Giovedì 9 ottobre a Sangemini, festa liturgica del patrono Santo Gemine, si è tenuta la solenne celebrazione presieduta dal vescovo Francesco Soddu, concelebrata dal parroco don Iosif Subiac e da don Luca Andreani, con i sacerdoti della vicaria Terni 4 e alla presenza del sindaco Luciano Clementella e delle autorità civili e militari. La celebrazione è stata animata dalla corale parrocchiale.
Il vescovo ha ricordato, ai tanti fedeli presenti, l’opera di evengelizzazione di Gemine, monaco siriano della seconda metà del secolo VIII, che dopo aver esercitato il mestiere delle armi, si convertì al cristianesimo e decise di dedicarsi in Siria alla vita eremitica, girando vari luoghi finché si trasferì defìnitivamente in Italia, nell’umbra Casventum, l’antica città da cui ebbe origine l’attuale Sangemini che prese il nome dal santo anacoreta poi eletto a suo patrono.
“La parola di Dio è ristoro per la nostra anima – ha detto il vescovo – perchè la nostra vita abbia un senso. Come santo Gemine che accolse la Parola per diventare egli stesso parola di Dio. Il nostro cuore diventi un cuore docile perché lì Dio abita e aperto all’ascolto della parola per cui possiamo decodificare la realtà in cui viviamo secondo i criteri di Dio. Santo Gemine abbandonò tutto per seguire il Signore, per trovare da eremita la comunione con Dio. Oggi noi siamo depositari della fede e della tradizione del patrono, ma dobbiamo farla fruttificare e crescere secondo gli esempi dei Santi”.
Al termine il saluto del parroco don Iosif che ha ricordato anche l’anniversario dei 170 anni della dedicazione del Duomo di Sangemini.
Sangemini – celebrazione per la festa del patrono. Mons. Soddu: “La comunità sull’esempio di santo Gemine possa sempre incarnare e crescere nella fede”.
