Chiesa Sant’Antonio Terni – celebrazione nella festa del Santo Patrono presieduta dal card. Bassetti “nella vita del Santo di Padova lo Spirito Santo ha potuto agire perché Antonio ha aperto la porta del suo cuore”

Tanti fedeli hanno partecipato il 13 giugno alle celebrazioni per la festa di Sant’Antonio nella parrocchia di Terni dove è stato benedetto il “pane di Sant’ Antonio” e sono stati offerti i gigli da parte dei bambini. Si è pregato per la pace ricordando sant’ Antonio come defensor civitatis, in particolare a Terni che nel giorno di sant’Antonio, il 13 giugno del 1944, fu liberata dall’occupazione straniera e la guerra terminò. La gratitudine a sant’Antonio quale defensor civitatis diventa una indicazione per una città e un mondo di solidarietà e giustizia.
La solenne celebrazione è stata presieduta dal card. Gualtiero Bassetti, Arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, celebrata dal parroco padre Gianpaolo Fabaro, da padre Stefano Tondelli e padre Massimo Siciliano. Presenti dame e cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepoclro, il gruppo Scout Terni 2, i gruppi parrocchiali, i novizi dei Frati Minori a San Damiano con il maestro Fr. Simone Ceccobao.
“Con gioia che accolto il vostro invito nella festa di Sant’Antonio – ha detto il card. Bassetti -, a pochi giorni dalla festa di Pentecoste, questa celebrazione è anche l’occasione per chiedere una rinnovata effusione dello Spirito, perché, come ha ricordato Papa Leone XIV, i cristiani non restino chiusi in sé stessi, ma si aprano alla forza di quel “vento” gagliardo e impetuoso che ha permesso alla Chiesa delle origini di uscire e incontrare le genti. La vicinanza della celebrazione di Pentecoste con la festa in onore di Sant’Antonio di Padova è particolarmente felice. Si può dire che il Santo si è davvero lasciato guidare dallo Spirito, la cui azione ha sperimentato in modo efficace e salvifica. Lui che aveva lasciato la vita monastica per entrare tra i Frati Minori, cercava il martirio – proprio come l’avevano trovato quei cinque compagni di Francesco d’Assisi – nativi della terra ternana e che in questa chiesa-santuario vengono ricordati – che egli aveva conosciuto mentre nel 1219 si recavano in Marocco –, ma lo Spirito gli stava mostrando un’altra via.
Possiamo dire che nella vita del Santo di Padova lo Spirito Santo ha potuto agire perché Antonio ha aperto la porta del suo cuore, rendendosi disponibile alla missione evangelizzatrice.
L’autentica missione, che non è mai scontro con le altrui culture, ma incontro, dialogo e scambio, come ci sta testimoniando il nuovo pontefice Leone XIV. Tutto questo è possibile solo perché lo Spirito Santo spalanca le porte, lasciando entrare aria fresca e permettendo di uscire da quel cenacolo chiuso. Sarà lo Spirito che farà partire i cristiani dalla loro piccola città per rendere il Credo una fede veramente universale.
In questo Anno Santo della Speranza cogliamo dalla vita di Sant’Antonio quella tensione umana e spirituale per essere portatori di speranza, contro ogni orrore che vi è nel mondo di oggi. Quello che ha fatto Antonio al suo tempo, la nostra Chiesa vuole farlo ancora oggi! Il dono dello Spirito Santo ci apra agli altri, perché possiamo parlare le lingue degli uomini, e permetta alla nostra Chiesa di uscire per annunciare il vangelo di Cristo, non solo a parole, ma coi fatti e le opere di carità”.