«Non è stato certo il Papa del dubbio, ma un testimone della fede, un profeta e un evangelizzatore». Così Andrea Tornielli, vaticanista del quotidiano La Stampa, ha presentato la figura di san Paolo VI, al secolo Giovanni Battista Montini, che fu arcivescovo di Milano (1954-1963) e quindi Pontefice (1963-1978). L’incontro si è svolto venerdì 12 ottobre nella chiesa parrocchiale di San Cristoforo a Terni.
Il giornalista ha proposto dieci insegnamenti attualissimi che possono essere tratti dalla testimonianza e dal magistero del Papa bresciano. Innanzitutto, l’importanza del dialogo, così come sancita nella prima enciclica montiniana, l’Ecclesiam Suam, nella quale Paolo VI presenta il dialogo come forma di evangelizzazione spiegando come l’uomo contemporaneo vada avvicinato: «Ancor prima di convertirlo, anzi per convertirlo, il mondo bisogna accostarlo e parlargli», un dialogo che deve essere «adattato all’indole dell’interlocutore e alle circostanze di fatto». Oggi la parola «dialogo», ha sottolineato Tornielli, «sembra quasi una parola sconveniente».
È stata rievocata la grande capacità di Montini di coltivare le amicizie curando la corrispondenza, come pure lo sguardo positivo sulla realtà del mondo, manifestata fin da quando era un giovane sacerdote. Tornielli ha citato un editoriale del mensile Azione Fucina del gennaio 1929, nel quale il futuro Paolo VI scriveva che «il cristiano guarda al mondo non come a un abisso di perdizione ma come a un campo di messe».
Anche la sofferenza del Papa per la Chiesa e il suo impegno per preservarla unita sono elementi che mostrano la straordinaria attualità della sua testimonianza. Il giornalista ha anche ricordato la posizione favorevole espressa dal Pontefice all’inizio degli anni Settanta, quando si progettava la costruzione della grande moschea di Roma: «Paolo VI diede il suo parere favorevole, perché voleva che a chiunque fosse consentito di professare la propria fede e non diede ascolto a quanti, in Vaticano, volevano che il Pontefice pretendesse la reciprocità, chiedendo ai Paesi musulmani di costruire delle chiese. “La Chiesa non si abbassa a questi livelli” su il suo lapidario commento”».
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