Amelia – 59° anniversario del Transito del Servo di Dio mons. Vincenzo Lojali e presentazione del libro “Lettere Pastorali”

Nell’anno in cui tutta la Chiesa celebra il Giubileo della Speranza, nella ricorrenza dei 59 anni dalla morte del Servo di Dio Mons. Vincenzo Lojali, ultimo Vescovo di Amelia, il 14-15-16 marzo 2025 ci saranno dei momenti celebrativi per ricordare il vescovo Lojali, pastore buono, sempre attento e vigilante sulle necessità dei suoi fedeli, celebrazioni promosse dalla Diocesi di Terni-Narni-Amelia e dal Comitato Vicariale che promuove la Causa di Beatificazione.
Nella Concattedrale S. Fermina di Amelia venerdì 14 marzo anniversario del Transito, alle ore 21.00 preghiera “Pellegrini di Speranza con Mons. Vincenzo Lojali” veglia dei giovani con don Luca Andreani, responsabile della Pastorale vocazionale e giovanile della diocesi.
Sabato 15 marzo alle ore 17.00 presentazione del libro “Servo di Dio Mons. Vincenzo Lojali – Lettere pastorali” (Edizioni La Pietra d’angolo), saluto di mons. Francesco Antonio Soddu, Vescovo di Terni-Narni-Amelia e di intervento di mons. Ivan Maffeis, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. Presenta il volume don Francesco De Santis, Vice Postulatore della Causa di Beatificazione.
Saluto del vice sindaco reggente del Comune di Amelia, Avio Proietti Scorsoni. La pubblicazione delle 31 Lettere Pastorali del Servo di Dio, dall’inizio della Causa di Beatificazione si tratta della seconda pubblicazione di uno studio completo sulla vita e l’opera del Servo di Dio, dopo la Biografia rata da P. Esposito Ed. Paoline uscita nel 1994, raccoglie gli scritti nei 28 anni di ministero episcopale nella diocesi amerina, vuole approfondire la figura e l’opera di questo Pastore della Chiesa.
Seguirà la solenne celebrazione dei Primi Vespri della II Domenica di Quaresima, lettura del brano del Transito di Mons. Vincenzo Lojali. I Sindaci dei Comuni della Vicaria accendono le lampade sulla tomba del Servo di Dio. I canti saranno eseguiti dalla Corale Amerina e dai Cori della Vicaria di Amelia-Valle Teverina.
Domenica 16 marzo alle ore 12.00 Solenne Celebrazione Eucaristica, ore 17.30 Celebrazione Eucaristica, ore 18.15 concerto d’organo del Maestro Przemyslaw Kapitula (Varsavia), in collaborazione con l’Associazione Ameria Umbra.

Lettere Pastorali del Servo di Dio (Edizioni La Pietra d’angolo ), scritte nei 28 anni di ministero episcopale nella diocesi amerina, per approfondire la figura e l’opera di questo Pastore della Chiesa che tanto ha amato la sua terra e il suo popolo.
Lo studio delle Lettere del Vescovo Lojali si è rivelato di una interessante e straordinaria attualità.
Leggendo anche solo i titoli delle 31 Lettere pastorali, colpisce ancora una parola, AZIONE, che torna in ben sette lettere e introduce il titoli : catechistica, missionaria, sociale ecc e che sta a dirci che le riflessioni, anche le più alte non possono rimanere nel campo teorico ma si devono tradurre in gesti e iniziative concrete, in “azioni” che nel vissuto quotidiano traducano quanto riflettuto e annunciato. Ogni lettera, nella sua stesura finale è sempre piena di suggerimenti, raccomandazioni ed anche norme precise volte ad attuare quanto proposto nella riflessione.
All’’Eucaristia, dedica nel 1964 la Lettera dal titolo emblematico “Il ponte sul mondo”; ma che cita e approfondisce in molte altre Lettere, in particolare in “Azione liturgica”, ne “La Santa Messa”, ne “Il Piano di Dio”, ecc. Scrive nel suo Diario: “Se l’ufficio divino è la mia letizia, l’Eucaristia deve essere la mia vita”; e ancora: “Per mezzo del sacrificio eucaristico Gesù capo fa crescere il suo corpo mistico nella vita di grazia, di carità e lo stabilisce nell’unità… è ai ai piedi del tabernacolo che si apre un campo infinito dove trova posto ogni cosa”.
Altro suo grande amore è stata la Chiesa intesa come comunità dei credenti e popolo di Dio, ma anche come realtà organizzata, strutturata nella sua conformazione giuridica: Diocesi, Parrocchie, Confraternite, Associazioni ecclesiali, Clero, Ordini religiosi maschili e femminili. Alle suore e alle monache ha sempre dedicato una particolare e paterna attenzione e cura, visitando continuamente le varie case religiose di vita pastorale attiva e i due Monasteri di Clausura della Città, e dedicando la Lettera Pastorale del 1948 “La parte migliore”. Ai Sacerdoti, alla loro formazione, al tema delle Vocazioni, ha dedicato nel 1949 le Lettere “Il Sacerdote cattolico” e “Il Sacerdozio cattolico”, e nel 1951 “Il Seminario”; a quest’ultima realtà dedicava molto del suo tempo e del suo cuore, “la pupilla dei miei occhi”; del resto viveva in Seminario, mangiava con i seminaristi quello che le Suore preparavano. Dormiva all’ultimo piano del Seminario, in una stanza modestissima, senza riscaldamento, con un lavandino in camera e il bagno all’esterno, fino a quando per motivi di salute fu costretto a vivere in vescovado che rimaneva tutto in piano. All’Azione Cattolica dedica la Lettera del 1948 e la definisce con queste parole: “L’Azione Cattolica è la partecipazione del laicato all’apostolato gerarchico della Chiesa”, e nello specificare la sua natura e i suoi compiti usa questi aggettivi: universale, necessaria, legittima, insostituibile. Ma il suo sguardo andava oltre i confini della Diocesi e proprio all’azione missionaria dedica la Lettera del 1952.
E ’il terzo grande amore del vescovo Lojali, a cui dedica tre Lettere pastorali : L’ora della Mamma nel 1954; Le Visite Materne 1958, La Madre della Chiesa 1965.Una devozione che lui stesso riconosce avere radici lontane, addirittura dalla nascita: nato in giorno di sabato, da mamma Maria, la protezione in guerra al fronte, la Mater mea, fiducia mea del Seminario romano ecc. Nelle lettere dedicate alla Madonna non esprime soltanto la sua devozione ma riporta il senso autentico teologico della devozione a Maria, nel quadro della storia della salvezza. Nella Lettera del 1965 ripropone con particolare entusiasmo e ammirazione quel titolo che papa Paolo VI offre Maria quale Madre della Chiesa.
L’altro suo grande amore sono stati i poveri, gli ultimi, quelli che comunque sono nel bisogno, materiale o spirituale. Il tema, le raccomandazioni, gli inviti al Clero ad essere attenti a costoro sono presenti in tutte le Lettere in particolare AZIONE SOCIALE del 1955 e dove si supera il concetto ristretto di dover aiutare i poveri e si richiama il grave problema della giustizia sociale nella società e nel mondo del lavoro. Nel suo Diario, quasi in momento di sfogo, invitando i Sacerdoti ad accogliere tutti i poveri con le loro richieste, dirà che non riesce più ad ascoltare tutti, soprattutto le tante richieste di raccomandazioni per posto di lavoro e che questo impegno rischia di distoglierlo dalla preghiera e dalla comunione con il Signore. A tutta la Città era nota la sua predilezione per i poveri e soprattutto la sua vita semplice e povera, il suo largo mantello nero dove, girando per la città, nascondeva buste piene di viveri ed altro da donare, la Cena in seminario del Giovedì Santo, dopo la Lavanda dei piedi in Cattedrale, ma soprattutto un gesto che anticipa la sensibilità e lo stile del nostro Papa Francesco: l’istituzione della Giornata diocesana dei poveri il 4 gennaio 1964, mentre Paolo VI compie il suo primo viaggio in Terra Santa

Ha incarnato nella vita e nelle opere la radicalità dell’amore di Cristo

Mons. Vincenzo Lojali nasce ad Attigliano (TR) da Anselmo e Maria Costantini il 1 settembre 1894, secondogenito di tre figli.
Il sano ambiente familiare e le attenzioni educative dell’arciprete don Colombano contribuiscono al sorgere della vocazione sacerdotale.
Il 13 gennaio 1905 varca la soglia del Seminario vescovile di Amelia per compiere gli studi ginnasiali. Fin dai primi anni è aggregato come novizio e come professo al Terz’ Ordine Francescano nel Convento dei Cappuccini, i quali svolgono il ministero di confessori ai seminaristi nel periodo estivo. Aderisce anche alla Milizia Angelica con lo scopo di perseguire la castità sotto la protezione di S. Tommaso d’Aquino e della Vergine Maria.
Prosegue gli studi per la maturità classica al Collegio Leoniano di Roma e in seguito al Seminario di Arezzo. Lo scoppio della grande guerra lo porta al fronte: un lungo periodo trascorso con sorprendente serenità tra la fame, il fango e la morte sempre davanti. Trova il tempo per la preghiera, la meditazione, la partecipazione ai sacramenti e a intessere un costante rapporto epistolare con il suo Vescovo, tuttavia l’ambiente militare e il cursum honorum raggiunto suscitano in lui una riflessione sul futuro della sua vita. Mentre è in servizio in Val Camonica e medita il Vangelo di Giovanni (cap. 15,16), percepisce in modo inequivocabile l’invito del Divino Maestro che lo chiama a divenire suo sacerdote.
Torna dalla guerra congedato con il grado di capitano, con due encomi solenni, con due medaglie d’argento e una di bronzo al valor militare, claudicante a causa di gravi ferite, ma salvo “per intercessione di Maria”.
Alunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore è ordinato sacerdote per le mani del Card. Pompili, il 22 dicembre dell’anno 1923. Conseguita a pieni voti la laurea in teologia, torna in diocesi divenendo Rettore del Seminario amerino e guida spirituale dell’ Orfanotrofio femminile S. Angelo. Resta a vivere in Seminario anche da vescovo, alternando l’insegnamento alla formazione dei seminaristi e agli impegni episcopali.
Il seminario è per lui il “cuore della diocesi” e la “pupilla dei suoi occhi”.
Consacrato vescovo di Amelia il 2 ottobre 1938, indica nell’amore il criterio della sua azione pastorale all’insegna del motto paolino “Impendam et super impendar”.
I ventotto anni del suo ministero pastorale nella chiesa amerina sono contraddistinti da vicinanza con il suo popolo, da numerose iniziative pastorali e opere realizzate nel campo della catechesi, dal fiorire in quel tempo di Istituti religiosi e numerose vocazioni sacerdotali indirizzate anche verso congregazioni missionarie.
Ama tutti indistintamente con cuore di padre, in particolare i sacerdoti e le anime consacrate per le quali coltiva una profonda venerazione, gli orfani e i malati.
I poveri, che accorrono a lui in teorie interminabili a ogni ora del giorno, sono i suoi figli prediletti e da antesignano, nel 1964, celebra in Diocesi la Giornata dei Poveri a conclusione del giubileo episcopale. Partecipa alla definizione del Dogma dell’Assunzione della Vergine Maria (1950), alla Consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria (1959) e al Concilio Vaticano II (1962-1965). Povero come san Francesco, si spegne improvvisamente nell’umile episcopio di Amelia la mattina del 14 marzo 1966.