San Francesco diventa santuario

SANFRANCESCOFOCUS

10/06/2004
Il testo ufficiale del decreto, l’intervento del Vescovo e l’articolo di Avvenire

Sabato 22 maggio la chiesa di San Francesco d’Assisi in Terni è stata elevata al titolo di santuario, con una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo Vincenzo Paglia e dal clero diocesano. La data è stata fissata in contemporanea ai festeggiamenti per il 750 anniversario della dedicazione della Basilica Superiore di Assisi, quasi a sottolineare il profondo legame spirituale e fisico che lega l’edificio ternano alla chiesa-madre dell’Ordine Francescano.

Per l’occasione una delegazione del Sacro Convento, ha consegnato per alcuni giorni un’importante reliquia del Tesoro del Sacro Convento: il calice e la patena appartenuti a san Francesco. E’ un grande segno di comunione, che dimostra l’intenzione di sentire ‘fisicamente’ la presenza del santo durante i giorni dedicati al nuovo santuario. La decisione di elevare la chiesa a santuario è stata presa dal vescovo su richiesta della comunità di San Francesco e dei Padri Salesiani che da oltre cinquant’anni reggono la parrocchia e sono presenti a Terni dal 1927. Ad accelerare la pratica è lo studio scientifico curato da Giuseppe Cassio, di circa 400 pagine, che ci si augura presentare il 4 ottobre in occasione della solennità di San Francesco, assieme ai restauri della facciata.

Molti i motivi che hanno spinto il vescovo ad accettare questa proposta. La chiesa è stata costruita su un terreno scelto da Francesco per costruirvi delle capanne da destinare ad ‘abitazione’ dei frati. L’edificio fu costruito ad immagine e somiglianza delle basiliche di San Francesco e Santa Chiara di Assisi, con un’architettura assai rara per le prime chiese minoritiche. Al suo interno furono sepolti, dal 1270 due seguaci ternani di Francesco: Simone Camporeale e Pietro Cesi dal Poggio, il cui sepolcro era oggetto di venerazione. Nel convento di Terni soggiornò e predicò san Giacomo della Marca nel 1444 e nel 1455. La sua oratoria sulla fine del mondo è stata “proiettata” sulle pareti della cappella gentilizia dei Paradisi da Bartolomeo di Tommaso da Foligno. Nel 1500 nel convento ternano si tenne un capitolo generale dei frati minori conventuali con l’elezione di fra Egidio Delfini di Amelia. Importante è anche la commissione dei frati di una tavola per l’altare maggiore a Piermatteo d’Amelia, devoto pittore umbro, realizzata tra il 1483 e il 1485, ora conservata presso la Pinacoteca Comunale. Il culto della Passione, era fortemente radicato in San Francesco per la presenza di un frammento della croce di Cristo, che ha dato vita ad una confraternita adibita al culto e alla custodia della stessa. Per tale reliquia i frati misero a disposizione una parte del convento per adibirlo a cappella, nella quale porre il sacro legno. La cappella reca ancora le tracce cinquecentesche, pittoriche e plastiche, di Sebastiano Flori di Arezzo, discepolo di Giorgio Vasari. Sarebbe limitante configurare la chiesa di San Francesco solo con poche righe storico-artistiche. Sin dalla sua costruzione, questo edificio è divenuto uno dei principali punti di riferimento per la spiritualità dei fedeli. Ancora oggi, grazie alla presenza dei padri Salesiani, custodi del tempio dal 1942, la chiesa di San Francesco è mèta di generazioni di giovani, che trovano spazi di aggregazione nell’adiacente oratorio. L’amministrazione costante e numerosa dei sacramenti è indice di un santuario già attivo e particolarmente amato nel territorio.

L’elevazione della chiesa a ‘santuario’ è un’altra tappa importante di un percorso volto a valorizzare al meglio il bene architettonico. Molti i lavori già terminati: la nuova illuminazione interna ed esterna, la tinteggiatura, l’impianto di riscaldamento, la ricostruzione del braccio del chiostro per la penitenzieria e sacrestia, il recupero e restauro della cappella della Croce Santa, grazie al finanziamento della Fondazione Carit. Altrettanti dovranno essere presto avviati: il restauro e consolidamento della facciata e del fianco destro su via Fratti, le coperture, il nuovo castello per le campane, il monitoraggio dello stato conservativo degli affreschi della cappella Paradisi, la totale riqualificazione del chiostro con il nuovo giardino botanico e una fontana d’artista. E’ la sfida che i salesiani intendono affidare alla città ai fini della completa valorizzazione del nuovo santuario.

IL TESTO DEL DECRETO UFFICIALE DELL’EREZIONE DELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO IN TERNI A SANTUARIO
Questo tempio fu edificato in onore di San Francesco d’Assisi, il quale visitò più volte l’antico abitato di Interamna. Verso il 1218 tenne una predica davanti all’episcopio e il vescovo Rainerio, dopo averlo ascoltato, volle entrare con lui in cattedrale, significando l’onore e la stima che aveva per l’umile frate. In quella occasione lo stesso Francesco scelse quest’area, un tempo periferica e ricca di vegetazione, per stabilirvi una temporanea dimora sua e dei suoi frati. All’interno dell’edificio originario, che si ispirava alle basiliche di Assisi, furono sepolti fra Simone Camporeale e fra Pietro Cesi dal Poggio, primi compagni ternani di Francesco entrambi ritenuti “beati” per l’adesione al Vangelo. Nei secoli la chiesa è stata ampliata per accogliere i fedeli che sempre più numerosi accorrevano per la preghiera e la richiesta di grazie. La decorazione pittorica della cappella a cornu epistolae si ispirava ai sermoni parusiaci di san Giacomo della Marca, il quale dimorò in questo convento. Per l’altare maggiore Piermatteo di Amelia, devoto pittore del primo Rinascimento, compose una tavola votiva, nella quale condensò il misticismo francescano. Per custodire un frammento della Croce Santa si ampliò il transetto ricavandovi una cappella decorata da Sebastiano Flori, confermando il culto per la Passione, profondamente vissuto in San Francesco. Nel convento si tenne il Capitolo generale del 1500 con l’elezione dell’amerino fra Egidio Delfini. In chiesa fu anche sepolta per qualche tempo la serva di Dio Felicita Salvati di Terni. Dal 1860 il tempio venne chiuso al culto per essere riaperto nel 1900, grazie a Luigi Lanzi che ne curò il restauro. La presenza dei Salesiani di don Bosco dal 1927 ha favorito la crescita dei giovani loro affidati prima nel Convitto Comunale, che occupò gli spazi ex conventuali, poi attraverso l’opera dell’oratorio, tuttora presente a servizio dei giovani. Nel 1942 la parrocchia di San Niccolò in San Francesco fu affidata al primo parroco salesiano don Ettore Pavoni, amico personale del venerabile don Vincenzo Cimatti e del vescovo san Luigi Versiglia, entrambi salesiani.

La partecipazione assidua ai sacramenti da parte dei fedeli, che dalla città e dal circondario hanno continuato ad accorrere in questo luogo, nonché la santità che queste mura richiamano, mi permettono oggi 22 maggio 2004, nella ricorrenza dei 750 anni dalla consacrazione della Basilica Superiore di Assisi, di elevare ufficialmente questo edificio a

Santuario di San Francesco d’Assisi in Terni.

Si concede l’indulgenza plenaria, secondo le disposizioni della Penitenzieria Apostolica a chi si reca in questo luogo con atteggiamento personale di conversione, alle solite condizioni: il 4 ottobre, solennità di San Francesco d’Assisi; 2 agosto, per il Perdono d’Assisi; 23 ottobre, dedicazione della chiesa e una volta all’anno in un giorno scelto dal fedele.

Auspico che questo nuovo santuario con il suo Oratorio Salesiano sia per tutti, in particolare per i giovani, luogo di profondo cammino di crescita umano-cristiana e di accompagnamento spirituale perché la santità risulti essere con gioia ed impegno “misura alta di vita cristiana ordinaria”.

Terni, 22 maggio 2004

+Vincenzo Paglia

Vescovo di Terni-Narni-Amelia