Domenica 1 giugno, solennità dell’Ascensione, si celebra la 59° giornata mondiale per le comunicazioni sociali: “Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori”.
Nel messaggio di papa Francesco per questa giornata è l’invito ad “un impegno coraggioso nel mettere al centro della comunicazione la responsabilità personale e collettiva verso il prossimo. Pensando al Giubileo che celebriamo quest’anno come un periodo di grazia in un tempo così travagliato, vorrei con questo mio Messaggio invitarvi ad essere comunicatori di speranza,incominciando da un rinnovamento del vostro lavoro e della vostra missione secondo lo spirito del Vangelo”.
IL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA LIX GIORNATA PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
Anche papa Leone XIV, nell’udienza ai rappresentanti dei media convenuti a Roma per il Conclave, il 12 maggio 2025, ha sottolineato: «Ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali: disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra».
Dal 23 maggio è disponibile, in tutte le librerie, “Condividete con mitezza la speranza”, il libro di commenti al Messaggio per la 59ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Promosso dall’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali insieme al CREMIT ed edito da Scholé-Morcelliana, il volume approfondisce il Messaggio di Papa Francesco, ponendosi come anello di congiunzione tra i due Pontificati e ribadendo la necessità di “disarmare la comunicazione” e “purificarla da ogni aggressività”.
A fare da filo conduttore è infatti il tema della speranza e della mitezza: “in un mondo lacerato dalle guerre, che si divide e si chiude, dove i confini sono trincee e non cerniere, c’è bisogno di persone che sperano e fanno sperare, di operatori dell’informazione e della comunicazione che non alimentano odio e pregiudizi, ma che siano riflesso della bellezza dell’amore di Dio. Non è da ingenui pensare di poter cambiare questa società con le parole”, sottolinea il Cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, che per la prima volta firma la Prefazione.