Stazione quaresimale Concattedrale di Narni 2017

Fratelli e sorelle, siamo riuniti in questa concattedrale per la stazione quaresimale che è una veglia con la quale ci si prepara a vivere un avvenimento importante quale è il mistero pasquale che celebreremo tra qualche giorno; è un fermarci a considerare la nostra vita nel confronto con l’esperienza dei martiri, che hanno conformato la loro vita a quella di Gesù, nel mistero pasquale.
La chiesa di Roma, fondata dalla testimonianza speciale degli apostoli e dei martiri, fin dal IV-V secolo, si radunava, nella quaresima, attorno al Papa sulle tombe dei martiri per riscoprire la propria vocazione  e la vera sequela del Signore, per ascoltare la parola di Dio, per prepararsi alla celebrazione del mistero pasquale, per purificare la propria fede e testimonianza e ritrovare la propria identità, nella lode, nel canto, nella celebrazione eucaristica sulla tomba dei martiri di cui sono state esposte le reliquie che sono custodite in questa chiesa.
Anche la nostra chiesa diocesana  fondata sulla testimonianza dei santi martiri Valentino, Giovenale, Cassio, Fermina e Olimpiade e altri è convocata e si raduna sulle loro tombe per trovare luce, conforto, esempio per la testimonianza ai nostri giorni del Signore morto e risorto.
Non da soli, ma come Chiesa viviamo la statio, la sosta per la”colletta” e la celebrazione dell’Eucarestia, Parola e sacramenti, per rinnovarci nella fede, nella mente e nello spirito
L’itinerario battesimale della comunità cristiana, che si prepara a celebrare il battesimo dei catecumeni e a fare memoria del proprio battesimo nella notte di Pasqua vive oggi un momento alto. Il cerchio che abbraccia i catecumeni e predispone tutti noi in questa quinta domenica, si stringe e ci predispone spiritualmente e liturgicamente a rinnovare la nostra fede e a vivere i giorni santi di Cristo sofferente, crocifisso e risorto.
Il vangelo di Giovanni in queste ultime tre domeniche, attraverso i racconti della Samaritana, il cieco nato e Lazzaro illumina la nostra mente e ci prepara ad una nuova gioiosa consapevolezza della vita nuova, che Gesù è venuto a donarci nel Battesimo.
Attraverso la parte del vangelo di Giovanni, chiamato Libro dei segni, i racconti nascondono un significato che va oltre la narrazione episodica, narrano un senso più profondo, la vita di Dio in Gesù, donata a noi dal Padre.
Il settimo e ultimo segno, che viene presentato oggi è il vertice dell’annuncio di Giovanni: la rianimazione di Lazzaro (11,1-54): il termine risurrezione è preferibile usarlo solo per Gesù. Una pagina altissima, che vogliamo commentare brevemente, cogliendo alcuni aspetti particolari del messaggio di Gesù.
Giovanni impiega questo fatto per mostrare che Gesù è il signore della vita, è capace di vincere la morte e portare alla vita che non è più toccata dalla morte biologica, ma che continua nella casa del Padre. E’ una lezione per la comunità cristiana: Gesù non è venuto per impedire il decorso della morte biologica, Gesù è venuto per introdurci nella vita dell’Eterno.
Marta aggredisce Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”. Le stesse parole dei non credenti: se Dio esiste perché è assente, perché succedono queste cose? Marta professa la fede dei farisei: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno», quando i cadaveri fra un milione di anni saranno riportati in vita.
Ma Gesù ha un messaggio decisivo per noi, qui e ora: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Se non prendiamo sul serio le parole di Gesù, qualunque parola di consolazione non serve. Perché l’ enigma della morte può essere sciolto sole nella fede in Gesù, attraverso la meditazione della Parola e la preghiera, alla luce di Dio.
Quando Gesù vede Maria piangere si turba, freme nel suo spirito.. gli scorrono le lacrime dagli occhi; sono lacrime che esprimono il dolore solidale. Il pianto dei giudei e di Maria, viene descritto piuttosto come il pianto di chi pensa che il fratello finisca nel buio della tomba.
Gesù disse loro :“Liberatelo e lasciatelo andare”. Non invita alla festa per l’evento strepitoso, appena compiuto. Piuttosto l’invito ai fratelli della comunità che piangono la perdita di una persona cara… è a non lasciarsi sopraffare dal dolore, che nasconde, si confonde con una sorta di egoismo: trattenerla con sé… Gesù dice di liberarla e accompagnarla nel passaggio dalla vita alla vita, alla casa del Padre.
La rianimazione di Lazzaro è il settimo segno, compiuto da Gesù, quello decisivo per presentarsi e rivelarsi nella sua identità di Figlio, uguale al Padre, autore della vita. Innanzitutto vuole accompagnarci a credere il lui. “Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui”.
Ma è anche il segno che rivela l’amore grande di Gesù che per dare la vita all’amico Lazzaro mette a repentaglio la propria, anzi gli costa la vita. Infatti la rianimazione di Lazzaro fu la goccia che fece traboccare il vaso: il sinedrio decise che bisognava eliminare Gesù.
La Chiesa, accompagnando i catecumeni, e tutti noi, al battesimo ha voluto richiamare il segno pasquale della rianimazione di Lazzaro: nel battesimo nasciamo alla vita nuova, associati e immersi nella morte e risurrezione di Gesù. Per i battezzati inizia la vita dell’Eterno, inizia ora l’esperienza dell’Eternità, che nessuna morte potrà interrompere. Nella celebrazione dell’Eucarestia domenicale la comunità dei discepoli rinnova questa consapevolezza e si arricchisce della forza e della vita donataci da Gesù, annuncia al mondo Gesù, salvatore dell’umanità.
Lo facciamo anche noi, dopo la lunga serie di Martiri e di Santi, che anche in questa Chiesa, hanno testimoniato che Gesù è la Risurrezione e la vita.