Corpus Domini 2025

Il Sacramento dell’Eucaristia, che in questa solennità del Corpus Domini onoriamo in modo tutto speciale, costituisce ed è l’inestimabile tesoro della Chiesa.
È lo stesso Signore Gesù che, crocifisso e risorto, vivente, si fa dono per noi nelle specie del pane e del vino.
Per questo motivo, con la splendida preghiera dell’odierna Colletta invochiamo: “Fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione”.
Carissimi fratelli e sorelle, l’Eucaristia non è, per così dire, una cosa che, sia pur eccelsa, ci capita tra le mani.
L’Eucaristia, cioè Gesù Cristo, è un dono che ci viene dato con e nella celebrazione della Santa Messa, la celebrazione Eucaristica appunto; secondo le parole del Signore: “Prendete e mangiate, prendete e bevete, questo è il mio corpo offerto in sacrificio, questo è il mio sangue versato per voi. Fate questo in memoria di me”.
La Celebrazione Eucaristica non è una sorta di sacra rappresentazione ma realtà vera ed efficace dell’incontro pasquale tra Dio e l’umanità, tra Dio e il suo popolo che siamo noi, perché possiamo avere la salvezza, la liberazione dal peccato e dalla dannazione eterna.
Questo avviene attraverso il dono totale del Figlio di Dio, che per noi si è fatto uomo e dato completamente per amore mediante l’atto supremo del suo sacrificio sulla croce.
L’ Eucaristia è Gesù nella sua completezza, che si fa cibo per noi: “Il suo Corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo Sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa”, così si esprime il prefazio della Messa di oggi, ossia la preghiera che precede l’atto di consacrazione del pane e del vino.
L’Eucaristia, così silenziosa, così rispettosa e discreta, contiene in sé la totalità dei progetti di Dio; è il testamento completo del suo essere, è l’atto più grande di Dio onnipotente a favore della nostra umana fragilità. Il silenzio eloquente dell’Eucaristia penetra nella nostra società e nel mondo intero invaso dai rumori mortiferi delle armi e di ogni genere di violenza, sia a livello internazionale che a livello locale e familiare.
Entra tra le informazioni che vengono quotidianamente fornite e ne interpella la responsabilità. Scende come “pioggia benefica”, sanatrice e corroborante su ogni genere di aridità. Essa entra nei nostri cuori e nelle nostre menti affollate da molteplici miraggi per orientarle al bene; al fine cioè di forgiare e ricreare la coscienza buona, per avere la capacità di riconoscere il male ed evitarlo e quindi scegliere e accogliere il bene, preservarlo e coltivarlo.
Mai come in questo momento storico dobbiamo ammettere l’esistenza di una commistione di queste diverse tendenze e tensioni, perciò mai come oggi abbiamo la necessità urgente di aprire tutto il nostro essere: mente e cuore, per accogliere il dono inestimabile e rigenerante dell’Eucaristia.
Ne abbiamo bisogno tutti: dai sacerdoti, presbiteri, ministri dell’Eucaristia fino all’ultimo essere umano appena venuto al mondo. Cristo ha dato sé stesso per tutti.
Oh se capissimo appieno questa verità! o forse sarebbe sufficiente anche solo un poco; avremo chiaro il cammino, il percorso unico, la sola via che conduce alla vita di tutti; che conduce alla salvezza dell’umanità, delle collettività, della comunità, delle famiglie, dei singoli individui; che conduce al bene.
Al bene che tutti si desidera e che forse non si riesce ad individuare e classificare come tale e quindi ricercare con la dovuta attenzione.
Davanti all’Eucaristia siamo chiamati a far risuonare in noi le parole di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6) “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame, e chi crede in me non avrà sete, mai!” (Gv6,35).
Per questo l’Eucaristia si fa, si compie, si accoglie insieme; per questo si celebra.
Non come atto meccanico o magico ma come evento supremo di grazia da accogliere, condividere a far diventare nutrimento e lievito di speranza per la edificazione della vera civiltà dell’amore.
Mediante la Celebrazione Eucaristica, Pasqua del Signore, siamo tutti contemporanei agli apostoli con Gesù nell’Ultima Cena, il quale consegna sé stesso, direi anticipatamente, nelle specie del pane e del vino e ne spiega subito il contenuto e la portata attraverso il gesto della lavanda dei piedi. Inoltre siamo anche tutti contemporanei a Maria sua madre e all’apostolo Giovanni sotto la croce a ricevere il dono del suo sacrificio d’amore.
E nel momento celebrativo della Messa abbiamo anche la mirabile opportunità di supplire, in qualche modo, all’assenza di coloro che lo avevano tradito e rinnegato qualche ora prima.
La partecipazione alla Celebrazione Eucaristica ci immette, pertanto, in un tempo che è la pienezza del tempo, cioè la sua compiutezza e interezza; ci immette nel vertice della vita perché giungendoci possiamo da qui riprendere i percorsi quotidiani della storia e viverli bene, tessendo rapporti e legami all’insegna della pace, frutto e dono per eccellenza della Pasqua.
L’ Eucaristia è perciò fonte e culmine di tutta la vita della Chiesa. Ma direi che essa è il punto di riferimento e la base per lo sviluppo e la rinascita di ogni comunità, quindi della nostra città, della nostra società e del nostro territorio.
Senza di essa esistiamo e viviamo sì, ma privi di prospettiva certa e piena; con essa invece abbiamo la fonte della nostra speranza, il nutrimento che la alimenta e la gioia che caratterizza ogni nostra azione, ogni nostra situazione e ogni nostra condizione.
Carissimi fratelli e sorelle solamente Gesù è il nutrimento sano della nostra esistenza totale, secondo quanto egli stesso ci ha detto: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo, se uno mangia di questo pane vivrà in eterno”.
Egli è il pane vivo; è il cibo che neutralizza ogni alimento nocivo del quale il mondo è purtroppo strapieno ed imbandito sulle mense degli innumerevoli tavoli offerti a buon mercato da coloro che in tutti i modi speculano sulla vita, sia fisica e sociale che spirituale e morale delle persone, a danno dei più poveri e indifesi. In questo contesto l’espressione di Gesù “Fatte questo in memoria di me” annienta qualsiasi strumentalizzazione o manipolazione di sorta nell’utilizzo di Dio e del suo nome ed orienta, invece, ogni desiderio ed azione ancorandoli al dono d’amore di Cristo, al quale siamo chiamati ad essere conformati.
In modo particolare l’Eucaristia è offerta ai giovani.
Carissimi ragazzi, mentre costruite il vostro presente sognando e impostando il vostro futuro, ricordatevi che tutto avrà senso con Gesù.
Con lui, anche la fatica, le inevitabili crisi, i probabili fallimenti, avranno tutti un significato o un risvolto illuminato, comunque decodificabile. Senza Gesù, invece, anche il più clamoroso successo è destinato a perdersi nel vuoto più assoluto, secondo le parole del Signore: “Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima?” (Mt 16,26).
Carissimi fratelli e sorelle, Eucaristia significa anche ringraziamento, ringraziamento al Padre per la grazia della santità, ossia la vita bella e buona che solo Dio può dare.
Ringraziamo il Padre insieme a Gesù Eucaristia, con il quale siamo uniti nella celebrazione e, nutrendoci di lui, siamo in comunione tra di noi e con tutti i fratelli e sorelle sparsi nel mondo.
Ci guidi nell’accoglimento di questo inestimabile tesoro la materna e premurosa vicinanza di Maria Santissima; ci accompagni lei ad aprire i nostri cuori alla grazia dello Spirito, per essere tabernacoli viventi della presenza del Figlio di Dio nel mondo.