A Calvi e Otricoli festa dei santi patroni con rievocazioni storiche e solenni celebrazioni in memoria dei due santi martiri dei primi secoli del cristianesimo.
A Calvi il patrono è san Pancrazio, giovane cristiano martirizzato all’età di quattordici anni, a Roma sulla via Aurelia, sotto l’impero di Diocleziano. La celebrazione del 12 maggio alle ore 10 presieduta dal vescovo Francesco Soddu è accompagnata dal corteo, nel quale la figura del patrono Pancrazio è impersonata dai “Signorini” e dagli “Stendardi”, enormi gonfaloni di cui 2 rossi, rappresentanti il sacrificio del martirio e 2 bianchi denotanti la purezza del giovane cavaliere. Ogni contrada (Fiamme, Castello, Croce e Drago) esprime un Signorino che è il fulcro del corteo, perchè impersona il Santo Martire. Solitamente è un ragazzo sui 14 anni, vestito da cavaliere romano, con tanto di corazza ed elmetto, con in spalla il vessillo di San Pancrazio. Per impersonare il Santo, i genitori iscrivono fin dalla nascita i propri figli alle liste dei “Signorini”, tanta è la devozione e la partecipazione popolare alla festa. Il culmine della festa è la celebrazione del 12 maggio sul sagrato della chiesa di Santa Maria Assunta, e la processione verso la Collegiata, dove avviene la partenza del primo Signorino per la montagna di S. Pancrazio. Lungo la strada verso il monte le autorità Calvesi e quelle preposte a rappresentare le comunità limitrofe, procedono alla storica Revisione dei confini definita per arbitrato nel 1456 da Papa Callisto III, nella quale, veniva riconosciuto ai calvesi il monte e l’eremo di San Pancrazio.
Ad Otricoli il patrono è San Vittore che viene festeggiato il 14 maggio nella solenne celebrazione alla 10.30 nella collegiata di Santa Maria Assunta presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu. La processione della statua e delle reliquie del Santo per le vie del paese, accompagnata dai sacerdoti della vicaria di Narni, dalle confraternite, dai rappresentanti del corteo storico in costume d’epoca romana e dai fedeli, conclude la mattinata della festa.
Vittore, giovane originario dell’antico borgo romano di Ocricolum, fu arruolato nell’esercito romano, nella milizia equestre, ed inviato a combattere in Siria. Accusato dal prefetto dell’Egitto e della Siria e capitano generale dell’esercito imperiale dell’Asia, di essere seguace del cristianesimo, dopo l’interrogatorio e vari supplizi fu gettato in una fornace ardente, gli fu fatto bere potentissimo veleno e bruciate le carni e alla fine decapitato il 14 maggio del 168 d.C. Il corpo di San Vittore, riportato in patria e sepolto presso la città antica di Ocriculum, fu ritrovato dal vescovo Fulgenzio verso la metà del VI sec.

