Ordinazione presbiterale Massimiliano Collodi

Fratelli e sorelle,
La celebrazione odierna più che altre ci invita allo stupore, a metterci in ginocchio per la presenza augusta di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, che ci avvolge di amore infinito. Vuole inoltre richiamarci alla consapevolezza della nostra condizione meravigliosa di creature viventi, amate, benedette ed elevate alla condizione di figli di Dio.
La rivelazione strabiliante, donataci da Gesù, raggiunge l’umanità, la Chiesa, le nostre singole persone.
Questa sera siamo qui anche per partecipare al sublime incontro di Massimiliano con la SS. Trinità. Tutti noi, a piedi scalzi, misticamente attratti dal roveto ardente, gli facciamo corona, mentre egli è prostrato a terra, incendiato dal fuoco dell’amore alimentato dalla preghiera del cuore e dalla carità, al culmine di un’esistenza trasformata dalla dimensione sponsale, immagine oggi particolarmente eloquente per rappresentare ciò che avviene.
Mistero di fede, di adorazione, di amore, di comunione: egli, rinato dallo Spirito, allevato nella casa del Padre, viene inviato da Gesù a condividere con i fratelli, con la chiesa la vita divina trinitaria, ricevuta in dono.

Ci poniamo in adorazione, insieme a tutta la Chiesa, in questa celebrazione e in questa festa speciale, contemplando il grande mistero nei riflessi verso di noi. E’ il senso delle parole della Colletta altera:
“Ti glorifichi, o Dio, la tua Chiesa,
contemplando il mistero della tua sapienza
con la quale hai creato e ordinato il mondo;
tu che nel Figlio ci hai riconciliati e nello Spirito ci hai santificati,
fa’ che, nella pazienza e nella speranza,
possiamo giungere alla piena conoscenza di te
che sei amore, verità e vita”.

Ma oggi tu, Massimiliano, sei anche associato a Gesù per essere portavoce, intermediario tra gli uomini e Dio: nella preghiera, nella intercessione, nella santificazione.
Gesù è l’unico pontefice tra Dio e gli uomini, la via maestra che porta al Padre. Egli continua ancora oggi a riportare la famiglia umana al Padre. Gesù vuole associare te, Massimiliano, in questo tempo di grazia, kairòs, tra i Ricostruttori di questa relazione tra gli uomini con Dio. Una relazione spezzata dall’orgoglio, rimossa dall’orizzonte dalla ribellione della mente umana, che si pone nella vana pretesa di sostituire la Divinità, ignorata dalle quotidiane distrazioni provocate da sensazioni inutilmente appaganti, negata dall’inutile ripetizione della disobbedienza originale di mangiare dell’albero del bene e del male, infine dalla prostrazione servile e umiliante agli innumerevoli vitelli d’oro, costruiti dalle proprie mani, muti e inespressivi testimoni di una festa dei folli dall’epilogo insensato di depravazione e di morte.

La tua vita, attraverso vicende mosse dalla Sapienza di Dio, è approdata alla consapevolezza di essere amato dal Signore: lo hai cercato, ti sei lasciato trovare ed amare e ora vieni posto totalmente nelle mani di Dio quale suo ministro.

L’Ordinazione presbiterale, che oggi per la preghiera della Chiesa ti viene conferita, non è un’aggiunta di onore alla tua consacrazione a Dio tra i Ricostruttori nella Preghiera. Sono due realtà interconnesse, che arricchiscono la tua persona, la tua famiglia religiosa e la Chiesa. Dovrai vivere la missione ministeriale con il carisma dei Ricostruttori. Portare la testimonianza della tua fede in Dio e dell’amore in quelle parti del mondo e dell’umanità, trasformate in macerie sociali, morali e spirituali. Un’opera di ricostruzione, che realizzerai principalmente, secondo i dettami della regola dei Ricostruttori, attraverso “la meditazione profonda basata essenzialmente sull’esicasmo, un metodo di preghiera silenziosa radicato nella tradizione biblica e più noto col termine di “preghiera del cuore”. Dall’esperienza sappiamo che tale metodo o percorso spirituale si è mostrato efficace anche a coloro che si sono allontanati da Dio e dalla fede, perché sfiduciati, disillusi o distratti”.
Sarà lo Spirito Santo che arricchirà la nostra conoscenza e intimità col Padre e col Figlio. Egli umilmente invocato, secondo la promessa di Gesù, verrà in noi e ci guiderà a tutta la verità, immettendoci in quel circolo beato di comunicazione col Padre e col Figlio.
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future».

E lo Spirito ha annunciato la Chiesa di Gesù e la sta costruendo attraverso la Parola e i sacramenti. Soprattutto attraverso l’Eucarestia, che oggi viene posta nelle tue mani.
L’Eucarestia e la Parola siano il tuo alimento quotidiano: siano l’essenza e la sintesi della tua vita spirituale, il modello e la via della tua santificazione e donazione a Dio e ai fratelli. Se vuoi ricostruire la Chiesa dovrai farlo con la preghiera del cuore e attraverso l’Eucarestia, ogni giorno. L’affermazione di De Lubac: “La Chiesa fa l’Eucarestia e l’Eucarestia fa la Chiesa” sia il programma di vita spirituale e pastorale del tuo sacerdozio.

Ho avuto modo di dirti, il giorno dell’Ordinazione diaconale, del rischio per noi religiosi di rattrappire il ministero sacerdotale tra le mura del convento o del monastero, magari bellamente ricostruito, o di viverlo nei fatti come un titulus honoris e non con zelo-passione pastorale. Per te, Massimiliano, da oggi, in maniera più esplicita si allarga la relazione di appartenenza: fai parte della famiglia dei Ricostruttori e di quella di questo Presbiterio. Come religioso e come membro del presbiterio sei, vivi e operi nel cuore del popolo santo di Dio con il dono della Parola, dei sacramenti e della testimonianza della carità, nell’obbedienza al vescovo e ai superiori. Dovrai trovare il giusto equilibrio e la generosa adesione alla fraternità, al presbiterio, al Popolo di Dio.

Durante l’assemblea CEI del maggio scorso, papa Francesco ha rivolto ai vescovi una fraterna esortazione ad essere vescovo-padre e vescovo–fratello con i sacerdoti. Ovviamente l’osservazione è speculare per i sacerdoti e quindi anche per te. Un rapporto che non si fonda sulla carne, ma nasce dal medesimo sacramento dell’Ordine, che ci accomuna:

“Cari confratelli vescovi, i nostri sacerdoti si sentono continuamente sotto attacco mediatico e spesso ridicolizzati oppure condannati a causa di alcuni errori o reati di alcuni loro colleghi, e hanno vivo bisogno di trovare nel loro Vescovo la figura del fratello maggiore e del padre che li incoraggia nei periodi difficili; li stimola alla crescita spirituale e umana; li rincuora nei momenti di fallimento; li corregge con amore quando sbagliano; li consola quando si sentono soli; li risolleva quando cadono. Ciò richiede, prima di tutto, vicinanza ai nostri sacerdoti, che hanno bisogno di trovare la porta del Vescovo e il suo cuore sempre aperti. Richiede di essere Vescovo-padre, Vescovo-fratello!”.

Le parole del papa, caro Massimiliano, sono di stimolo per il vescovo e di incoraggiamento per te e per tutti i sacerdoti. Insieme alla comunità ecclesiale intendiamo porci su tale linea perché i nostri giorni siano meno gravosi e la testimonianza presbiterale gioiosa.

Non posso non affidarti a san Francesco d’Assisi, quale immagine di Cristo povero e crocifisso, anch’egli ricostruttore della Chiesa con la preghiera e con le opere, perché insegni anche a te qualche… segreto del mestiere!
“Ardeva di amore in tutte le fibre del suo essere verso il sacramento del Corpo del Signore, preso da stupore oltre ogni misura per tanta benevola degnazione e generosissima carità. Riteneva grave segno di disprezzo non ascoltare ogni giorno la Messa, anche se unica, se il tempo lo permetteva.
Si comunicava spesso e con tanta devozione da rendere devoti anche gli altri. Infatti, essendo colmo di reverenza per questo venerando sacramento, offriva il sacrificio di tutte le sue membra, e, quando riceveva l’agnello immolato, inabissava il suo spirito in quel fuoco, che faceva ardere sempre sull’altare del suo cuore”. (FF 789, Tommaso da Celano nella Vita seconda)

Cari fratelli e sorelle,
Oggi ci ha condotti in questa nostra chiesa-madre il legame che ci unisce a Massimiliano insieme alla consapevolezza di essere concelebranti di questo sacramento della chiesa.
Ma siamo qui anche per essere i “testimoni di nozze”. Vogliamo dare voce al consenso del popolo di Dio per l’Ordinazione di Massimiliano, e vogliamo anche dirgli che noi da oggi, ci saremo sempre nella sua vita: con la preghiera, l’amicizia, l’incoraggiamento, la misericordia, la collaborazione al suo ministero.
Affidiamo fin da ora a Maria, madre e maestra dei sacerdoti, la tua persona e il tuo ministero.