Pasqua 2019 – domenica delle Palme

Cari fratelli e sorelle, cari ragazzi
è una giornata solenne questa. Abbiamo accompagnato Gesù, mentre è entrato a Gerusalemme sopra un asino, lui il re mite, il re della pace. E dopo questo momento festoso siamo entrati in chiesa, è quasi cambiato il tono della nostra celebrazione. Abbiamo assistito, ascoltato, partecipato al racconto della passione, della morte di Gesù. Questi due elementi: la gioia e la passione sono due elementi che fanno parte della vita cristiana, che ha vissuto Gesù e che viviamo anche noi. Nel racconto della passione vorrei sottolineare un paio di aspetti particolari, che sono riportati solo da san Luca, gli altri evangelisti anch’essi raccontano la passione del Signore, ma questi particolari non li riportano. E’ iniziato il racconto della passione con il racconto di Gesù che è nell’ultima cena, che spezza il pane e lo distribuisce agli apostoli e così fa anche con il vino e poi dice una espressione: “Fate questo in memoria di me”. Anche noi, quando celebriamo la messa ripetiamo questo gesto di Gesù queste parole: “Fate questo in memoria di me”. Ma Gesù non voleva dire solamente ripetete nella Messa ciò che io ho fatto, Gesù voleva dire che in questo pane ci sono io, sono diventato pane per tutti gli uomini, per incontrare, per sostenere la vita, quella fisica, quella spirituale, la vita di fede di tutti gli uomini e anche voi dovete rinnovare ciò che ho fatto io, dovete diventare pane per i vostri fratelli, dovete diventare pane di vita per i vostri fratelli, perché se non condividete la vostra vita, i vostri beni, allora anche la partecipazione alla messa diventa un fatto secondario. Il primo insegnamento che vuol darci oggi Gesù: io mi son fatto tanto pane per l’umanità e anche voi i miei discepoli fatevi pane per i vostri fratelli.
Abbiamo ascoltato come san Pietro dice a Gesù nell’ultima cena: “io non ti abbandonerò mai” e poi nel cortile del sommo sacerdote ad una serva che gli dice: “Tu sei amico di Gesù”, san Pietro dice io non lo conosco, non conosco Gesù e ripete più volte non conosco Gesù. Anzi Luca non dice quello che dicono gli altri e evangelisti che Pietro impreca per dire che non conosce Gesù. Pensate Gesù è lì che viene maltrattato, che ha bisogno di aiuto, e Pietro, uno dei suoi amici più intimi che dice io non lo conosco. E mentre pronuncia queste parole si ricorda di ciò che aveva detto Gesù: Tu mi rinnegherai tre volte prima che il gallo canti” in quel momento si ode il canto di un gallo. Pietro resta confuso, amareggiato, e incrocia il suo sguardo con quello di Gesù. Uno sguardo quello di Gesù che non è per dirgli per rimproverarlo ma per dirgli: Pietro conosco la tua debolezza lo so che non ce la fai, ma io ti voglio bene e so che anche tu mi vuoi bene.
Ecco cari fratelli e sorelle, molte volte anche noi non abbiamo il coraggio di dirci e di vivere da cristiani, ci comportiamo come se dicessimo: “Io Gesù non lo conosco”. Eppure Gesù ci vuole bene e allora, come Pietro pianse amaramente, così anche noi dobbiamo riconoscere le nostre debolezze e con la preghiera riuscire a superare le nostre infedeltà e conservare la fedeltà e la fede nel Signore. C’è anche un altro particolare che vorrei sottolineare: abbiamo ascoltato che Gesù viene crocifisso accanto a due malfattori, due delinquenti, uno di loro insulta Gesù e l’altro, invece, lo rimprovera dicendo: “Noi stiamo subendo una pena per i nostri delitti, ma Gesù non ha fatto niente” e ripete quella bellissima preghiera che san Luca ci riporta: “Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. E Gesù accoglie questa preghiera e dice:”oggi stesso tu sarai con me in paradiso”, è l’unica volta in cui si riporta questa parola Paradiso. Gesù che nella sua Risurrezione torna al Padre e porta con sé questo malfattore che si è pentito e si è affidato alla sua misericordia.
Ecco cari fratelli e sorelle, san Luca in tutto il suo Vangelo ci vuol dire che Gesù nella vita è stato circondato ha cercato i poveri, ha cercato i peccatori, alla sua nascita è stato circondato dai pastori, gente che non veniva considerata, durante la sua vita ha cercato i pubblicani, i peccatori, le prostitute per dare loro una speranza e una consolazione. E nel momento della morte stato circondato da due malfattori a uno dei quali, pentito, ha promesso il paradiso. E per concludere Gesù dice prima di spirare: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Non si riferiva solo ai Romani che lo avevano crocifisso, ma a tutti coloro che avevano concorso a condannarlo: i sacerdoti, gli scribi, Farisei, le folle. “Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno” Ecco è anche questa la nostra consolazione, il nostro conforto. Dalla passione della morte di Gesù noi riceviamo misericordia, perché non sappiamo quello che facciamo quando ci dedichiamo al peccato. Oggi chiediamo al Signore che ci aiuti ad affidarci sempre alla sua misericordia, a non disperare mai, perché Gesù è venuto, si è fatto pane per noi, è venuto per accompagnarci in paradiso.