Veglia di preghiera per la giornata dei Missionari Martiri

Il 24 marzo alle ore 21 nella chiesa di Santa Maria della Misericordia a Terni è stata celebrata la giornata dei Missionari Martiri, con la veglia di preghiera “Andate e invitate”, presieduta dal vescovo Francesco Soddu.
Un ricordo dei 13 missionari uccisi nel corso del 2024, di cui 8 sacerdoti e 5 laici. Anche quest’anno in Africa e in America si registra il numero più alto di operatori pastorali uccisi: cinque in entrambi i continenti.
Il vero testimone è il “martire”, colui che dà la vita per Cristo, la prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù, l’esperienza di essere salvati da Lui che spinge ad amarlo sempre di più.
La veglia è stata scandita dai canti, dalla lettura del Vangelo e del martirologio in memoria degli uomini e donne uccisi nel mondo e portati ai piedi dell’altare dove è stata posta ua grande croce con i drappi colorati raffigurati i cinque continenti, un lumino acceso per ogni missionario ricordato.
Al termine della veglia è stato consegnato un cartoncino colorato con l’orma dei piedi ad ogni fedele, per ricordare anche l’anno giubilare pellegrini di speranza.
“Andate e invitate!” perchè la missione cristiana non può essere altro che un’instancabile dinamica in uscita, un andare e invitare alla festa del Signore. I missionari martiri sono cristiani consacrati e laici che, pur consapevoli dei pericoli che corrono, manifestano la loro fede o partecipano all’Eucarestia domenicale. Altri vengono uccisi nello sforzo di soccorrere nella carità la vita di chi è povero, nel prendersi cura degli scartati dalla società, nel custodire e nel promuovere il dono della pace e la forza del perdono. Altri ancora sono vittime
silenziose, come singoli o in gruppo, degli sconvolgimenti della storia.
La celebrazione della Giornata dei missionari martiri si colloca nel giorno dell’uccisione di monsignor Oscar Romero, il 24 marzo 1980 in El Salvador, e vuole fare memoria del suo impegno a fianco del popolo salvadoregno, oppresso da un regime elitario incurante della sorte dei più poveri e dei lavoratori.