L’11 gennaio, giorno in cui si ricorda l’ascesa al Cielo di Maria Eletta di Gesù, monaca carmelitana nata a Terni nel 1605, il cui corpo incorrotto è conservato nel Carmelo di Praga, presso il Monastero delle Carmelitane in Terni alle ore 18 è stata celebrata la santa messa presieduta dal vescovo di Terni-Narni-Amelia Francesco Antonio Soddu e concelebrata dal parroco di San Valentino padre Josline Peediakkel ocd, da don Luca Andreani, don Roberto Tarquini, don Marco Castellani, don Diego Ceglie. Presenti molti fedeli e i membri dell’ordine carmelitano secolare. Al termine della celebrazione il bacio del crocifisso che rappresenta la reliquia di Madre Maria Eletta di Gesù.
Madre Maria Eletta di Gesù
Il 28 gennaio del 1605, nasce a Terni, Caterina Tramazzoli, da una famiglia di nobile origine ma di scarsi beni.
Per la prematura scomparsa del padre Alessio, sposato con Eutropia, del casato dei Ciamborlani, viene affidata alle cure dello zio, il Canonico Don Angelo Tramazzoli, impegnato in una fitta rete di relazioni per la fondazione, a Terni, di un Monastero dell’Ordine delle Carmelitane Scalze, secondo la poderosa riforma Teresiana, da poco attuata. Una nobildonna, Artimitia, del casato dei Benaduci, era giunta già anziana a maturare il progetto di scegliere la vita monastica: la sua determinazione, sostenuta dall’impegno parallelo e tenace del suo padre spirituale, Don Angelo Tramazzoli, consente la fondazione di un Carmelo a Terni.
Caterina, assennata e gentile – tanto che lo zio si compiaceva di chiamarla “santa bambina”- entra nella clausura del Carmelo di Terni nel 1626, col nome di Suor Maria Eletta di San Giovanni Battista, nome che poi muterà in Maria Eletta di Gesù.
Il 5 settembre 1629 suor Maria Eletta, di appena 24 anni, mai uscita dalle mura della città, è chiamata a partire per un cammino di fede lungo e tormentato che le consentirà di essere protagonista di una vicenda esistenziale e religiosa ineguagliabile, attraversata dai drammi della grande storia e dalla luce calda e materna delle sue virtù.
Destinazione del suo primo viaggio è la fondazione del Carmelo di Vienna. Menti potenti lavoravano per questa impresa e qualcuno aveva colto, nel suo candore disarmante e sincero ed in qualche lampo di determinazione, un segno di grandezza che avrebbe potuto essere utile per la causa del grande conflitto che lacerava l’Europa.
Quattordici lunghi anni a Vienna favoriscono la crescita spirituale ed umana di Suor Maria Eletta. Ella superò i difficili inizi della vita del convento: il freddo, tale da minacciare addirittura la vita, la diversità delle lingue, la preoccupazione per l’assidua frequentazione della corte dell’Imperatrice… Divenne maestra delle novizie ed all’età di trentatre anni fu chiesta per lei la dispensa papale per poter essere Priora, essendo ancora troppo giovane di età, ma non di saggezza.
La grande storia continua a stravolgere la vita della Scalza umbra: il 18 dicembre 1643 i sovrani imperiali, sentiti i Superiori dell’Ordine, decidono la fondazione di un nuovo Carmelo a Graz. Maria Eletta, cara alla coppia imperiale e già illuminata dalla fama di virtù limpide e documentate, viene designata come fondatrice.
A Graz, nella pace del monastero da lei organizzato e diretto, Maria Eletta rivela doti grandissime di governo ed accresce la fama delle virtù monastiche vivendo per tredici anni nella convinzione che il suo cammino europeo fosse giunto al termine.
Durante questo periodo gli storici documentano eventi miracolosi avvenuti nell’aura di spiritualità e laboriosità da lei creata nel monastero. Padre Leone dei Re, pubblica un’operetta su Santa Teresa e San Giovanni della Croce che dedica a Maria Eletta, esaltandone meriti e virtù.
La storia, intanto, decide ancora per lei. La nobiltà ceca, dopo gli eventi drammatici della battaglia della Montagna Bianca, desidera avere il suo Carmelo. La corte viennese approva questo ardito progetto e l’operazione si avvia.
Si tratta del proposito di partire per la fondazione del Carmelo di Praga. Qui l’animo di Maria Eletta fu sottoposto ad esperienze drammaticamente contrastanti: le tensioni ed i conflitti laceranti in una terra difficile e di confine (i cui echi non potevano non giungere nel segreto della clausura), la volontà tenace di garantire una severa disciplina, le calunnie subite per motivi di gelosia, la sofferenza della lunga malattia.
A Praga si consolida il culto popolare di questa monaca generosa e coraggiosa che muore l’11 gennaio del 1663, mai dimenticata da quelli che la conobbero. La fama della sua santità si irradia dalla lontana terra boema, nei vari angoli d’Europa già nel ‘600, giungendo fino a Terni.