorridere tale rievocazione. Ma a ben riflettere è un gesto simbolico che può spingerci a considerazioni che riguardano la nostra città e tanti altri contesti.

Credo che oggi siamo invitati a rinnovare l’’impegno a promuovere e proteggere il comune anelito di libertà, a liberare i molti prigionieri, tutti noi, prigionieri di tanti condizionamenti e catene che impediscono la vera libertà mentale, interiore e spirituale. Non è male una riflessione sul prigioniero che è in ciascuno di noi, da liberare per vivere secondo verità, giustizia, umanità e bellezza. Come pure adoperarci per rendere più liberi uomini e donne dei nostri giorni.

Formulo l’augurio che viviate questi giorni nella serenità, nella lealtà e allegria, ma anche nella riscoperta del vostro amore per san Giovenale e di quei valori, civili e cristiani, che costituiscono la vera nobiltà delle vostre contrade e della vostra città, nel passato e nel presente.