Virgo Fidelis 2025

Nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria della Presentazione della Beata Vergine Maria, ossia la dedicazione che fece di se stessa a Dio fin dall’infanzia colei che, sarebbe poi divenuta la Madre di Dio, voi membri dell’Arma dei Carabinieri celebrate la solennità della vostra patrona: la Vergine Maria, Madre di Dio, con il titolo
di “Virgo Fidelis”.
Cari carabinieri, accostando il motto “Nei secoli fedele” con la Virgo Fidelis, voi implorate dalla Madre di Dio un singolare e familiare supporto nello svolgimento del vostro compito a servizio della collettività, per la difesa e la tutela dei cittadini, specialmente dei più fragili.
La presenza della Madre di Gesù, nei Vangeli, è amabilmente discreta, quasi scarna, ma non per questo significante.
Essa è immagine e figura della donna forte delineata dai libri sapienziali, la quale sostiene l’intera economia della casa attraverso il suo amore verso tutti e ciascuno dei componenti la famiglia.
Non solo, Maria racchiude in sé l’intera esperienza del popolo eletto nell’attesa che, nella speranza, si realizzino le promesse di Dio.
Perciò il profeta Zaccaria si rivolge a questa umanità con le parole che abbiamo sentite proclamate nella prima lettura: “Esulta e gioisci figlia di Sion perché io vengo ad abitare in mezzo a te” .
Tutto questo si realizza per mezzo di Maria. Lei la Vergine Fedele testimonia la fede incrollabile in Colui che, Dio Altissimo, l’aveva scelta, eletta e chiamata a partecipare in modo unico e speciale al mistero della Redenzione, mediante l’incarnazione nel suo grembo del Verbo eterno di Dio.
Maria è fedele; ella raccoglie, racchiude e sintetizza nella sua umiltà l’intera esperienza del popolo di Dio.
In Lei posiamo anche trovare rifugio e ispirazione per la nostra adesione a Dio e nella dedizione del servizio agli altri.
Siamo perciò esortati a non lasciarci sfuggire questa opportunità e quindi a seguire il suo esempio, ossia affidarci a Dio, nell’ascolto della sua Parola e la conseguente corrispondenza nelle azioni.
In questa cornice si colloca il Vangelo oggi proclamato che, come prima reazione, ci riempie di stupore, ma conseguentemente di estrema gratitudine.
Gesù infatti, a coloro che gli comunicavano la presenza della madre e dei parenti nel luogo dove lui si trovava,
risponde: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?” Sembrerebbe che il Signore rinneghi e rifiuti sia la maternità di Maria come anche la consanguineità dei parenti. Di fatto non è così: Gesù cogliendo ogni occasione per annunciare la metodologia per aderire al Regno del Padre che egli annuncia, getta un fascio di luce nuova sugli avvenimenti, su ciò che avviene, conferendogli il senso alto di ciò che egli annuncia.
Ciò che consegue è contenuto nelle parole: “Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie lo volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”. L’insegnamento di Gesù non è una dottrina teorica ma, partendo dal vissuto, da
quanto accade, lì vi innesta l’insegnamento della vera vita.
Gesù estende quindi la sua stessa familiarità, la sua parentela, a tutti coloro che ascoltano e mettono in pratica la Parola di Dio. Questo fatto ci riempie di gratitudine nei suoi confronti in quanto in questa familiarità abbiamo l’opportunità di esservi tutti, nella misura in cui ascoltiamo e mettiamo in pratica il Vangelo.
D’altro canto però non ricusa affatto la maternità di Maria e neanche i membri della sua parentela; sappiamo infatti che nessuno più di Maria ha ascoltato e messo in pratica la Parola di Dio. (cfr Discorsi di s.Agostino).
Gesù indica a noi sua madre Maria come esempio sublime da osservare e come modello di vita da seguire. Emerge per noi la verità messa in rilievo dalle parole del versetto alleluiatico, che ripropone le espressioni pronunciate
dalla cugina Elisabetta all’atto della Visitazione, immediatamente successivo all’Annunciazione della Nascita del Figlio: “Beata sei tu, o Vergine Maria, perché hai creduto: si è adempiuta in te la parola del Signore”.
Ecco, carissimi fratelli e sorelle, Maria è beata, ossia felice della gioia di Dio, perché credendo all’adempimento della parola del Signore, a questa parola è rimasta fedele mediante l’assenso di tutta la sua vita, all’annunciazione sino al Calvario; dalla grotta di Betlemme fino al sepolcro; dallo smarrimento del piccolo Gesù al Tempio sino alla Pentecoste.
Essere fedeli alla parola di Dio però significa essere fedeli a Gesù il quale è la Parola di Dio fatta carne. Essere fedeli, pertanto, significa fare della propria vita un capolavoro unico ed irripetibile: rimanere fermi non soltanto alla parola data ma impastare la propria vita e renderla attualità viva e concreta di Gesù.
In questo senso la fedeltà si costruisce ed elabora continuativamente durante l’intero arco della giornata, della
vita e oltre gli orari di servizio.
Guardiamo Maria, Vergine fedele, per essere e continuare ad essere come lei nel mondo pellegrini di speranza.
E voi in modo speciale, cari carabinieri, possiate sempre essere fedeli agli impegni che caratterizzano il vostro
stato e la vostra divisa, per il bene di ciascuno, nelle varie missioni tutte improntate al perseguimento del giusto ordine e quindi della pace, nella edificazione del bene comune e della civiltà dell’amore.
Maria vi sia a fianco, vi custodisca e vi protegga.