Ordinazione episcopale mons. Francesco Antonio Soddu

Eminenze, Eccellenze Reverendissime,
Autorità tutte,
sorelle e fratelli carissimi,
Caro don Francesco Antonio,

Nel tempo della pandemia, due anni di isolamento, sofferenze, malattie, lutti, limitazioni e distanziamenti sociali, oggi il Signore ci fa sentire la sua carezza speciale, fa risuonare nella nostra Chiesa di Terni-Narni-Amelia (TNA) una parola di incoraggiamento e un invito alla speranza e alla gioia secondo i paradigmi della storia della salvezza, che risuonano nello spirito e nel clima della liturgia del Natale-Epifania: “Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te”. (Isaia 60, 1-2)
Il Signore oggi risplende su questa assemblea e sulla nostra Chiesa attraverso l’invio del nuovo vescovo Francesco Antonio, dono natalizio per la Chiesa, per parenti e amici.

Questa rinnovata successione apostolica, caro don Francesco Antonio, che coinvolge la tua persona, è illuminata e arricchita da figure di santi vescovi, pastori che brillano come stelle nel firmamento della storia della Chiesa e in particolar modo della nostra comunità.
Da una attenta ed entusiasmante lettura della cronotassi episcoporum, scolpita su pagine di acciaio, e che fa bella mostra di sé nel cortile dei vescovi, accanto alla nostra cattedrale, emergono figure di pastori zelanti e santi, che hanno reso più bella e grande la nostra Chiesa. A loro dovrai rivolgere lo sguardo per mutuarne l’arte pastorale, i criteri di discernimento, la carità pastorale e soprattutto l’amore per Gesù.
Dalle finestre della mia abitazione, e che ora è la tua, caro don Francesco Antonio, fin dal mattino lo sguardo va alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, alla Chiesa, sposa di Cristo, che dovrai custodire con amore e fedeltà, e ai santi, le cui statue la sovrastano. Tra i tanti vescovi, pastori che nel rapporto con la nostra gente, hanno conformato il loro cuore al cuore di Cristo, ricordiamo: i santi Pellegrino, Valentino, Anastasio, Giovenale, Cassio e più vicini nel tempo, il cardinale Rapaccioli, il vescovo Tizzani, il vescovo servo di Dio Loiali, insieme alla santa Fermina, maestra e guida della comunità amerina.
Attraverso costoro ti inserisci nella successione apostolica e da loro ricevi il testimone, il pastorale della santità, del ministero, dell’amore per il popolo di Dio.

Cari fedeli, cari confratelli tutti, vescovi, presbiteri e diaconi, in questa circostanza, soprattutto mentre pensavamo a questo momento solenne, ci siamo interrogati sul senso, significato e compito del vescovo. E tu, don Francesco Antonio, colto di sorpresa dalla chiamata del Santo Padre papa Francesco, ti sarai chiesto, frastornato, dove apprendere l’arte del vescovo, visto che non è contemplato in nessun piano di studi un corso specifico, che abilita all’esercizio dell’episcopato; forse ti sarai chiesto dove poter fare un… corso accelerato.
Da fratello ti dico che la liturgia dell’Ordinazione, nelle parole, nelle rubriche e nei segni-gesti è la sintesi delle parole di Gesù e il primo manuale che ti insegnerà come essere vescovo.

Se la lettera di nomina, il mandato del papa lo hai ricevuto in dialogo privato e riservato col Nunzio Apostolico, la tua investitura, la tua generazione e rinascita come vescovo avviene alla presenza del Popolo di Dio, con la preghiera intensa e fervorosa di fedeli, ministri e particolarmente dei vescovi, che col gesto antico, nobile, evocativo ed efficace della imposizione delle mani sul tuo capo, invocheranno lo Spirito Santo perché ti costituisca successore degli Apostoli, servitore del Vangelo e pastore della Chiesa particolare di TNA.
Hai voluto pronunziare la professione di fede e il giuramento di fedeltà, primo adempimento previo ad ogni passo successivo, alla presenza del pastore e dei fedeli nella chiesa sorella di Sassari, che ti è madre nella vita cristiana e nel ministero; ora davanti ai vescovi concelebranti e a tutto il popolo di Dio della Chiesa che ti viene affidata, dovrai pronunziare e proclamare il tuo amore per il Signore e le promesse di cura e di fedeltà al gregge di Dio, come premessa e fedele garanzia del tuo servizio.
“Vuoi prenderti cura, con amore di padre, del popolo santo di Dio e con i presbiteri e i diaconi, tuoi collaboratori nel ministero, guidarlo sulla via della salvezza?”.
Solo dopo il tuo assenso a dedicarti al conseguimento della finalità del tuo ministero “guidare il popolo sulla via della salvezza”, veniamo introdotti nel cuore della celebrazione.

(la preghiera di ordinazione col vangelo sul capo)
Prima prostrato a terra come espressione tangibile di consapevolezza della povertà esistenziale, segno di umiltà dinanzi al mistero di Dio e di profonda implorazione del suo aiuto e della intercessione di Maria Santissima e di tutti i santi, (specie i santi patroni), poi inginocchiato davanti ai vescovi ordinanti, avendo sul capo il libro dei vangeli aperto, come se fossi coperto, quasi avvolto e protetto dalla Parola, ascolterai la preghiera di Ordinazione, con la quale viene invocato dal Padre su di te “lo Spirito che regge e guida, lo stesso Spirito dato a Gesù Cristo e da lui trasmesso agli Apostoli”.

L’unzione del capo col crisma
Il sacro crisma, col quale sei stato unto nella celebrazione del battesimo, della confermazione e della Ordinazione presbiterale, ora viene versato fluente sul tuo capo quasi ad avvolgere l’intera tua persona della “mistica unzione” affinché il tuo ministero di pastore sia fecondo, corroborato e profumato dello stesso profumo di Cristo.
E ancora una volta ti verrà consegnato il Vangelo affinché tu faccia risuonare la parola di Gesù, quale suo apostolo, sull’esempio del collegio apostolico “con grandezza d’animo e dottrina”

La consegna dell’anello episcopale
Un gesto sponsale, che ti sarà memoria di questo giorno per tutta la tua vita, è la consegna dell’anello episcopale: “custodisci la Chiesa, sposa di Cristo”, non la nostra sposa: è la nostra signora! A lei vanno professati rispetto, amore, venerazione, cura, servizio.
La sposa ha un volto particolare e dalle molteplici sembianze, che ha bisogno di carezze e di vicinanza: le sembianze dei vescovi, tuoi confratelli, dei presbiteri e dei diaconi, tuoi primi collaboratori, di tutto il popolo i Dio, in particolare dei poveri sotto ogni profilo, tuoi signori, dei giovani, ormai figli indifesi, dispersi e assenti.

La consegna del pastorale da parte mia
Il pastorale che ti viene consegnato è uno dei segni altrettanto intensi e carichi di significato:
“Ricevi il pastorale, segno del tuo ministero di pastore”.
Il pastorale è primo segno distintivo del pastore, che, a seconda delle circostanze, con dolcezza o con fermezza, sveglia, sollecita, richiama le pecore distratte o più lontane e guida quelle più docili; esso, a seconda delle circostanze, diventa argine al burrone, guida e vessillo visibile nella carovana, protezione attraverso piani scoscesi.
Il tuo pastorale è di legno di ulivo, particolarmente morbido, quasi a sprigionare le qualità lenitive proprie dell’olio, atto a rappresentare e a trasmettere la mitezza di Cristo, il perdono e la misericordia, di cui vuoi farti portatore.

Caro don Francesco Antonio hai desiderato che fosse il vescovo della tua Chiesa a presiedere la concelebrazione di Ordinazione e a consegnarti il pastorale; ho accettato volentieri di esaudire il tuo desiderio. Simbolicamente ti consegno una Chiesa acquistata dal sangue di Cristo e nel passato guidata e custodita da innumerevoli pastori, molti dei quali a cominciare da Valentino, Giovenale, per essa, sull’esempio di Gesù, hanno versato il sangue. Io, durante i sette anni e mezzo di ministero, ho cercato francescanamente di amarla, custodirla, servirla e abbellirla con tutte le mie povere forze, nella relazione tra le persone fino ad oggi, confidando nella misericordia e nella guida di Gesù, il Buon Pastore.
Nel consegnarti il pastorale ti esorterò: “Abbi cura di tutto il gregge nel quale lo Spirito Santo ti ha posto come vescovo a reggere la Chiesa di Dio”.
REGGERE la Chiesa… un termine che racchiude una molteplicità di significati non sempre compresi nel senso trasmesso da Gesù ai figli di Zebedeo. Reggere qui è da intendere non tanto nel senso di governare, quanto nel senso interpretato da Francesco d’Assisi, che nel sogno di Papa Innocenzo regge la Chiesa, la porta sulle spalle, la sostiene, la ripara con la parola, con la carità e la fraternità, la tiene in continua manutenzione con la preghiera, la rende bella con la celebrazione dei santi misteri nella liturgia.
Sarai inserito in una regione, l’Umbria, che è terra di santi, uomini e donne, che, come pochi altri, hanno “retto” la Chiesa nel primo e secondo millennio:
Benedetto, Francesco e Chiara d’Assisi, e tanti altri; prossimi a noi i Protomartiri Francescani, tutti originari del territorio diocesano. La gratia loci, la contemplazione delle memorie delle loro gesta e il ripercorrere i loro dialoghi di amore con il Signore, ti aiuteranno ad apprendere l’arte e di reggere la Chiesa di Cristo.

Non temere! Il Signore, che ti ha chiamato, come testimonia il profeta, ti guiderà e ispirerà le parole giuste e i gesti di amore capaci di essere sale e luce, di dare sapore e senso al ministero e alla vita delle persone e della comunità. Posso confidarti di aver sperimentato tutto ciò in prima persona.
La gioia sia il segno distintivo del tuo ministero, come canta il salmo responsoriale.
E di fronte alle prove di qualunque genere, ti sia di conforto il messaggio di san Giovanni apostolo nella seconda lettura:
“In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa”.

A tutti voi confratelli nell’episcopato, presbiteri, diaconi e popolo di Dio, rivolgo l’invito a considerarvi in questa festa non come spettatori curiosi benché devoti, come spesso avviene nelle celebrazioni nuziali, ma come familiari e amici dello sposo.
La nostra presenza qui oggi è segno di affetto, ma anche assunzione di responsabilità. Siamo qui per sostenere il vescovo Francesco Antonio nel suo ministero, rassicurarlo che da oggi prendiamo l’impegno di stargli vicino nelle prove, di accompagnarlo con la preghiera e l’incoraggiamento nella missione grande di… reggere questo popolo di Dio.

+ P. Giuseppe Piemontese OFM Conv