Celebrata a Calvi il 12 maggio, la festa del patrono san Pancrazio con la messa presieduta dal vescovo Francesco Soddu, concelebrata dal parroco di Calvi don Pietro Blaj, e accompagnata dal corteo, nel quale la figura del patrono Pancrazio è impersonata dai “Signorini”, dai musici, tamburini e sbandieratori, alla presenza del sindaco di Calvi Guido Grillini e dei sindaci di Stroncone, Otricoli, Configni. Nel corteo sono stati anche presentati degli “Stendardi”, enormi gonfaloni di cui 2 rossi, rappresentanti il sacrificio del martirio e 2 bianchi denotanti la purezza del giovane cavaliere. Ogni contrada Fiamme, Castello, Croce e Drago, esprime un Signorino che è il fulcro del corteo, perchè impersona il Santo Martire, un giovane cristiano martirizzato all’età di quattordici anni, a Roma sulla via Aurelia, sotto l’impero di Diocleziano.
“In questo giorno dovremmo approfondire il senso cristiano della festa e le sue radici autentiche – ha detto il vescovo Soddu -. San Pancrazio aveva chiaro che ciò che aveva ottenuto in dono doveva essere ben testimoniato e accolto nella propria vita. E all’età di quattordici anni, nonostante in quel periodo le mode fossero differenti dal messaggo cristiano che stava iniziando a diffondersi e nel porsi come l’unico motivo di vita, Pancrazio, insieme agli altri martiri, hanno insegnato che la vita senza Cristo non ha senso. Senza Gesù che dà il senso pieno della vita, la nostra esistenza viene vissuta alla giornata, e tra le banalità si perde. La celebrazione dell’eucaristia è il ringraziamento al Signore che ci ha salvato dalla banalità della vita, anzi dalla distruzione della vita, perchè la nostra vita possa avere un saldo fondamento e avere una speranza certa come stiamo vivendo in questo anno giubilare. I piccoli sono coloro che seguono la parola di Dio, che sono umili di cuore: questo ci insegna san Pancrazio, in modo particolare ai giovani. Non lasciatevi rubare questa piccolezza che è essere discepoli di Gesù. Come diceva papa Leone XIV ai cardinali: il cirstianesimo non è per le persone ignoranti ma per coloro che vogliono progredire nella vita per poter avere la vita eterna. San Pancrazio non ha vissuto come un figurante, non come una comparsa nella scena del mondo, ma ha vissuto da protagonista nella scena del mondo della sua epoca, e vuole che ciascuno di noi non viva semplicemente da comparsa, ma da protagonista della propria storia”.
E’ seguita la processione verso il monte di San Pancrazio. Lungo la strada, le autorità Calvesi e quelle preposte a rappresentare le comunità limitrofe, procedono alla storica revisione dei confini definita per arbitrato nel 1456 da Papa Callisto III, nella quale, veniva riconosciuto ai calvesi il monte e l’eremo di San Pancrazio. La celebrazione sul monte è stata presieduta da don Sergio Rossini.
























