Pasqua 2018 – messa in Coena Domini

Inizio del Triduo Sacro di Gesù Cristo crocifisso e morto – Sepolto – Risorto
Non una preparazione alla Pasqua, ma la celebrazione della Pasqua in tre giorni, in cui Cristo “morendo ha distrutto l morte e risorgendo ha ridato a noi la vita” (prefazio pasquale).
Nel segno della cena si anticipa la passione, la morte e la risurrezione di Gesù. Gesù rinnova la Nuova ed eterna alleanza.

Seconda Lettura:
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».

Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga”.
Noi nella Eucarestia facciamo il memoriale dell’Ultima cena, della Pasqua, per noi finché Egli venga.

2. Nel Vangelo di Giovanni troviamo la sottolineatura del Memoriale nel servizio – consegna del comandamento dell’amore
Prima di Pasqua- Durante la cena, ultima cena
Sera del tradimento, ma anche dell’amore totale di Gesù per noi: li amò sino alla fine

Consegna del servizio: “cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli”
“Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”.
Consegna del comandamento dell’amore vicendevole:
“Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Canto al Vangelo Gv 13,34).
Amatevi come io ho amato voi
Cristo «ha dato la sua vita per noi, quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli», (1 Gv 3, 16) amandoci davvero gli uni gli altri, come egli ci ha amato, fino a dare la sua vita per noi.

S. Agostino: “Questo appunto si legge nei Proverbi di Salomone: Quando siedi a mensa col potente, considera bene che cosa hai davanti; e poni mano a far le medesime cose che fa lui (cfr. Pro 23, 1-2). E che cosa è questo porre mano a far le medesime cose se non ciò che ho detto sopra e cioè: come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo essere disposti a dare la nostra vita per i fratelli?
È quello che dice anche l’apostolo Pietro: «Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme» (1 Pt 2, 21). ). Questo significa fare le medesime cose. Così hanno fatto con ardente amore i santi martiri e, se non vogliamo celebrare inutilmente la loro memoria, se non vogliamo accostarci infruttuosamente alla mensa del Signore, a quel banchetto in cui anch’essi si sono saziati, bisogna che anche noi, come loro, siamo pronti a ricambiare il dono ricevuto”. (Dai «Trattati su Giovanni» di sant’Agostino, vescovo (Tratt. 84, 1-2; CCL 36, 536-538)

3. Il servizio ai giovani in vista del Sinodo: ”I giovani, la fede, il discernimento vocazionale“

Questa sera abbiamo voluto che un gruppo di ragazzi si esponessero alla visione di tutti, della comunità diocesana e che la chiesa nella persona del vescovo, lavasse loro i piedi quale espressione di amore per loro e della volontà di un rinnovato servizio verso i giovani della diocesi.
A conclusione dell’incontro presinodale di 300 giovai provenienti da ogni parte del mondo, nell’omelia della messa della domenica delle palme, Papa Francesco ha detto:
“Far tacere i giovani è una tentazione che è sempre esistita. Gli stessi farisei se la prendono con Gesù e gli chiedono di calmarli e farli stare zitti. Ci sono molti modi per rendere i giovani silenziosi e invisibili. Molti modi di anestetizzarli e addormentarli perché non facciano “rumore”, perché non si facciano domande e non si mettano in discussione. “State zitti voi!”. Ci sono molti modi di farli stare tranquilli perché non si coinvolgano e i loro sogni perdano quota e diventino fantasticherie rasoterra, meschine, tristi.
Cari giovani, sta a voi la decisione di gridare, sta a voi decidervi per l’Osanna della domenica così da non cadere nel “crocifiggilo!” del venerdì… E sta a voi non restare zitti. Se gli altri tacciono, se noi anziani e responsabili – tante volte corrotti – stiamo zitti, se il mondo tace e perde la gioia, vi domando: voi griderete? Per favore, decidetevi prima che gridino le pietre”.

Cari fratelli,
Un servizio urgente, attuale, indispensabile: riscoprire il volto giovane di Dio nei volti dei giovani concreti che abbiamo attorno.
Non si tratta di giovanilismo, ma di porsi in una prospettiva diversa verso di loro: Ascoltarli e prenderli sul serio.
Dobbiamo avere il coraggio di lasciarci interrogare dal loro sentire e dalle loro provocazioni.

Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei:

“È passata da tempo la generazione dei contestatori: forse i giovani si sono stancati di adulti capaci di assorbire e digerire tutto. Il muro di gomma che ha caratterizzato molti atteggiamenti e parole degli adulti nei decenni scorsi, ha provocato un disagio che rimane sommerso: ormai i giovani tendono ad andarsene per strade tutte loro senza preavvisi, sussurri, proteste. Se ne vanno e basta, lasciandoci (noi adulti) alle nostre tabelle, indagini statistiche o alle nostre convinzioni su come va il mondo o su dove dovrebbe andare”.
Mentre molti si estraniano in un mondo virtuale perché ostacolati nell’entrare nella società; altri privi di lavoro sono costretti ad emigrare, con la malinconia, la delusione e l’astio di chi sente spinto lontano.
La stessa chiesa a volte sembra abdicare ad una compagnia di ascolto, interesse e valorizzazione.
I giovani nella nostra diocesi: o non sono attorno a noi, o non ce ne curiamo, o abbiamo rinunciato a cercarli.
Il vangelo di oggi ci chiede di amare e servire particolarmente loro: di cercarli, farli sedere davanti a noi, di lavare loro i piedi, di amarli.
Gesù ci lascia una consegna “Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”.
Occasione del Sinodo: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.