E’ davvero singolare e straordinario che il vescovo di una piccola diocesi, che appena superava i ventimila abitanti, nel lontano gennaio 1964 avesse istituito nella sua Amelia la Giornata dei Poveri. Parliamo del Servo di Dio mons. Vincenzo Lojali vescovo di Amelia fino al 1966, di cui è in corso la Causa di Beatificazione.
La sua predilezione verso i poveri e gli ultimi era nota a tutta la Città e Diocesi, ma colpiva, soprattutto, la sua vita, umile, semplice davvero povera. Ricorda un suo ex alunno, don Francesco De Santis: “viveva con noi in Seminario, spesso ci dava lui la sveglia, perché il rettore andava a celebrare in parrocchia; mangiava con noi, quello che le suore preparavano per noi. Dormiva all’ultimo piano del seminario, in una stanza modestissima, senza riscaldamento, con un lavandino e il bagno all’esterno. Quando a seguito della malattia, i medici insistettero perché non poteva più fare tre piani di scale a piedi, con molto rammarico accettò di dormire in vescovado, una camera modesta e un semplice bagno. A me, che avevo 15 anni ed ero uno dei più grandi, fu chiesto di dormire in una stanza accanto per aiutarlo in qualche necessità. Avvicinandosi l’esame di V° ginnasio, mi costrinse ad tornare con i miei compagni per essere più libero e dedito allo studio. Una mattina, lo trovarono morto accanto al suo letto”.
Veramente povero tra i poveri. La lavanda dei piedi del Giovedì Santo era uno dei gesti non simbolici, ma reali che lo segnavano nel profondo. Dodici tra i più poveri e diseredati della cittadina, con scarpe e piedi davvero ripugnanti che lavava e baciava: “e noi seminaristi del servizio che tenevamo vassoio e asciugamano – continua don Francesco – che ci turavamo il naso per il cattivo odore”. Al termine della celebrazione una bella offerta in denaro in busta chiusa e una cena per tutti loro. “Io ho pensato che sarebbe stata cosa più gradita al Signore, tenerli a mangiare con noi, servirli noi…proprio come fece Gesù; e da allora ogni anno siedono a mensa con noi, mangiano come noi, stanno con il vescovo, coi sacerdoti del seminario e sentono le chiacchiere e il chiasso festoso dei seminaristi: stanno in una tavola a parte, nel posto d’onore…e con che decoro e sussiego ci stanno…e che auguri fanno quando vanno via, con il fagottino delle reliquie della mensa, che non sono certo delle briciole, ma belle pagnotte di pane. Per te, o Gesù!” così scriveva nel suo Diario il 22 marzo 1951 Giovedì Santo.
Del resto nella sua prima lettera pastorale nel 1938 scriveva: “Alla carità il vescovo si impegna con solennità nella consacrazione, e la carità sarà tutta la ragione della sua dignità, l’unica aspirazione della sua vita”.
E’ curioso ed interessante il collegamento che nel celebrare la Giornata del Povero il 4 gennaio 1964, mentre Papa Paolo VI è nella Terra di Gesù, primo viaggio di un Papa in Palestina, nel suo “Diario dell’Anima” mons. Lojali scriveva questo pensiero: “Pietro ritorna dopo duemila anni in Palestina, dai colli romani al colle di Sion a pregare con tutto il mondo, per tutto il mondo, con Gesù, nella sua terra. Noi siamo uniti al Papa, sospeso fra cielo e terra in vista di Gerusalemme. Una messa alle 11,30 con un centinaio di poveri e poi a mensa con loro, mentre il Papa respirava le aure sante. Il Papa in Terra Santa, il Vescovo coi poveri…”.
Si potrebbe continuare con tanti altri esempi ed aneddoti che hanno segnato la sua vita, il cui stile semplice, davvero francescano è ancora vivo e ricordato nella città e territorio della Diocesi da tante persone che lo hanno conosciuto.
Mons. Vincenzo Lojali e la predilezione per i poveri. Nel 1964 istituisce ad Amelia la giornata dei poveri
