Nella parrocchia di Sant’Antonio e santuario Antoniano dei Protomartiri Francescani a Terni è stata celebrata il 16 gennaio la festa dei Protomartiri Francescani con la solenne Celebrazione Eucaristica alle ore 18.30 presieduta da mons. Luciano Paolucci Bedini vescovo di Gubbio e Città di Castello.
“Questi giovani frati – ha detto il vescovo Paolucci Bedini – avevano capito che il Vangelo porta in sè un messaggio così grande, senza il quale la nostra vita sarebbe piccola, un po’ addormentata, perchè nel Vangelo conosciamo l’amore di Dio immenso, inesauribile ed eterno, che ci ha raccontao Gesù. I cinque frati avevano capito, come Francesco, che non si può annunciare il Vangelo se non diventa fratelli, se non si capisce che siamo tutti fratelli e sorelle, perchè siamo tutti figli dello stesso Padre. I cinque frati diventano missionari e vanno ad annunciare il Vangelo in terre dove il cristianesimo non c’è, e per questo vengono uccisi. Sono i protomartiri, uccisi per il Vangelo, uccisi per aver annunciato l’amore, la fratellanza. Quando incontriamo qualcuno che vive nel bene, che ha il cuore pieno d’amore e lo condivide con gli altri, questo un po’ ci scomoda, perchè ci spinge a fare un esame di coscienza, capire se ce la faccio a fidarmi dell’amore di Dio e a condividerlo con i fratelli”.
Nel corso della celebrazione è stata eseguito dalla corale parrocchiale il canto dedicato ai Protomartiri e composto da fra Alessandro Brustenghi che ha accompagnato la processione dei sacerdoti fino all’altare dei cinque martiri dove è stata recitata la preghiera dedicata ai Protomartiri.
Elisabetta Lomoro
I PROTOMARTIRI FRANCESCANI
I cinque Protomartiri francescani originari della valle ternana: Berardo da Calvi (suddiacono), Pietro da S. Gemini (Converso), Ottone da Stroncone (sacerdote), Accursio e Adiuto di Narni (conversi), primi martiri dell’Ordine francescano, furono uccisi in Marocco il 16 gennaio 1220.
Quando Francesco d’Assisi giunse a Terni le persone furono affascinate dal suo modo coinvolgente di predicare, in cui le parole erano rese ancora più autorevoli dal tenore di vita; alcuni vollero seguirlo, o meglio come lui mettersi in cammino sulle orme di Gesù Cristo vivendo la forma di vita del Vangelo. Così andarono alla Porziuncola, presso Assisi dove divennero membri dell’ordine dei frati Minori; da lì furono inviati a evangelizzare le terre dei non cristiani e giunsero prima in Portogallo e infine in Marocco a Marrakech. Quando fu pronunziata su di loro la sentenza di morte si ripetevano l’un l’altro: «Orsù fratelli! Abbiamo trovato quello che cercavamo: siamo costanti e non temiamo di morire per Cristo!». I loro corpi martirizzati, ormai venerati come quelli dei santi, furono portati a Coimbra dove il canonico agostiniano Fernando da Lisbona, stupito dalla loro affezione a Cristo che li portò non solo a vivere ma persino a morire per lui, decise di aderire ai frati Minori assumendo il nome di Antonio. Voleva andare anche lui in Marocco per testimoniare la fede, ma vicende varie lo condussero in Sicilia da dove, passando anche per la zona di Terni, giunse ad Assisi dove san Francesco lo inviò nel nord Italia; morì il 13 giugno del 1231 e l’anno successivo fu canonizzato nel Duomo di Spoleto.
La morte precoce dei Protomartiri francescani, oriundi della zona di Terni, apparentemente sembrò un fallimento ma in realtà il loro sangue fu il seme della vocazione francescana di sant’Antonio.
Per questo la Chiesa di Sant’Antonio in Terni – dal 2010 Santuario antoniano dei Protomartiri francescani – è un luogo che rammenta l’importanza di coniugare amore e sacrificio perché solo così il primo è credibile e il secondo fa fiorire il deserto.
IL CAMMINO A PIEDI DEI PROTOMARTIRI FRANCESCANI