Il mistero della morte, ci lascia tutti sempre spiazzati, confusi, senza parole.
Davanti all’evento che abbraccia e demolisce la vita, chi rimane in vita non riesce a capacitarsi e a darsi una ragione e in tutti i casi la domanda, qualora qualche domanda si dovesse presentare, porta sempre l’interrogativo: “Perché?”
Il mistero della morte è inserito nel mistero stesso della vita, di cui essa fa parte. Ben lo aveva intuito il libro di Giobbe, quando davanti ai ripetuti ed insistenti perché, egli osa rispondere: “Il Signore ha dato il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore” ed insieme pronuncia quella bella professione di fede che abbiamo sentito proclamata nella prima lettura: “Io so che il mio vendicatore è vivo e che ultimo si ergerà nella polvere”. La morte dunque, questa sorta di disfatta sulla vita, non potrà avere una vittoria definitiva ed essere l’ultima parola.
Il mistero della morte, pertanto, non poteva eternamente avvolgere e soffocare il mistero pieno della vita.
Per tale motivo la morte conseguenza, retaggio del peccato, aveva necessità di essere redenta dallo stesso Signore della vita, il quale assumendo la nostra natura e in sé stesso distruggendo, mediante il mistero pasquale, il corpo del peccato ha inaugurato il tempo nuovo della vita eterna, ossia della vita redenta dalla sua presenza e aperto il passaggio alla vita immortale.
La morte rimane comunque un punto delicato e critico di passaggio al quale tutti ci si deve preparare.
Per il cristiano, per il credente, e nella fattispecie per il presbitero, questo momento significa ed è l’incontro con lo sposo.
A questo incontro con lo sposo si deve arrivare pronti; anzi questo incontro è reso possibile soltanto mediante la vigilanza, l’attesa, con l’apporto della luce della lampada della fede operosa che, unica rende possibile l’incontro.
Così è nella parabola evangelica delle 10 vergini e così è descritto nella parabola dei talenti: quelli fatti fruttificare mediante l’azione operosa oppure quello reso sterile attraverso l’atteggiamento opposto.
Qualora lo sgomento o lo smarrimento fossero impellenti, il Signore dice e ripete anche a noi oggi quanto abbiamo sentito dalla pagina del Vangelo: “Non sia turbato il vostro cuore…..Io sono la via, la verità e la vita…nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”
Carissimi fratelli e sorelle, la morte di don Roberto, che ci ha colti tutti di sorpresa e il cui distacco ci addolora immensamente, da una parte ci illumina sul senso delle scritture proclamate, affinché teniamo da conto il grande dono della fede battesimale e la facciamo fruttificare mediante la luce della nostra fede operosa e dall’altra ci incoraggia affinché siamo sempre pronti all’incontro definitivo col Signore.
In questa liturgia esequiale non abbiamo necessità di ricordare al Signore quanto don Roberto sia stato in vita, Egli sa benissimo tutto questo, quanto piuttosto intendiamo fare memoria noi di ciò che questo nostro fratello presbitero è stato per la Chiesa e per la nostra Diocesi.
Nato a Narni nel 1964, da papà Enrico e mamma Maria, ha trascorso la fanciullezza nel paese di Otricoli. Affacciatasi in lui la vocazione al sacerdozio, ha iniziato il cammino di discernimento e la formazione al sacerdozio ministeriale presso il Pontificio Seminario Interdiocesano “S. Maria della Quercia” a Viterbo, presso il quale ha conseguito la maturità Classica.
Ha continuato la formazione spirituale, teologica e pastorale presso il Pontificio Seminario Regionale Umbro e l’Istituto Teologico ad Assisi, e presso la Pontificia Università Lateranense, conseguendo il Baccellierato in Teologia e quindi la licenza e il dottorato in Diritto Canonico.
Venne Ordinato Diacono da S.E. Mons. Cesare Pagani nel 1987 e Presbitero da S. E. Mons. Franco Gualdrini nel 1988. Tra i numerosi titoli e mansioni che coronano il suo Curriculum vi sono: Cappellano di sua Santità; Cancelliere Vescovile, Canonico del Capitolo della Concattedrale di Narni; giudice del tribunale ecclesiastico diocesano; delegato per le confraternite; assistente spirituale dei giuristi Cattolici; Incaricato per la federazione FACI sia diocesano che delegato regionale, come anche membro del consiglio direttivo; membro dei revisori dei conti dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero e Presidente di enti collegati alla Faci ecc.
Il suo ministero è altrettanto ricco e variegato ed ha impegnato una vasta area delle diverse attenzioni pastorali e ministeriali.
Per onorarne la memoria e tracciare anche un dovuto ringraziamento le cito, se non tutte, almeno quelle più significative:
Vicario parrocchiale presso la parrocchia s. Antonio di Padova a Narni; parroco a S. Maria della Cerqua; Parroco SS Giovenale e Cassio a Narni; parroco a S. Maria delle Grazie e s. Gregorio, loc. Foce; Parroco cuore Immacolato di Maria a Terni. Segretario e successivamente direttore del CDV e membro del consiglio direttivo del CNV; Direttore dell’Apostolato della Preghiera Rettore del Seminario Diocesano e Delegato diocesano per il Diaconato permanente con diversi incarichi intorno alla pastorale Vocazionale e Giovanile; Co-Direttore della Commissione Famiglia e difesa della vita. Animatore per il discernimento e la Direzione Spirituale.
Delegato episcopale per il Cammino neocatecumenale; docente di diritto canonico; Giudice del Tribunale ecclesiastico Regionale Umbro.
Diversi responsabili dei settori citati hanno espresso cordoglio e vicinanza alla Diocesi e alla famiglia, soprattutto al fratello Renato alla moglie e i figli.
Fra questi, sono i vescovi emeriti della diocesi: S.E. Mons. Giuseppe Piemontese e S.E. Mons Vincenzo Paglia.
S.E. Mons. Baturi, segretario Generale della CEI; don Francesco Verzini, Rettore del Pontificio Seminario Regionale; don Claudio Francesconi, Economo della CEI, don Michele Gianola direttore ufficio nazionale Vocazioni, e molti altri amici di don Roberto, come don Andrea Piccioni il quale trovandosi in questi giorni negli Stati Uniti per motivi ministeriali esprime cordoglio e vicinanza nella preghiera.
Carissimo don Roberto, aldilà di tutti i titoli menzionati e gli incarichi ricoperti, molti di noi non possono non ricordarti presente ad Otricoli, durante la processione patronale, con tra le braccia la reliquia del capo di san Vittore.
Possa il santo patrono del tuo paese portare ora lui la tua anima nel cammino incontro al Signore, purificarla in Cristo anche attraverso la memoria del suo sacrificio e, in Gesù Via, Verità e Vita, farti godere della pace dei giusti in Paradiso.
Esequie mons. Roberto Bizzarri
