Natale 2018 – Te Deum di fine anno

Il frastuono della festa e l’attesa della mezzanotte ci impedisce di cogliere la bellezza e preziosità di questa giornata, nella quale la tradizione fa affiorare nelle nostra mente, quasi in una proiezione cinematografica la cronaca degli avvenimenti dell’anno trascorso, che ci hanno particolarmente segnato, che hanno incisoun segno indelebile nella nostra vita e che influiranno nel futuro della nostra storia personale, della società e della Chiesa. Come cittadini e come cristiani siamo chiamati a vivere questo passaggio sotto lo sguardo di Dio, leggendo gli eventi intrecciati da un disegno della Provvidenza e facendo opera personale e comunitaria di discernimento per scegliere ciò che va affidato all’oblio e ciò che va conservato e valorizzato. In tutto però il cristiano esprime gratitudine- ringraziamento a Dio con adorazione, preghiera di lode, inni e canti spirituali.

La liturgia avvolge questo passaggio temporale con la Parola di Dio, proponendoci e mettendoci di fronte al mistero-culmine della storia umana:
“Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli”.
La nostra condizione umana è elevata e trasformata nella pienezza del tempo, con l’innesto nella natura umana del Figlio di Dio e con l’elevazione di ogni uomo a figlio di Dio.
Riflettendo sullo scorrere del tempo, della storia non possiamo dimenticare l’evento che ha trasformato la storia dell’uomo in storia di Dio, storia della salvezza, di gioia, di incantevole trasformazione dell’umanità.
In questo giorno ci viene presentata una donna, Maria, chiamata a dare corpo umano a Dio, insieme a Giuseppe, custode e padre adottivo del Figlio di Dio, che presentano all’umanità rappresentata dai pastori, e a noi oggi, Gesù, Salvatore della storia, dell’umanità, della creazione, di ciascuno di noi.
E Gesù ci viene donato oggi come benedizione mentre siamo raccolti in questo tempio per il ringraziamento dell’anno trascorso e per aprirci al tempo nuovo, che vogliamo porre appunto sotto la benedizione di Dio, richiamata dal Libro dei Numeri:
“Ti benedica il Signoree ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo voltoe ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo voltoe ti conceda pace”.
La benedizione, parola pregna di significati, è insieme invocazione verso Dio e augurio perché conceda pienezza di vita, abbondanza di figli, fertilità dei beni fisici, materiali, culturali, morali e spirituali.
La benedizione è anche quella che ognuno di noi pronunzia sulle persone, quelle familiari, ma anche estranee o addirittura nemiche. L’augurio perché Dio conceda beni spirituali e materiali, compreso il ravvedimento, la conversione e il perdono è conforme ai disegni di Dio e arricchisce l’animo e il cuore di chi pronunzia la benedizione.
Generalmente si chiede ai sacerdoti di benedire il popolo o le singole persone: essi sono incaricati da Dio di custodire e di invocare il bene, specie il bene della vita, della fecondità per gli uomini, creature di Dio, la pace.
Infine, ogni persona è invitata ad elevare a Dio la benedizione-ringraziamento per i frutti della terra e per tutti i doni, manifestazione della benevolenza di Dio per l’umanità.

Volgendo lo sguardo all’anno trascorso, ad una semplice rilettura dei fatti di cronaca, c’è da diventare pensosi,considerando la fragilità della condizione umana e la precarietà di questo nostro mondo.
Catastrofi, disgrazie e lutti a livello globale e nazionale a causa di sconvolgimenti climatici, alluvioni, terremoti, guerre, migrazioni forzate, politiche minacciose di potenze e prepotenze a livello mondiale e locale…quanta sofferenza di singole persone, famiglie e comunità!
Anche in Italia, i cittadini dovrebbero essere convocati e indotti ad una riflessione seria sia sulle ricorrenticalamitàa causa di terremoti, dissesti provocati da condizioni climatiche eccezionali avverse, disgrazie causate da incuria, superficialità e disonestà umana, sia per le forme di illegalità di lieve e di grave entità .
L’evento politico e sociale più importante dell’anno sono state senza dubbio le elezioni politiche l’avvio del nuovo governo nazionale, dalle scelte incerte e fortemente osteggiate da una parte dei cittadini.
Anche la nostra Terni ha visto rinnovare l’Amministrazione, alla quale auguriamo ogni successo nel governo della città, nell’interesse di tutti i cittadini di qualunque appartenenza politica, in primis delle persone bisognose, dei poveri, degli immigrati.
Vorrei sottolineare la preoccupazione, a livello nazionale e locale, per un inverno demografico foriero di sterilità generalizzata e dell’avvento di una società di vecchi. La disoccupazione, specie quella giovanile tende ad accelerare tale fenomeno perché spinge i giovani ad emigrare.
Desta preoccupazione la tendenza a rinchiudersi nel recinto sicuro del benessere privato, che nette al bando in maniera irrazionale la tradizionale solidarietà del nostro popolo e perfino il dialogo e la relazione con vicini e estranei. Il tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti e dei richiedenti asilo, purtroppo non governato in maniera adeguata, sta diventando fortemente divisivo sia per la complessità della sua conduzione sia per la violenza di un vento decisamente contrario alla umana pietà e anche ad una ragionevole soluzione
Papa Francesco nel messaggio per la 52 giornata per la pace, che si celebra il 1 gennaio,offre suggerimenti ai cristiani e ai politici sull’impegno a servire la pace, sui vizi da superare e sulle virtù da acquisire per favorire lo sviluppo di una società locale e globale di pace. Ecco qualche brano del messaggio dal titolo: “La buona politica è al servizio della pace”
“Ogni cristiano è chiamato a questa carità -dell’impegno politico -, nel modo della sua vocazione e secondo le sue possibilità d’incidenza nella polis… praticando quelle virtù umane che soggiacciono al buon agire politico: la giustizia, l’equità, il rispetto reciproco, la sincerità, l’onestà, la fedeltà” (n. 3).
“Accanto alle virtù, purtroppo, anche nella politica non mancano i vizi, dovuti sia ad inettitudine personale sia a storture nell’ambiente e nelle istituzioni… Questi vizi, che indeboliscono l’ideale di un’autentica democrazia, sono la vergogna della vita pubblica e mettono in pericolo la pace sociale: la corruzione – nelle sue molteplici forme di appropriazione indebita dei beni pubblici o di strumentalizzazione delle persone –, la negazione del diritto, il non rispetto delle regole comunitarie, l’arricchimento illegale, la giustificazione del potere mediante la forza o col pretesto arbitrario della “ragion di Stato”, la tendenza a perpetuarsi nel potere, la xenofobia e il razzismo, il rifiuto di prendersi cura della Terra, lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali in ragione del profitto immediato, il disprezzo di coloro che sono stati costretti all’esilio. (n. 4)

Richiamando più direttamente i danni della guerra, il papa continua.
“Cento anni dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, mentre ricordiamo i giovani caduti durante quei combattimenti e le popolazioni civili dilaniate, oggi più di ieri conosciamo il terribile insegnamento delle guerre fratricide, cioè che la pace non può mai ridursi al solo equilibrio delle forze e della paura. Tenere l’altro sotto minaccia vuol dire ridurlo allo stato di oggetto e negarne la dignità… Non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza. Va invece ribadito che la pace si basa sul rispetto di ogni persona, qualunque sia la sua storia”(6)

Motivi di riflessione e di gratitudine per la nostra Diocesi sono la visita pastorale, che ci ha accompagnato per tutto l’anno, il Sinodo dei vescovi su “I giovani la fede e il discernimento vocazionale”, l’impegno di evangelizzazione e di carità delle parrocchie, delle associazioni e della Diocesi attraverso le molteplici iniziative di carità, di attenzione ai poveri, alle famiglie, ai migranti e richiedenti asilo; attraverso le iniziative culturali e formative promosse dall’ISTESS, dall’Istituto Leonino, dall’AC.
Ognuno potrebbe richiamare ragioni di gratitudine e di speranza.
Vogliamo insieme ringraziare il Signore per ogni persona che vive tra noi. Vogliamo pregare per i governanti, gli Amministratori, per la serena convivenza civile, per la pace nelle nostre famiglie e nelle nostre città.
Ci poniamo sotto la benedizione del Signore e la protezione di Maria Santissima, Madre di Dio, dei nostri santi patroni: Valentino, Giovenale e Fermina.
Che il volto del Signore brilli sul volto di ogni persona, a qualunque popolo appartenga, di qualunque colore esso sia e qualunque religione professi.
Il Signore doni a noi la sua Pace!